QUOTA 100, I CASI DI CALCOLO CONTRIBUTIVO
La riforma delle pensioni che il Governo è pronto a introdurre nella Legge di bilancio comprenderà l’aumento delle minime a 780 euro. Secondo quanto riporta Adnkronos, la misura dovrebbe partire da marzo e, rispetto all’attuale integrazione al minimo, che arriva fino a 507 euro, i beneficiari sarebbero quanti hanno un reddito inferiore agli 8.000 euro l’anno. Più interessante quel che riporta laleggepertutti.it a proposito della Quota 100, che avrebbe un calcolo misto retributivo/contributivo con queste caratteristiche: “retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per chi possiede oltre 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per chi possiede meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; integralmente contributivo per chi non possiede contributi al 31 dicembre 1995”.
I PALETTI DI BORGHI SULLE PENSIONI DI CITTADINANZA
Dopo che è stata approvata e diffusa la Nota di aggiornamento del Def sono diventate più chiare le intenzioni del Governo in merito alla Legge di bilancio, che comprenderà anche interventi di riforma delle pensioni. Secondo Annamaria Furlan, “la legge di stabilità sarà la vera cartina di tornasole su quanto il Governo Conte intende davvero investire per la crescita del paese, sulle infrastrutture, sulla quantità e qualità degli investimenti pubblici e degli sgravi fiscali e contributivi per creare nuovi posti di lavoro stabili, soprattutto nel Mezzogiorno”. La Segretaria generale della Cisl in una nota spiega anche che “quanto all’intervento previsto sulle pensioni, la quota 100 ed i 41 anni di contribuzione, ci sembrano un buon punto di partenza per aprire un confronto con il Governo, anche se bisogna affrontare il tema delle donne che soprattutto nel sud rischiano di essere penalizzate da una contribuzione minima di 38 anni e di come arrivare ad una pensione di garanzia per i giovani, soggetti al sistema contributivo”.
I PALETTI DI BORGHI SULLE PENSIONI DI CITTADINANZA
Claudio Borghi Aquilini ha illustrato quali sono i tempi per l’iter parlamentare della Nota di aggiornamento del Def in un’intervista ad Affaritalini.it, spiegando anche che quando la Legge di bilancio verrà predisposta dal Governo potrà essere modificata dal Parlamento, “ma, in teoria, non nei saldi. Infatti si dice sempre che sono possibili cambiamenti a saldi invariati”. Il Presidente della commissione Bilancio della Camera ha anche parlato di uno dei punti della riforma delle pensioni, ovvero l’innalzamento a 780 euro di tutti gli assegni al di sotto di tale soglia: “Anche qui bisognerà vedere le caratteristiche delle singole persone. Faccio un esempio, se danno l’aumento a mia mamma la fanno contenta, ma non so se è bisognosa avendo un marito che ha una buona pensione. Ci saranno certamente dei paletti. Anche perché non si possono dare 780 euro di pensione a chi magari ha vinto la lotteria o ha da parte di due milioni di euro”.
FITOUSSI GIUDICA L’AZIONE DEL GOVERNO
L’economista Jean-Paul Fitoussi non ha un giudizio negativo a priori sul Def presentato dal Governo italiano e spiega che le misure in esso contenuto “non mi sembrano aberranti per quanto riguardano i principi. Quello che ora vorrei sapere è la visione globale”. In un colloquio con Adnkronos parla anche della riforma delle pensioni che si vorrebbe varare nel nostro Paese. “L’Italia sta puntando a fare una scelta generosa a favore delle pensioni mentre in Francia c’è una politica più restrittiva sulle pensioni. La vera questione è questa e il rapporto tra le generazioni”. Per Fitoussi, che non ha un giudizio negativo sul reddito di cittadinanza, la cosa più importante da conoscere è comunque la visione del Governo italiano: “è un governo anti europeo? che vuole uscire dall’euro? che ha come modello l’Ungheria? Questa è la questione che mi interessa”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI E CAPONE
In vista della messa a punto della Legge di bilancio, Domenico Proietti chiede che la manovra continui “a cambiare profondamente la Legge Fornero”. Intervenendo sulla riforma delle pensioni, secondo il Segretario confederale della Uil, “occorre introdurre una piena flessibilità di accesso per tutti i lavoratori tra i 62 e i 63 anni; 41 anni di contribuzione devono bastare per andare in pensione a prescindere dall’età; si deve completare la salvaguardia di tutti gli esodati e prorogare opzione donna. Al contempo, è doveroso eliminare tutte le disparità di genere che ancora penalizzano le donne, valorizzando il lavoro di cura e affrontare il tema delle future pensioni dei giovani, i quali in questi anni a causa del lavoro precario presentano buchi di contribuzione che devono essere colmati”. Secondo il sindacalista, “questi provvedimenti sono necessari per reintrodurre equità nel nostro sistema previdenziale e riallinearlo a quello che avviene nella media dei paesi Ue”.
Dall’Ugl arriva intanto un plauso all’azione del Governo. Il Segretario generale, Paolo Capone, ricorda che “si prevede lo stanziamento di 9 miliardi di euro per il reddito e le pensioni di cittadinanza e un miliardo per il riordino dei centri per l’impiego. Punto cruciale la revisione della legge Fornero, che, da inizio 2019, con quota 100 consentirà di andare in pensione a 62 anni e 38 anni di contributi, per cui sono stati stanziati altri 7 miliardi di euro”. Dato anche che “si permetterà a circa 400mila cittadini di andare in pensione e di far spazio ai giovani”, per il sindacalista “siamo in presenza di un piano volto a scardinare quelle regole stantie che hanno solo contribuito a danneggiare il nostro Paese rendendolo povero e invivibile”.