LA PROPOSTA DI LIBERI E UGUALI
Anche Liberi e Uguali ha messo a punto il suo programma elettorale, che contiene un paragrafo dedicato alle pensioni. “Riteniamo occorra rivedere in profondità la riforma Fornero, anche riarticolando il sistema delle uscite anticipate o ritardate per tipologie di attività, in base al carico di gravosità del lavoro svolto. L’eventuale superamento della soglia di età differenziata così identificata deve avvenire esclusivamente su base volontaria”. Un’attenzione particolare viene data al tema delle donne: “Anche la maternità deve essere riconosciuta come fattore di possibile anticipo dell’età di pensionamento, va garantita la stabilizzazione di ‘Opzione donna’”. Inoltre, il partito di Grasso chiede una nona salvaguardia per una definitiva soluzione del problema degli esodati. Infine, si promette di separare la previdenza dall’assistenza, “per avere finalmente una discussione seria nel Paese sul finanziamento dell’insieme del sistema di welfare e sullo stato dei conti dell’Inps”.
LA CRITICA DI FANTOZZI A BERSANI
Roberta Fantozzi critica Pier Luigi Bersani per le sue dichiarazioni sul fatto che cancellare la Legge Fornero “fa ridere”. La responsabile Politiche economiche di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea ritiene che quella dell’esponente di Liberi e Uguali sia “un’affermazione grave nel merito, e anche per il modo tranchant con cui viene fatta, davvero poco rispettoso delle centinaia di migliaia di persone che stanno pagando le conseguenze della Fornero, e che di tutto hanno voglia meno che di far ridere”. Fantozzi ha quindi ricordati i danni che la riforma delle pensioni del 2011 ha comportato per i lavoratori, le donne in particolare, e i giovani. Dal suo punto di vista è inaccettabile che “sulle pensioni si continui a far cassa, a scapito della vita di tante persone. E che questo venga detto da chi si proclama di sinistra”.
SALVINI “STRIGLIA” BERLUSCONI SULLA FORNERO
«La legge Fornero sulle pensioni va abolita. Patti chiari, amicizia lunga»: è Matteo Salvini che prima del convegno “Oltre l’inverno demografico, impegni per la prossima legislatura” rilancia la frecciata all’alleato di Arcore. Berlusconi aveva infatti fatto marcia indietro sull’abolizione della legge pensioni tra le più criticate della storia repubblicana. «Abrogheremo la legge», spara la Lega anche se nessuno ad oggi considera quella pratica sostenibile dal punto di vista né politico né economico. E per di più Berlusconi non è d’accordo: la partita è sempre più complessa, come ha mostrato anche Cottarelli questa mattina all’Ansa. (agg. di Niccolò Magnani)
FORNERO: “SALVINI INCOMPETENTE E BERLUSCONI..”
La riforma delle pensioni della Fornero è ancora una volta al centro delle discussioni: questa volta, il giorno dopo la “lite” a distanza tra Salvini e Berlusconi è la stessa ex ministro del Lavoro a parlare in una lunga intervista ai colleghi di Fanpage. La prima domanda? Ovviamente sulle “sparate” di Salvini e sui parziali dietrofront dell’ex Cav: «Berlusconi lo sa che l’abolizione della mia riforma è economicamente insostenibile per l’Italia. Salvini non lo so, non mi sembra abbia grandi competenze in materia. Queste riforme erano desiderate da tutti, noi ci siamo trovati a introdurle in un momento molto drammatico per il Paese e soprattutto ci siamo trovati al governo non per nostro volere, ma perché qualcuno ha preferito andarsene prima per non dover approntare queste misure – impopolari ma necessarie – a ridosso delle elezioni», spiega Elsa Fornero. Le proposte del centrodestra secondo l’ex ministro non sono in pratica realizzabili e del tutto insostenibili dal punto di vista economico; ci va giù durissima, «queste proposte da un lato siano molto ingannevoli e quasi offensive e irrispettose dei sacrifici che gli italiani hanno finora, soprattutto nei confronti di quelle persone che hanno subito gli aumenti dell’età pensionabile e la riduzione delle pensioni per effetto della riduzione dell’indicizzazione – e non per fisime di qualcuno, ma per evidenti necessità. Dall’altro lato trovo che ci sia poco rispetto per le riforme e per chi le ha realizzate. Questo tipo di riforme sono state richieste per anni e tutti i partiti politici erano concordi nel sostenere la necessità di una riforma del sistema pensionistico».
LE PAROLE DI CHIARA SARACENO
L’invecchiamento della popolazione porterà una sfida in più per i giovani, che dovranno farsi carico della stabilità del sistema pensionistico. Secondo Chiara Saraceno, “l’unica scelta politica fatta effettivamente in nome dei giovani, per non gravare eccessivamente su di loro, è la riforma delle pensioni” del 2011. Parole, quelle pronunciate dalla sociologa e filosofa in un’intervista all’Huffington Post, che vanno controcorrente in un dibattito pre-elettorale che sembra scontrarsi solo sulla fattibilità economica di un’eventuale cancellazione della Legge Fornero. E a proposito del dibattito pre-elettorale, Saraceno non nasconde che non si parla del problema di quale pensione “potranno avere coloro che sono oggi giovani e hanno carriere lavorative e contributive interrotte e povere”.
Saraceno spiega anche che rispetto all’aumento dei requisiti pensionistici, con cui tra l’altro i giovani dovranno fare i conti, lei lascerebbe “libertà di andare in pensione quando si vuole entro una finestra che definisca un minimo e un massimo e che tenga conto, per il calcolo della rendita, sia degli anni in più o in meno di godimento della pensione che prevedibilmente questa scelta comporta, sia delle speranze di vita in buona salute connesse a determinate biografie professionali, sia del lavoro di cura effettuato nel corso della vita”. Inoltre, suggerisce di combinare “un part time lavorativo con un part time pensionistico”. Saraceno non nasconde poi che tra i giovani le donne sono penalizzate, perché “la società italiana, a tutti i livelli, è ancora singolarmente impreparata alla presenza di donne qualificate, che si aspettano di entrare e stare nel mercato del lavoro a pari condizioni con i loro coetanei, anche se e quando decidono di avere un figlio”.
I DUBBI SULLE COPERTURE DELLE PROMESSE M5S
Il Movimento 5 Stelle ha presentato, oltre che il suo programma elettorale, anche le coperture per gli interventi promessi in caso di vittoria. Tuttavia secondo quanto scrive Repubblica, “dal taglio dell’Irpef all’abolizione della Fornero, dal reddito di cittadinanza ai rimborsi per asili nido, pannolini e babysitter”, il costo delle promesse pentastellate “non è irrilevante: supera 125 miliardi. Una montagna di denaro difficile da reperire, soprattutto in tempi duri per le finanze pubbliche e con un debito come il nostro. Il semplice superamento delle legge Fornero, con il ritorno al vecchio meccanismo delle quote (età più contributi) e il blocco della crescita dell’età pensionabile, costerebbe secondo fonti qualificate circa 20-25 miliardi annui contro gli 11 calcolati dal programma M5S”.