In attesa di un testo definitivo sulla manovra 2019, che comprende anche un’importante riforma delle pensioni, non mancano le simulazioni su Quota 100, come quella realizzata da Tabula, la società di ricerca di Stefano Patriarca, per Il Sole 24 Ore, nella quale si legge che “con un anticipo di tre anni e tre mesi, un operaio in possesso di 40 anni di contributi vedrebbe ridursi il proprio assegno mediamente del 14%, mentre un impiegato con gli stessi anni di versamenti e un un anticipo di tre anni perderebbe il 9%”. La simulazione ha anche considerato i costi per lo Stato di Quota 100 ed emerge che nel caso citato dell’operaio, il costo sarebbe di 69.900 euro per tutto il periodo di anticipo rispetto alla vecchiaia. “Una ‘tassa implicita’ che salirebbe a quasi 100mila euro con anticipo di 5 anni e tre mesi, quindi ‘quota 100’ precisa, mentre scenderebbe a 32.500 euro con un solo anno e tre mesi di anticipo”. Per Patriarca, inoltre, con Quota 100 si aggrava anche il problema delle pensioni non giustificate dai contributi pagati.
Luigi Di Maio non ha ancora incontrato i sindacati che pure, in attesa della Manovra 2019, hanno presentato una piattaforma unitaria che tratta anche il tema della riforma delle pensioni a partire da Quota 100. Il ministro del Lavoro, dopo aver ricevuto una delegazione di esodati ancora esclusi dagli otto provvedimenti di salvaguardia approvati, oggi ha incontrato dei gruppi che chiedono il varo della Quota 41. In un comunicato del ministro del Lavoro si legge che “continuano gli incontri con i rappresentanti delle categorie colpite dalla Riforma Fornero. Oggi Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha incontrato alla presenza delle Parlamentari della Commissione Lavoro, Nunzia Catalfo, Maria Assunta Matrisciano, Maria Pallini e Jessica Costanzo, le associazioni che rappresentano i lavoratori lasciati senza tutele dalla riforma Fornero con una lunga storia contributiva. Il Ministro Di Maio ha ascoltato le istanze e le difficoltà dei cosiddetti ‘quota 41 anni’ e ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in Legge di Bilancio partendo anche da un’ipotesi di sterilizzazione dell’aspettativa di vita”.
LA RICHIESTA PER I LAVORATORI OVER 30
Oltre a Quota 100, la riforma delle pensioni contenuta nella manovra 2019 prevede la proroga di Opzione donna. Il Forum famiglie vorrebbe però che questa misura venisse trasformata in “Opzione ‘mamma’, riconoscendo ai fini pensionistici alle mamme lavoratrici contributi figurativi di almeno un anno per ogni nuovo figlio nato, come avviene peraltro già in Francia, Spagna, Russia e altri Paesi”. Il Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, vorrebbe anche che fossero eliminate “eventuali penalizzazioni per la loro uscita anticipata dal lavoro e pensare di abbassarne ulteriormente l’età pensionabile: tutti correttivi necessari per rendere finalmente equo il calcolo delle pensioni per le madri che lavorano, riconoscendo nel contempo il loro ruolo fondamentale di mamme, che si prendono cura e fanno crescere i cittadini del domani”. Per De Palo, Opzione mamma “potrebbe dare nuova fiducia a tante donne che lavorano e, non vedendo riconosciuto il loro ruolo sociale di madri, finiscono con il rinunciare al sogno tanto desiderato di una gravidanza”.
Con Quota 100, misura principale della riforma delle pensioni contenuta nella manovra 2019, il Governo mira a incentivare il turnover nel mercato del lavoro. Tuttavia c’è il rischio che chi ha più di 30 anni difficilmente venga assunto. L’Associazione Lavoro Over 30, evidenzia infatti che a seguito delle decontribuzioni per i giovani, il costo per un imprenditore che intende assumere nella propria impresa un over 30, specializzato, risulta eccessivo. Il Presidente dell’Associazione, Christian Mosi, spiega che questo “è un aspetto davvero molto problematico in fase di assunzione/dichiarazione delle ore lavorate dai dipendenti”. Tanto per fare un esempio, un part-time di 16 ore costa quasi 2.600 euro a fronte di 700 di uno più giovane. A questa situazione purtroppo spesso si fa fronte con una riduzione degli orari dichiarati e un aumento quindi del lavoro nero “e di tutte le relative problematiche concernenti la futura pensione del giovane adulto”. Mosi chiede quindi al Governo di fare in modo che vengano meno “le discriminazioni per età, siano esse associate alla pensione, quanto al lavoro”.
