LE PAROLE DI DURIGON
Claudio Durigon conferma che la riforma delle pensioni 2019 potrebbe arrivare tramite un decreto legge che dovrebbe contenere qualcosa di più della Quota 100. Parlando con Adnkronos, il sottosegretario al Lavoro ha spiegato che le misure previdenziali potrebbero essere oggetto di un emendamento alla manovra durante l’iter parlamentare. Sembra che il provvedimento conterrà anche l’intervento sulle pensioni d’oro, che consterà in un contributo di solidarietà della durata di cinque anni che porterà un miliardo di euro nelle casse dello Stato. Il Giornale spiega invece che il Movimento 5 Stelle ha già presentato un emendamento per fare in modo che le pensioni di inabilità vengano portate a 500 euro al mese per tredici mensilità. Resta da capire come questa misura si andrebbe a incrociare con quella sulle pensioni di cittadinanza: se infatti si mira a un aumento a 500 euro, forse è perché non si intende comprendere le pensioni di inabilità tra quelle da portare a 780 euro. Non resta che attendere maggiori dettagli per scoprirlo.
QUOTA 100 SFAVORISCE IL SUD
La riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 sfavorisce il Sud. È quanto ha spiegato il Segretario generale della Cgil Palermo, Enzo Campo, in occasione dell’attivo dei quadri e dei delegati di Cgil, Cisl e Uil. “La riforma delle pensioni guarda al mondo della pubblica amministrazione e dei lavoratori dell’industria manifatturiera che nel nostro paese è concentrata al Centro Nord”, sono le sue parole riportate da nuovosud.it. Il sindacalista ha poi aggiunto che “Quota 100 in Sicilia non funzionerà per nulla perché qui saremo bypassati, potranno andare in pensione soltanto quei lavoratori nella Pubblica amministrazione che sono entrati da giovani”. Nella manovra, secondo Campo, “il grande assente è una progettualità politica per il Mezzogiorno che questo Governo non possiede”. Sulla stessa linea il Segretario generale della Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana: “Questa manovra non piace perché non rappresenta gli interessi dei lavoratori, dei pensionati, e non guarda in modo strutturale alla crescita del Paese soprattutto sul tema delle infrastrutture e dei giovani”.
QUOTA 100, SBARRA: ANDARE OLTRE FRASI A EFFETTO
Luigi Sbarra ha partecipato alla conferenza sui servizi in rete della Usr Abruzzo-Molise, a margine della quale ha parlato anche della riforma delle pensioni che dovrebbe arrivare con la manovra 2019, contraddistinta in particolare da Quota 100. Il Segretario generale aggiunto della Cisl ha spiegato che occorre “andare oltre frasi ad effetto e gli slogan su Quota 100, scongiurare decurtazioni e penalità e avviare un confronto con il sindacato”. C’è da dire che dal Governo si continua a ripetere che Quota 100 non comporterà alcun taglio della pensione e che anzi, visto che la si incasserà per più tempo, alla fine se ne avrà un guadagno. Inoltre, era stato annunciato un confronto con le parti sociali: vedremo quando effettivamente ci sarà. Vastoweb.com riporta anche altre dichiarazioni di Sbarra, tra cui quella di una richiesta al Governo di cambiare la Legge di bilancio “aprendo finalmente alle proposte unitarie del sindacato”. Difficile però pensare che l’esecutivo cambi proprio ora la manovra.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Come noto, la riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 non è parte integrante della Legge di bilancio. O almeno non ancora. Infatti, è probabile che le misure previdenziali, come pure il reddito di cittadinanza, vengano inseriti nella manovra con degli emendamenti. Anche se non è da escludere che si proceda invece con dei decreti separati. In ogni caso Cesare Damiano evidenzia che “c’è solo la costituzione di un nuovo Fondo che dovrebbe finanziare futuri e generici interventi per l’introduzione di altre misure, ancora in gran parte sconosciute, di flessibilità pensionistica, con uno stanziamento di risorse pari a 6,7 miliardi di euro. Una cifra senza spiegazioni di merito e sicuramente non sufficiente per mantenere le promesse del Governo”.
Con questo stato di fatto, “non essendo stata prevista nel testo della Legge di bilancio la proroga dell’Ape sociale, migliaia di lavoratori non avranno più alcuna possibilità di andare in pensione prima dei termini previsti dalla Fornero, cioè a partire dai 63 anni come prevede la normativa attuale”. Ciò vuol dire che “i lavoratori disoccupati, o quelli che assistono un congiunto disabile, o hanno una disabilità superiore al 74 per cento o, ancora, che hanno svolto attività gravose, non potranno più anticipare di 4 anni il pensionamento. Infatti, la norma scade il 31 dicembre prossimo. E non è nemmeno detto che la loro condizione potrà essere comunque garantita dalla prossima e ancora di là da venire Quota 100”. Per queste ragioni, l’ex ministro de Lavoro si augura “che venga rapidamente presentato un emendamento alla legge di Bilancio per la proroga dell’Ape sociale”.