CAOS SULLA PARTENZA DI QUOTA 100
Continua a esserci confusione su quando partirà la riforma delle pensioni con Quota 100 che il Governo intende inserire nella Legge di bilancio. Sembrava infatti che la misura dovesse diventare operativa a primavera, ma ieri, durante la puntata di Stasera Italia, la trasmissione di Rete, il Sottosegretario di Stato per il ministero degli Affari esteri Manlio Di Stefano, ha detto: “Il 1 di gennaio si parte subito con la quota 100; il reddito di cittadinanza partirà da aprile perché ci vogliono 3 mesi per mettere a posto i Centri per l’impiego dove investiremo 2 miliardi per farli ripartire: per poter erogare il reddito, prima bisogna far funzionare questi centri”. Insomma, sembrerebbe quindi che la riforma delle pensioni partirà quindi subito. Anche se non bisogna dimenticare che è stata ipotizzata l’introduzione di finestre trimestrali per l’ingresso in quiescenza: di fatto quindi si andrebbe in pensione a primavera anche se Quota 100 partisse a gennaio.
QUOTA 100 CON RINVIO DEL TFS
“C’è una bomba pronta ad esplodere su ‘quota 100’”. È quanto scrive Repubblica a proposito della riforma delle pensioni cui sta lavorando il Governo, evidenziando che “il 40% dei pensionati che anticiperanno la pensione grazie alla norma di Lega e Cinque Stelle – a partire da chi ha 62 anni e 38 di contributi – è composto da statali, come ha confermato ieri il presidente Inps, Tito Boeri. Si tratta, secondo questa stima, di 160 mila pensionati su 400 mila. Ebbene, a loro lo Stato dovrà erogare anche la liquidazione che si chiama Tfs: trattamento di fine servizio. Parliamo di una spesa ingente, almeno 3 miliardi nel 2019”. Per evitare quindi un impatto negativo sui conti pubblici, l’esecutivo starebbe pensando di “consentire a questi 160 mila l’uscita anticipata, posticipando però l’erogazione della liquidazione al raggiungimento dell’età legale per il pensionamento di vecchiaia: 67 anni. Detto in altri termini, uno statale potrà andare in pensione anche a 62 anni. Ma dovrà aspettarne ben 5 per ricevere il Tfs”.
ADUC: A RISCHIO IL 96% DEGLI ASSEGNI
“Sulle pensioni Salvini e Di Maio hanno fatto i conti senza l’oste. È arrivato l’oste, cioè Tito Boeri, presidente dell’Inps, e ha presentato il conto: 100 miliardi (non milioni)”. È quanto mette in evidenza in una nota Primo Mastrantoni, Segretario Aduc, che poi aggiunge: “Si sostiene che i tagli alle pensioni d’oro e ai vitalizi sono una misura di equità. Contro i privilegi, si afferma. È il caso di ricordare che il calcolo delle pensioni d’oro e dei vitalizi è stato fatto con il sistema retributivo, lo stesso applicato al 96% delle pensioni ora percepite. Allora, il 96% delle pensioni attuali sono privilegiate? Che vuole fare il governo legastellato, tagliare il 96% delle pensioni?”. Mastrantoni conclude quindi la sua nota con un avvertimento: “Cari pensionati, preoccupatevi delle vostre pensioni perché qualcuno ci vuol mettere le mani!”.
DI MAIO: PER OGNI PENSIONATO TRE ASSUNZIONI
Luigi Di Maio spiega perché il Governo tiene molto alla riforma delle pensioni che intende inserire nella Legge di bilancio. “Con la riforma della legge Fornero si sbloccheranno centinaia di migliaia di posti di lavoro. Alcune aziende partecipate, ad esempio, faranno un turnover uno a tre: vuol dire che per ogni pensionato ce ne saranno tre che verranno assunti. E questo nel privato, per non parlare del pubblico che avrà un ulteriore forte ricambio”. Intervistato da Tiscali News, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ritiene che sia “chiaro ed evidente che se questo governo continua ad andare avanti e a fare cose buone come mandare in pensione persone che lo aspettavano da tempo o trovare lavoro a tanta gente che in questo momento non solo non ha opportunità e non sa nemmeno come cercarle, significa dare un’altra scossa all’Europa”.
