La riforma delle pensioni 2019 è uno dei temi che viene affrontato dai talk politici in queste settimane e ieri a diMartedì se n’è parlato anche con Elsa Fornero, che però è stata criticata da Laura Castelli. Il sottosegretario all’Economia ha infatti ricordato all’ex ministra che “se lei e il suo Governo non aveste scritto quella norma scellerata non saremmo qui a parlare di questo problema. Stiamo parlando di una norma che ha fatto ammalare gli italiani. L’Italia si è ammalata con le cure del suo Governo”. Quota 100, oltre che da Elsa Fornero, è stata criticata anche da Nicola Fratoianni, non però in televisione. Secondo il Segretario nazionale di Sinistra italiana, definisce “carognata vera” la possibilità che ci sia “la sterilizzazione di quota 100: cioè in pensione ci vai, ma rinunciando a 5 anni di contributi e vietando la possibilità di continuare a svolgere lavoro per cumulare ciò che perdi. Sarebbe l’ennesima presa per i fondelli per i lavoratori”. Fratoianni ha chiesto quindi al Governo di rendere quanto prima disponibile il testo definitivo della manovra. Quota 100 diventerà realtà con la riforma delle pensioni 2019, ma c’è già chi può andare in quiescenza persino con Quota 99 o Quota 98. Il Sole 24 Ore ricorda infatti che ci sono diverse casse previdenziali dei professionisti che hanno sistemi che consentono l’ingresso in pensione anticipata, con un sistema di quote. Per esempio, i commercialisti possono andarci a 61 anni con un’anzianità contributiva di 38 anni, mentre i consulenti del lavoro già a 60 anni, sempre con 38 anni di contributi. Inoltre, “commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro possono andare in pensione prima senza doversi cancellare dall’albo. E possono quindi continuare a lavorare, peraltro cumulando pensione e reddito senza alcun ‘tetto’”. Per i commercialisti esiste anche una sorta di Quota 40, con la possibilità quindi di accedere alle pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, al raggiungimento di un’anzianità contributiva di almeno 40 anni. Gli avvocati, invece, possono andare in pensione a 61 anni, con 39 di contributi, ma devono poi cancellarsi dall’albo. 



LE PAROLE DI RIZZETTO SUGLI ESODATI

Continua la messa a punto, insieme alla manovra, della riforma delle pensioni 2019 con Quota 100. A parte l’interessamento promesso da Luigi Di Maio, non si sa invece nulla circa la nona salvaguardia per i circa 6.000 esodati rimasti esclusi dai precedenti otto provvedimenti che si sono succeduti dal 2012. Walter Rizzetto, in un post su Facebook, commenta il testo della risoluzione che la maggioranza vuol votare in commissione Lavoro della Camera. “Non si capisce nulla, già una risoluzione non impegna formalmente il Governo, ma dà una indicazione e questi nel dispositivo scrivono ‘a valutare…’ senza mai citare il termine ‘esodati’ e ‘salvaguardia’. Oltre un mese per partorire questa cosa stupendamente geniale. Peggio mi sento quando nel documento della legge di stabilità non c’è nulla su Quota 100 e Opzione donna”, scrive il deputato di Fratelli d’Italia, ricordando che per la nona salvaguardia ci vorrebbero circa 320 milioni di euro, “poca roba, se consideriamo i miliardi per altre misure ed il fatto che abbiamo (hanno) oggi votato un condono sugli abusi edilizi”. Oltre che con Quota 100, il Governo intende intervenire in ambito di riforma delle pensioni con un taglio degli assegni più alti. L’ipotesi più accreditata sembra quella di un contributo di solidarietà. “Quello che trapela in merito alla nuova versione del contributo di solidarietà, con la possibilità che possa essere addirittura applicato all’intero ammontare del reddito da pensione, anziché sulla quota eccedente i 90mila euro lordi annui, già di per sé grave, fa rabbrividire: saremmo di fronte a un vero e proprio esproprio o meglio ancora a uno scippo”, è il commento di Giorgio Ambrogioni, Presidente della Cida. che evidenzia come oltretutto tale contributo resterebbe in vigore per ben 5 anni, forse persino accompagnato “da un ulteriore blocco, totale o parziale, della rivalutazione delle pensioni all’inflazione, un altro meccanismo, iniquo e punitivo, di cui siamo stati ripetutamente vittime”. “Da parte nostra, metteremo in campo tutte le energie di cui disponiamo per opporci a tale tentativo vessatorio: ancora una volta, ci appelliamo al governo e alle forze politiche perché si avvii un confronto serio, capace di superare l’attuale inaccettabile situazione”, aggiunge il numero uno della  Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità. 



