Nelle ultime settimane si sta parlando molto, e a ragione, del reddito di cittadinanza che verrà quasi dimenticandosi delle altre iniziative relative alle politiche del lavoro che si sono sviluppate, negli ultimi anni, quali, ad esempio, la Garanzia giovani. Sembra che se ne siano dimenticate un po’ anche le istituzioni se si pensa che il periodico report di monitoraggio pubblicato a inizio di queste mese fa riferimento a dati di aprile.



Ciò premesso, al 30 aprile 2018 erano oltre 1 milione 317mila i giovani registrati al Programma, al netto di tutte le cancellazioni di ufficio. Rispetto a questo bacino di giovani, l’indice di presa in carico dei giovani da parte dei servizi per il lavoro era del 77,9%: complessivamente oltre 1 milione e 26 mila persone o utenti, a seconda della prospettiva con cui si guarda il fenomeno, con un una dinamica, se si guarda agli scorsi anni, positiva nel tempo.



Anche la quota dei giovani presi in carico entro i primi due mesi dalla registrazione presentava, ad esempio, un trend crescente, a testimonianza di un percorso di progressivo consolidamento e strutturazione del Programma. Il rapporto segnala, in particolare, come il numero di ragazzi che è stato preso in carico dai Centri per l’impiego è nettamente più elevato in confronto a quanto registrato per le Agenzie per il lavoro: il 78,7% contro solamente il 21,3%. Solo nelle Regioni del Nord-Ovest, si pensi al sistema lombardo, questa distribuzione si inverte: il 21,7% dei giovani è stato preso in carico dai Centri per l’impiego contro il 78,3% delle Agenzie per il lavoro.



A prescindere dal soggetto scelto per il programma, la soddisfazione complessiva per i servizi ricevuti presso i Cpi o le Agenzie a cui si sono rivolti i giovani risulta elevata: oltre l’80% dei ragazzi si dichiara infatti “molto e abbastanza soddisfatto” dalle prestazioni ricevute nella fase di sottoscrizione del Patto di servizio sia con riferimento alla disponibilità, competenza e professionalità espresse dal personale dei Servizi per il lavoro, sia per quanto riguarda l’organizzazione delle strutture e i contenuti informativi e orientativi.

Agli operatori dei Servizi per il lavoro viene, insomma, riconosciuta, almeno dal campione dei ragazzi intervistati per dare un loro giudizio sulla Garanzia, una buona capacità di comprendere le aspettative dei giovani e di fornire informazioni chiare. Probabilmente, viene quindi da dire, la situazione dei nostri servizi per l’impiego non è così drammatica come spesso viene descritta.

Saranno, sicuramente, necessarie risorse e riforme, ma sembra che il nostro Paese non parta da zero, ma che vi sia una base su cui costruire una rete adeguata anche alle sfide che il reddito di cittadinanza ci porrà già dalle prossime settimane.