I RILIEVI DI ELSA FORNERO SU QUOTA 100
Elsa Fornero è stata ospite della trasmissione di Radio Rai 2 “I Lunatici” e ha parlato anche della riforma delle pensioni che il Governo intende inserire nella Legge di bilancio. “Per ora ho capito che nelle intenzioni del Governo, vedremo se realizzabili, c’è una disponibilità di 7 miliardi, per l’anno prossimo, al fine di anticipare i pensionamenti rispetto alla nostra legge. Poi quota 100 come si sa è la somma di anzianità contributiva ed età, ma le cose cambiano se sono 62 anni con 38 o 64 con 36 e così via. I calcoli li possono fare solo i tanto vituperati tecnici, perché i nostri Ministri i calcoli non li sanno fare. Il numero di persone che potranno accedere al pensione anticipato dipenderà dai calcoli. Pare che potrebbe essere anche ridotto l’importo delle pensioni. A me sembra che questo Governo venda i decreti quando non sono stati ancora lontanamente scritti”, sono state le sue parole secondo quanto riportato da secolo-trentino.com.
PUGLISI CONTRO LA STAFFETTA DI QUOTA 100
Riccardo Puglisi, intervenendo nella trasmissione “L’aria che tira”, in onda su La7, ha criticato l’idea di fondo con cui il Governo vuol varare la riforma delle pensioni. “Purtroppo la teoria della staffetta generazionale è falsa. Secondo le stime più ottimistiche, al massimo se 10 persone vanno in pre-pensionamento, si avrebbero due lavoratori giovani in più entrano nel mercato del lavoro. Ma c’è un piccolo particolare: poi le pensioni vanno finanziate”, ha detto il Professore di Economia Politica, secondo quanto riporta il sito del Fatto Quotidiano. Rivolto a Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha anche detto che “purtroppo Salvini è consigliato da un economista, secondo cui la scarsità delle risorse sia un falso problema. Parlo del dottor Claudio Borghi, che non è un professore. Basta con questa storia che Borghi è un professore”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE SU QUOTA 100
Come spesso è capitato anche in passato, le dichiarazioni di Tito Boeri in tema di riforma delle pensioni suscitano un forte dibattito, politico e non. Chiara Gribaudo, responsabile Lavoro del Pd, fa notare che in base a quanto riferito dal Presidente Inps, “in pratica questo governo vuole spendere 8 miliardi oggi per scaricare 100 miliardi di debito pensionistico sui giovani, per di più premiando solo gli uomini, penalizzando e lasciando senza risposte le donne e chi ha carriere discontinue”. La riforma delle pensioni che vuole il Governo, dal suo punto di vista, “così com’è è un’ingiustizia per i giovani e per tutti coloro che non hanno il famoso posto fisso. È una bomba a orologeria che fra pochi anni potrebbe costringerci a una riforma due volte più dura della Fornero”.
Oltre a queste parole, Adnkronos riporta quelle di Giorgio Ambrogioni, che fa notare come ogni giorno ci siano dati e dichiarazioni “ballerine” riguardanti “gli effetti di quota 100 sui conti pubblici, l’efficacia e la legittimità degli interventi sulle pensioni medio-alte, la possibile abolizione e/o mantenimento di recenti istituti previdenziali (Ape sociale, opzione donna), l’ipotesi di sganciamento dell’età di pensionamento dalle aspettative di vita”. Per il Presidente dell Cida, questa “è una confusione inaccettabile per uno Stato moderno, terza economia europea, settima (o ottava) potenza mondiale. Rivolgiamo un appello alle istituzioni, ai centri di ricerca, alle università e ai politici per un maggior impegno e maggior serietà nell’approccio ai numeri e alle statistiche del nostro sistema previdenziale”.