L’attuale scenario macro-economico italiano continua a evidenziare una serie di elementi di criticità che incidono, in maniera determinante, sulla crescita economica e occupazionale. In particolare, perdita di produttività del sistema industriale italiano, costo del lavoro e competitività globale, impongono l’avvio di un nuovo intervento che, attraverso la riforma strutturale del mercato del lavoro, consenta di avviare un percorso di crescita destinata a durare nel lungo periodo.
A tal proposito, difatti, è necessario comprendere che il lavoro è “generato” dalle imprese e che, quindi, il compito fondamentale della politica e del Governo è quello di creare le migliori condizioni possibili affinché le imprese si stabiliscano, inizino la loro attività e crescano nel nostro Paese. Pertanto, al fine di poter superare definitivamente le criticità non completamente risolte dal Jobs Act, bisognerebbe essere in grado di interpretare gli interventi strutturali che il mercato del lavoro sollecita ormai da tempo.
Interventi strutturali tesi, per esempio, a ridurre, razionalizzare e digitalizzare le attività e gli adempimenti burocratici connessi alla gestione amministrativa del rapporto di lavoro. I troppi adempimenti da un lato e la lungaggine dei processi burocratici dall’altro sono indubbiamente una delle principali causa del mancato “appeal” dell’Italia nell’attrarre capitali ed investimenti stranieri. Tali criticità, potrebbero essere superate mediante la previsione di una “Tax Rate” onnicomprensiva che consenta all’impresa di sapere immediatamente quale sia il costo del dipendente e di non dover, di conseguenza, dedicare molto tempo all’adempimento di procedure complesse. Sempre nell’ottica della semplificazione, sarebbe, altresì, opportuno creare un Testo Unico del diritto del lavoro che contrasti la stratificazione normativa creatasi nel corso degli anni.
Altri aspetti fondamentali da inserire in un percorso di riforma strutturale sono: la riduzione del cuneo fiscale, l’introduzione di uno strumento agile e semplice al posto degli attuali Libretto Famiglia e Contratto di Prestazione Occasionale, caratterizzati da eccessiva complessità, e la modifica alla normativa in materia di contratto di lavoro a progetto mediante un intervento legislativo che valorizzi il know-how dei lavoratori autonomi senza prevedere un tetto massimo di retribuzione, ma solo specifici limiti temporali in funzione anti-elusiva.
Inoltre, risulta di primaria importanza prendere atto che la modernizzazione del mercato del lavoro passa attraverso il rafforzamento e l’implementazione dell’Industry 4.0. Pertanto, al fine di poter garantire che le imprese italiane siano in grado di rimanere competitive a livello globale nell’epoca della “quarta rivoluzione industriale”, l’Italia deve inevitabilmente aggiornare il proprio sistema formativo valorizzando, ad esempio, l’alternanza scuola-lavoro come metodologia fondamentale nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione sempre più integrati con le organizzazioni aziendali. Connesso a quest’ultimo punto vi è sicuramente l’esigenza di potenziare l’attuale sistema di politiche attive per il lavoro in modo tale da garantire, soprattutto per i lavoratori più anziani, un allineamento con le esigenze derivanti dall’Industry 4.0.
Per concludere, se non si vogliono sprecare i flebili segnali di ripresa che si intravedono, bisogna avere il coraggio di avviare un percorso di riforma strutturale del mercato del lavoro che sia in grado, una volta per tutte, di risolvere le criticità peculiari che ostacolano la ripresa occupazionale ed economica nel lungo periodo.