L’INSODDISFAZIONE DELL’ANIEF
In attesa che la riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 entri in vigore, il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere ai sindacati che a breve si potranno presentare le istanze online, con scadenza al 20 dicembre, per gli insegnanti e il personale Ata che vorrà andare in quiescenza. L’Anief non è molto soddisfatta. Sia perché “sempre per via telematica la scorsa estate per circa 5 mila insegnanti la formalizzazione della richiesta si è concretizzata o è stata negata sul filo di lana, a causa di un cavillo burocratico che non permetteva di calcolare l’anzianità”, sia perché ancora non si conoscono i dettagli della riforma delle pensioni che entrerà in vigore l’anno prossimo. Secondo il sindacato, quindi, “poiché le nuove norme sull’anticipo pensionistico arriveranno solo con la Legge di Bilancio, è necessario che i 100 mila docenti e Ata interessati abbiano la possibilità di presentare la domanda, in via eccezionale, nelle prime settimane del 2019”. Una richiesta che sembra essere sensata: dopo tutto come si può decidere se non si conoscono i dettagli della Quota 100?
ANCORA DISTANZE SULLE PENSIONI D’ORO
Mentre sulla Quota 100 i prossimi giorni dovrebbero garantire l’impianto di base deciso da Lega-M5s per iniziare a smantellare l’ex Riforma Fornero, sulle pensioni d’oro la distanza tra Lega e Movimento 5 Stelle rimane ancora: il nodo del contributo di solidarietà non è stato risolto e le ipotesi in campo restano di fatto invariate. Secondo quanto riporta il Sole 24 ore questa mattina, l’ipotesi più fondata è quella di un prelievo quinquennale «facendo leva su 5 distinte aliquote: si partirebbe da 8-10% per gli assegni fino al 130mila euro lordi l’anno; 12-14% fino a 200mila; 14-16% fino a 350mila; 16-18% fino a 500mila e 20% secco oltre il mezzo milione». Il prelievo invece non scatterebbe per le pensioni contributive, al netto del “distinguo” operato da alcuni tecnici del Governo e rimesso sul piano di discussione delle pensioni d’oro: pare che si stia valutando l’opzione per colpire «indistintamente tutti i trattamenti elevati ma solo con quattro aliquote». (agg. di Niccolò Magnani)
ANIEF RILANCIA SULLE PENSIONI DEI DOCENTI
Dal mondo scuola giungono nuove critiche alla riforma della Quota 100 con cui il Governo intende rimettere in discussione il sistema pensioni dei prossimi anni a venire: in particolare è l’Anief che contesta platealmente nel suo ultimo comunicato i «paletti» che potrebbero esser stati immessi nella Manovra Economica. «Chiediamo di non introdurre ulteriori paletti, né di applicare decurtazioni ad un assegno pensionistico già di per sé ridotto dal calcolo in buona parte di tipo contributivo, anziché retributivo, e come tale meno conveniente per il lavoratore che lascia il lavoro». Secondo l’Anief, ancora sul tema pensioni, l’età massima contributiva dovrebbe essere di 37 anni come in Europa, «di meno per il personale docente della scuola, più a rischio d’insorgenza di patologie psico-fisiche»: in pratica, la richiesta-pretesa del sindacato sulla scuola si concentra sull’inserimento dell’insegnamento tra i lavori gravosi, rientrando in quelle categorie permesse dall’Ape Social. (agg. di Niccolò Magnani)
STOP 3 ANNI AL CUMULO DEI REDDITI PER CHI ESCE CON QUOTA 100
Secondo quanto raccolto negli ultimi giorni di discussioni attorno alla Manovra e alla riforma Pensioni, sarebbe pronto il decreto legge specifico con Quota 100 appena dopo l’approvazione della Legge di Bilancio con un dato “accertato” anche dagli esperti del Sole 24 ore: «la possibilità di allungare fino a 36 mesi il divieto di cumulo pensione/lavoro per chi scegliesse di ritirarsi dall’anno prossimo con “quota 100”». Il vicepremier Luigi Di Maio ha confermato ancora ieri che la nuova anzianità (62 anni e almeno 38 anni di contributi) avrebbe dei requisiti fissi non agganciati perciò agli adeguamenti automatici alla speranza di vita che inevitabilmente saliranno nei prossimi anni. Secondo quanto progettato dal Governo gialloverde sulla Quota 100 per le lavoratrici con almeno due figli, esse potranno contare su un bonus di “contributi aggiuntivi” di forse sei mesi, mentre per tutte le altre è confermato l’allungamento di “Opzione Donna” messo in atto già dal precedente governo. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, BUSTE ARANCIONI IN ARRIVO
L’arrivo di Quota 100 con la riforma delle pensioni 2019 porterà a un cambiamento importante anche per l’Inps, che, come ha spiegato il Presidente Tito Boeri alcuni giorni fa, adeguerà il proprio servizio di simulazione pensionistica alle nuove regole. Come ricorda Il Sole 24 Ore, “fino ad oggi oltre cinque milioni di lavoratori, circa uno su quattro del settore privato ha fatto la simulazione sulla propria pensione futura attraverso il servizio dell’Inps, mentre nel corso del 2018 gli utenti unici che hanno effettuato almeno una simulazione sono stati un milione”. Tra l’altro, “entro i prossimi due anni potranno accedere al servizio anche i dipendenti pubblici, i quali a oltre sei anni dalla fusione di Inpdap in Inps ancora scontano un ritardo nella sistemazione informatica degli estratti conto contributivi”.
Il quotidiano di Confindustria evidenzia che “gli iscritti alle gestioni pubbliche sono 3,3 milioni ed entro l’anno dovrebbe essere chiusa una prima fase di questa operazione di adeguamento degli estratti conto con gli oltre 590mila iscritti alla Cassa pensioni dipendenti degli enti locali, i 50mila della Cassa pensioni dipendenti sanitari, gli oltre 9mila della Cassa pensioni insegnanti”. Dunque nei prossimi mesi ci potrebbe essere un uso importante del servizio “La mia pensione sicura” dell’Inps, tenuto conto che ci saranno persone interessate a capire quanto potranno prendere con Quota 100 e ci saranno anche dei nuovi “utenti” che potranno accedere al servizio: i dipendenti pubblici. Nel frattempo l’Inps, entro fine anno, provvederà a inviare delle nuove buste arancioni a circa un milione di italiani.