LA PROPOSTA DI RINVIO DI QUOTA 100

Bisognerebbe rinviare la riforma delle pensioni e l’introduzione del reddito di cittadinanza di un anno. È quanto scrive Giorgio Revello a Levante News. Il tutto per ricavare risorse da investire nella ricostruzione delle zone danneggiate dal maltempo delle ultime settimane. Secondo Revello, infatti, pensare di applicare il “modello Genova” come proposto dal ministro Toninelli non può funzionare. “I danni in tutta la Nazione ammontano a svariati miliardi e pensare che ci siano risorse per tutti, allo stato dei fatti, è del tutto irrealistico. Quindi che fare? Penso che una soluzione ce la potrebbe dare la cronaca delle ultime settimane, con la tribolata manovra economica inserita nel Ded dall’attuale Governo (che porterà nel 2019 il rapporto deficit/Pil al 2,4%). Essa prevede, tra l’altro, la creazione di un reddito di cittadinanza e dell’inserimento della cosiddetta ‘quota 100’ per le pensioni. Dette iniziative costano circa 16 miliardi alle casse dello Stato”, dunque “sospendere per il 2019 reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni” consentirebbe di trovare le risorse necessarie.



QUOTA 100 E QUOTA 41

Il Governo lavora alla riforma delle pensioni 2019, che avrà come misura principale Quota 100. Naturalmente tutto questo lascia parecchia delusione nei lavoratori precoci, che speravano che questo esecutivo potesse mantenere fede alle promesse relative all’introduzione di Quota 41. Matteo Salvini ha spiegato nelle scorse settimane che questo rimane un suo obiettivo, ma ha anche fatto intendere che proprio non sarà possibile consentire il pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età già dal 2019. Sembra invece che verrà prorogata l’Ape social, che prevede una Quota 41, seppur limitata a poche categorie di lavoratori. Ciò vuol dire che il Governo vuol comunque cercare di consentire un pensionamento a chi ha 41 anni di contributi l’anno prossimo, in attesa di varare la vera e propria Quota 41 nel 2020. Probabilmente il destino di questa misura dipenderà anche da quanti useranno Quota 100 nel 2019: se saranno meno del previsto e ci sarà un risparmio di risorse sarà più facile che queste possano essere usate anche per Quota 41.



LE PAROLE DI VIRGINIA VILLANI

Sulla sua pagina Facebook, la deputata Virginia Villani saluta l’arrivo della riforma delle pensioni 2019 con un post intitolato “Bye bye Legge Fornero”. “I giovani potranno lavorare ed i nonni potranno fare finalmente i nonni. Superiamo la legge Fornero introducendo la ‘quota 100’: si potrà andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. In questo modo aiutiamo chi deve andare in pensione e liberiamo posti di lavoro per i giovani. Per le donne abbiamo prorogato ‘Opzione Donna’, che permette alle lavoratrici con 58 anni se dipendenti e 59 anni se autonome e 35 anni di contributi di andare in pensione”, scrive la parlamentare pentastellata. Parole che non vengono ben accolte da Elide Alboni del Comitato esodati licenziati e cessati, che scrive “Come si può affermare che viene superata la Fornero se esistano ancora 6000 vittime del suo più grave vergognoso errore, il primo, il padre di tutti gli altri?”, chiedendo quindi che si provveda a varare urgentemente la nona salvaguardia degli esodati.



IL MESSAGGIO DI CONAPO PER CONTE, SALVINI E DI MAIO

Il Conapo ha proclamato per oggi uno sciopero nazionale di quattro ore. Nelle regioni in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, l’agitazione non ci sarà, ma restano validi i motivi della protesta, che hanno a che fare anche con una riforma delle pensioni chiesta più volte, ma mai arrivata. “I vigili del fuoco non chiedono nessun privilegio, solo retribuzioni, pensioni e carriere alla pari dei corpi di polizia. Nel contratto di governo c’e l’impegno a risolvere la questione ma i fatti nella bozza della legge di bilancio non si vedono”, sono le parole di Massimiliano Clini, segretario provinciale piacentino del Conapo riportate da piacenzasera.it e rivolte al Premier Conte e ai vicepremier Salvini e Di Maio. “Siamo stanchi di promesse che mai nessun governo mantiene. Ci sentiamo i figli poveri del Ministero dell’Interno, bistrattati, mandati a rischiare di morire con stipendi anche di 3-400 euro al mese inferiori rispetto ai poliziotti, senza le tutele pensionistiche degli altri corpi”, aggiunge Clini.

RIFORMA PENSIONI, L’ALLARME DI AUSER E SPI-CGIL

Mentre si continuano ad attendere novità sulla riforma delle pensioni 2019 con Quota 100, Auser e Spi-Cgil segnalano come in futuro i pensionati dovranno fare i conti con assegni pensionistici più bassi. Helpconsumatori.it cita la ricerca svolta dall’associazione e dal sindacato dal titolo “Problemi e prospettiva della domiciliarità. Il diritto di invecchiare a casa propria”, nella quale si parla di “bomba a orologeria”, a proposito del fatto che i lavoratori precari di oggi difficilmente avranno pensioni adeguate a far fronte ai rischi connessi alla non autosufficienza. Una situazione che assume toni più drammatici se si pensa ai Neet, ovvero a quei giovani che non lavorano e non studiano e che quindi difficilmente riusciranno ad avere una retribuzione e di conseguenza una pensione in futuro: come potranno riuscire a essere assistiti?
“Quella della non autosufficienza è una vera e propria emergenza nazionale che riguarda da vicino non solo tanti anziani ma anche e soprattutto le loro famiglie. È uno dei grandi temi del nostro tempo, che la politica finora ha fatto però finta di non vedere. Serve una legge nazionale, servono risorse e serve ripensare il nostro sistema di welfare che altrimenti rischia così di non reggere”, afferma il Segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti. Non è però facile trovare risorse su questo capitolo di spesa, stante anche la difficoltà a far quadrare i conti pubblici. Di fatto bisognerebbe compiere una scelta tra i vari capitoli di spesa per individuare delle priorità. Non sempre però la lungimiranza viene politicamente apprezzata dagli elettori.