Nel suo romanzo “Hanno tutti ragione” (2010), Paolo Sorrentino – narrando le gesta di Tony Pagoda, stella della musica della periferia partenopea giunto a condividere la scena anche con il grande Frank Sinatra – dà una bella descrizione di ciò che è la distrazione: “La massima invenzione dell’essere umano per continuare a tirare avanti, per fingere di essere quello che non siamo: adatti al mondo”. È iniziato un nuovo anno e, giusto per trovare qualcosa per cui litigare – di questi tempi le occasioni non mancano -, gli italiani se la sono presa per i famosi sacchetti: dal primo gennaio, è infatti obbligatorio per il cliente della grande distribuzione acquistare – insieme a frutta e verdura – dei sacchetti biodegradabili che, secondo i più, sarebbero prodotti da “un’amica di Renzi” (la quale non ha mancato di far sapere che ha 150 aziende concorrenti).
Peccato che con l’arrivo del 2018, siano arrivati anche gli aumenti di bollette di luce e gas, nonché dei pedaggi autostradali. Circa il 5% per il gas dovuto alla stagione invernale e un +5,3% per l’elettricità dovuto alla ripresa dei consumi e anche alla minore disponibilità della generazione idroelettrica nazionale, causata dal forte clima arido dell’anno appena trascorso. Si vanno ad aggiungere come ogni anno l’aumento del prezzo dei carburanti, benzina e diesel e metano. Previsti rincari anche per l’assicurazione auto, i ticket sanitari, ma anche l’acqua e la Tari.
Un colpo significativo per il potere d’acquisto degli italiani, al di là di quanto di buono – va detto – sia stato fatto nel corso di questa legislatura ormai al capolinea. Non a caso, proprio venerdì, l’Istituto di statistica nazionale ci ha informato di aver rilevato una “una crescita significativa”. Infatti, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici sarebbe aumentato nel terzo trimestre 2017 dello 0,7% e del 2,1% su base annua. E lo stesso vale per il potere d’acquisto, salito dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dell’1,1% in termini tendenziali. In discesa anche la pressione fiscale al 40,3% del Pil, il valore più basso dal 2011.
A parte il fatto che i dati sulla capacità economica andrebbero collegati al costo della vita reale che territorialmente è molto differente, va detto che la rilevazione di Istat – per quanto interessante – si riferisce al terzo trimestre 2017 (luglio-settembre). Sarebbe utile capire quindi quanto gli aumenti di luce, gas, ecc. previsti a fine anno incidano su questo lieve aumento del potere d’acquisto, ma lo sapremo tra tre mesi.
Resta il punto di fondo della questione: l’Italia è tra le economie più avanzate d’Europa e il secondo Paese per capacità manifatturiera (dopo la Germania), ed è contraddizione incredibile – in questo contesto – avere i salari più bassi e il cuneo fiscale più alto (inutile riportare i dati perché sono arcinoti). Ma gli italiani preferiscono arrabbiarsi per i sacchetti. Quanto sono distratti questi italiani…
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