LA SCELTA DA FARE PER LE PENSIONI D’ORO
Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria per cercare di evidenziare le lacune della Manovra 2019, anche in tema di riforma delle pensioni, avanzando delle controproposte. Per esempio, Quota 100 viene indicata da Susanna Camusso come “un punto di partenza fondamentale ma non è aver cambiato la legge Fornero e tutte le ingiustizie”. Per questo, come spiega il sito di Rassegna, le confederazioni sindacali chiedono di “stabilire 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età; procedere alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale; prevedere misure per le donne come il riconoscimento di 12 mesi di anticipo per ogni figlio; riconoscere il lavoro di cura; eliminare l’attuale meccanismo di adeguamento automatico per aspettativa di vita; realizzare una pensione contributiva di garanzia per i giovani; rilanciare la previdenza complementare; ripristinare dal 1 gennaio 2019 la piena rivalutazione delle pensioni; risolvere i problemi di esodati e prorogare opzione donna”.
Sembra che in tema di riforma delle pensioni, oltre alla Quota 100 inserita nella manovra, si arriverà a un taglio delle pensioni d’oro, ma non più con un ricalcolo dell’assegno, ma con un contributo di solidarietà. “Dopo giorni di annunci e proclami, sulle pensioni d’oro si consuma il paradosso dei paradossi targati M5S-Lega: sparisce il ricalcolo sulla base dei contributi versati e rimane un contributo di solidarietà, ovvero la stessa identica proposta del Pd e della sinistra”, sono le parole di Giorgia Meloni, secondo cui “se la maggioranza vuole evitare la figuraccia può votare la proposta che Fratelli d’Italia formalizzerà in sede di discussione della manovra”. Adnkronos riporta anche le dichiarazioni di Graziano Delrio e Debora Serracchiani, capigruppo del Pd alla Camera e in commissione Lavoro di Montecitorio, che chiedono al Governo “di ritirare immediatamente il testo in esame, essendo tutti consapevoli che non vedrà mai la luce e che rappresenta solo una perdita di tempo e una presa in giro per gli italiani”.
ATTESA PER LE PROPOSTE DEI SINDACATI
Oltre alla previdenza pubblica, sulle cui regole generali interviene anche la riforma delle pensioni contenuta nella manovra 2019, in Italia esistono diverse casse pensioni di professionisti, come avvocati, notai, geometri, giornalisti, ecc., che sono sottoposte alla vigilanza della Covip. Secondo quanto riporta “Previdenza complementare”, la sezione del sito finanza.com, l’ultimo Quadro di sintesi presentato la scorsa settimana dall’autorità di vigilanza segnala un aumento delle risorse complessive di tali casse, con un +53,2% dal 2011 al 2017. “Circa il 73% delle risorse complessive del fa capo a 5 Casse (ENPAM, INARCASSA, Cassa Dottori Commercialisti ed ENASARCO). Le differenze dipendono essenzialmente dalle caratteristiche economiche, sociali e demografiche delle diverse categorie”. Interessante anche notare che “gli investimenti domestici delle Casse ammontano a 34,4 miliardi di euro, mentre gli investimenti non domestici si attestano a 36,9 miliardi. I Fondi pensione hanno investito nell’economia italiana 38,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti non domestici ammontano a 79,5 miliardi”.
C’è attesa per conoscere quella che sarà la piattaforma unitaria dei sindacati, che affronterà anche il tema della riforma delle pensioni. Cgil, Cisl e Uil, infatti, dopo aver letto il Def e il Dpb si sono riuniti per concordare un testo da sottoporre all’attenzione del Governo in vista della stesura vera e propria della manovra 2019, chiedendo anche di poter essere ricevuti in un incontro nel quale poter fare presenti le proprie istanze. Oggi le organizzazioni dovrebbero rendere noto il documento che, almeno nella parte previdenziale, potrebbe riprendere i contenuti della piattaforma unitaria presentata al Governo Gentiloni. Quota 100, di per sé, viene considerata una buona base di partenza per la flessibilità pensionistica, ma attraverso le loro dichiarazioni i leader sindacali hanno fatto capire che servirebbero dei correttivi.
Orietta Armiliato, sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha ripreso alcune parole pubblicate da Roberto Ghiselli, Segretario confederale della Cgil: “Dopo due mesi che attendiamo invano un incontro, lunedì presenteremo unitariamente un documento al Governo su tutta la manovra, compreso il tema delle pensioni, e valuteremo le iniziative in rapporto alle risposte. Poi si può sempre dire che non basta, ma con coerenza noi andiamo avanti”. Domenico Proietti, Segretario Confederale della Uil, ha invece scritto alla Armiliato: “Nel documento unitario proponiamo tutte le cose per cui ci siamo battuti in questi anni. Ti assicuro che c’è la massima attenzione In particolare sul tema delle donne. Speriamo di poter continuare a conseguire risultati positivi. Buon fine settimana a te! A presto”.