QUOTA 100, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Mentre con la Quota 100 il Governo promette di superare la riforma delle pensioni che porta il suo nome, Elsa Fornero prosegue nel tour delle presentazioni del suo libro “Chi ha paura delle riforme”. In un’intervista a ilbolive dell’Università di Padova ha spiegato che il costo dell’intervento che l’esecutivo intende varare dipenderà “dalla risposta che ci sarà, perché è ovvio che se c’è la possibilità di un pensionamento anticipato e però anche vero che nessuno è costretto a farlo, quindi ci saranno sicuramente delle persone che penseranno che possa valere la pena di lavorare qualche anno in più”. L’ex ministra del Lavoro sottolinea, rispetto all’idea che Quota 100 possa aiutare l’assunzione di giovani al posto degli anziani che andrebbero in pensione, che “è il mercato del lavoro che determina l’occupazione, e se questo funziona ha spazio sia per gli anziani che per i giovani, e anche per le donne. Anche se, stando a questo contratto di governo, mi pare che la logica sia soprattutto quella di spingere le donne a rientrare nelle loro case”. La riforma delle pensioni 2019 potrebbe portare a una differenziazione, tramite Quota 100, tra dipendenti pubblici e lavoratori del settore privato. Per evitare che ci siano molte uscite nel settore pubblico, infatti, pare che ci vorrà un preavviso di almeno tre mesi prima di poter presentare domanda: tempo che si aggiungerebbe a quello di attesa per raggiungere la finestra trimestrale di effettivo ingresso in quiescenza. La Funzione Pubblica Cgil chiede però al Governo di stanziare risorse nella manovra per il rinnovo dei contratti in diversi settori. “Insieme Cisl Fp, Uil Pa e Uil Fpl abbiamo lanciato una petizione unitaria, undici proposte per una Pa migliore, sulla quale aspettiamo ancora la convocazione che il ministro della Pubblica amministrazione Bongiorno ha annunciato ma senza alcun seguito. Abbiamo proposte specifiche, che vanno dal rinnovo dei contratti al bisogno del varo di un piano straordinario di assunzioni, dal tema pensioni alle questioni relative alla valorizzazione del lavoro pubblico, sulle quali stiamo consultando i lavoratori. Su queste e su tutte le vertenze aperte è necessario che il confronto con governo e regioni arrivi in tempi celeri”, fa sapere la Fp Cgil.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon ci tiene a precisare che Quota 100, che sia direttamente nella Legge di bilancio oppure in un ddl collegato, entrerà in vigore dal 1° gennaio 2019. L’obiettivo fondamentale della riforma delle pensioni che il Governo intende attuare resta comunque quello di “rilanciare il mercato del lavoro, che è stato ‘ingessato’ dall’oggi al domani nel 2011 dalla legge Fornero”. Per quel che concerne le risorse necessarie all’intervento, il sottosegretario al Lavoro, intervistato da Labitalia, spiega che probabilmente ci sarà “una spesa minore nel primo anno, e le risorse ‘risparmiate’ verranno spese sempre su quota 100 negli anni successivi. Credo che abbiamo trovato un’armonia di azione che prevede anche negli altri anni una soluzione adeguata a quella che sarà una riforma strutturale”.  Per quanto riguarda il pensionamento dei dipendenti pubblici, Durigon evidenzia che si sta “ragionando su un’esigenza importante che ci ha evidenziato il ministro Bongiorno, per evitare che alcuni uffici possano soffrire di carenze eccessive”. Questo vuol dire che, come si era ipotizzato nei giorni scorsi, “per poter andare in pensione con Quota 100 sarà necessario un preavviso di tre mesi” per quanto riguarda i lavoratori statali. Quanto alla richiesta di un incontro arrivata dai sindacati già da diverso tempo sul tavolo del ministro Di Maio, il sottosegretario garantisce che “una volta che la manovra prende corpo faremo tutti gli incontri specifici, in tutti i settori”, “io mi sono ripromesso che non solo sul settore delle pensioni ma su tutti i settori, anche la sicurezza sul lavoro, avremo un confronto: la volontà di parlare e dialogare c’è, ma in modo costruttivo e positivo”.