BOTTA E RISPOSTA FORNERO-SALVINI

Botta e risposta a distanza ieri durante la puntata della trasmissione Stasera Italia in onda su Rete 4 tra Elsa Fornero e Matteo Salvini. Tema principale del confronto, ovviamente, la riforma delle pensioni. L’ex ministra ha infatti detto che vorrebbe vedere “la coerenza di uno che dice ‘cancellerò al primo Consiglio dei Ministri la Legge Fornero’ e dopo 6 mesi non ha ancora presentato il provvedimento. Perché nella Manovra ci sono 7 miliardi per un provvedimento che deve ancora essere decretato nei particolari”. Ha poi aggiunto che “a me hanno dato 20 giorni per fare una riforma delle pensioni in un momento in cui l’Italia era sull’orlo del baratro”. Matteo Salvini, anche lui ospite della trasmissione, non ha tardato a replicare, evidenziando che “in un Paese normale la Fornero chiederebbe scusa per la sua riforma disastrosa”. Il vicepremier ha anche sottolineato che il suo dovere politico era quello di trovare risorse per restituire agli italiani il diritto alla vita e alla pensione. E ha quindi proposto di rivedersi tra un anno in trasmissione con la Fornero per vedere chi aveva ragione.



QUOTA 100, PENALIZZAZIONI DAL 5% AL 34,4%

“La legge Fornero non è stata abolita come era stato promesso. Quota 100 consentirà di anticipare il pensionamento a coloro che hanno versato almeno 38 anni di contributi e 62 di età. Salvini aveva sostenuto che le persone che avrebbero fatto domanda sarebbero state più di 400 mila e che questo avrebbe consentito allo stesso numero di giovani di entrare nel mercato del lavoro, poi però si scopre che non sarà così”, lo scrive Wilmer Ronzani in una nota pubblicata da newsbiella.it. L’ex deputato cita l’Ufficio parlamentare di bilancio, secondo cui “tanto più ci si allontanerà dalle ‘soglie’ previste dalla Fornero e tanto maggiori saranno le penalizzazioni che vanno da un minimo del 5 (per chi è prossimo alla pensione sulla base dei requisiti previsti dalla Fornero) a un massimo del 34,4% per chi andrà con 38 anni di contributi e 62 anni di età. Questo spingerà molte delle persone con i requisiti a restare al lavoro”. Per Ronzani la controprova di tutto questo si può trovare nel fatto che per la riforma delle pensioni 2019 sono stati stanziati “6/7 mld contro i 13 mld necessari per far fronte al pensionamento anticipato di 400 mila persone come aveva annunciato Salvini”.



QUOTA 100, BOERI: NIENTE PENALIZZAZIONI

Nella sua intervista al Corriere della Sera, Tito Boeri ha spiegato che certamente l’Inps non intende interferire sulle scelte del Governo in materia di riforma delle pensioni. “Quello che il governo deciderà, noi ci metteremo pancia a terra a realizzarlo. Come sempre. Ma spetta all’Inps segnalare per tempo potenziali violazioni del patto intergenerazionale di cui è garante: le persone mi fermano per strada e mi chiedono se le loro pensioni verranno pagate”, ha spiegato, aggiungendo poi che  “quando i chiarimenti sulle intenzioni effettive del governo non ci vengono dati nelle sedi istituzionali, siamo costretti a chiederli pubblicamente”. Boeri ha anche voluto dire la sua sulle presunte penalizzazioni che comporterebbe Quota 100, che secondo alcuni commentatori potrebbero arrivare al 35%. “Non sono penalizzazioni, ma correzioni attuariali sulla parte contributiva delle pensioni. Chi lascia prima contribuisce meno e quindi matura pensioni, alla fine, più basse. Tra l’altro, uscendo oggi, si subiscono gli effetti negativi di uno spread a 300 sulle pensioni integrative”, ha detto il Presidente dell’Inps.



LE PROPOSTE DI DAMIANO

C’è chi ritiene che il Partito democratico abbia subito un’importante sconfitta alle ultime elezioni anche per la scarsa attenzione a provvedimenti di grande impatto come la riforma delle pensioni. Cesare Damiano, candidato alla Segreteria del Pd, sembra voler invece dare importanza a questo aspetto. “Dobbiamo rivedere il ruolo dello Stato: innovatore e regolatore del mercato. Per ciò che riguarda la previdenza, non regaliamo il superamento della legge Fornero a Salvini: la proposta del Governo è un inganno. Noi, invece, dobbiamo batterci per la flessibilità del sistema pensionistico e per una pensione di garanzia per i giovani. Rispetto al Jobs Act dobbiamo riconoscere che abbiamo commesso un errore e dobbiamo riconsegnare al giudice il potere di reintegrare il lavoratore ingiustamente licenziato senza una motivazione”, ha detto l’ex ministro del Lavoro intervenendo all’Assemblea nazionale del partito. “La legge di Bilancio di questo Governo non è keynesiana: è reaganiana. Quello che serve è un riformismo radicale che ci consenta di riallacciare un rapporto con chi ci ha abbandonato perché si è sentito lasciato solo”, ha aggiunto.

SALVINI: BOERI È IN CAMPAGNA ELETTORALE

Dopo Di Maio, anche Salvini replica a Boeri che aveva messo in dubbio il piano di riforma delle pensioni 2019 con Quota 100 del Governo. Secondo il leader della Lega, il Presidente dell’Inps è in campagna elettorale da mesi e “magari sfiderà Minniti alle primarie” del Pd. Salvini si è detto anche orgoglioso del fatto che il Governo stia passando dalle parole ai fatti: “C’eravamo impegnati con gli italiani a smontare una legge ingiusta come la legge Fornero e in questa manovra economica ci sono i primi miliardi di euro per uscire dalla gabbia di questa legge”, sono le sue parole riportate dal sito del Messaggero. Nessun commento su quanto Boeri aveva detto nell’intervista al Corriere della Sera, nella quale aveva spiegato che “dobbiamo essere messi nelle condizioni di prepararci e ragguagliare i cittadini. Non vogliamo fare da parafulmine per reazioni a promesse non mantenute. I nostri dipendenti negli uffici territoriali subiscono quotidianamente aggressioni al punto che, Salvini lo sa bene, abbiamo dovuto chiedere di rafforzare la sorveglianza davanti alle sedi”.

DI MAIO RISPONDE A BOERI

Tito Boeri torna a segnalare la mancanza di risorse per realizzare la riforma delle pensioni con Quota 100. Intervistato dal Corriere della Sera, il Presidente dell’Inps ha infatti detto che sono state svolte delle simulazioni su richiesta dell’esecutivo che che “in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L’idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l’anno non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto. Ma quando ho sollevato il problema, ho avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarmi. A questo punto non vorrei si arrivasse a soluzioni incompatibili con le risorse accantonate. Noi all’Inps per primi ci troveremmo in una posizione difficile”. Luigi Di Maio ha però replicato a Boeri dicendo: “Io eviterei allarmismi inutili. Quota 100 si farà”. Di certo quella del vicepremier sarà solo la prima di tante voci della maggioranza a commentare le parole del Presidente dell’Inps.

RIFORMA PENSIONI, LE CRITICHE A QUOTA 100

Alcuni giudizi e analisi non sono certo teneri con la riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100. “L’assegno pensionistico medio in Italia è di 1039 euro netti al mese. Questo significa che un lavoratore medio andrebbe in pensione a 62 anni con circa 685 euro al mese, cioè sotto la soglia di quella povertà che il governo del cambiamento ha promesso di abolire. E come può riuscirci se mette sul piatto una proposta per la quale si può rinunciare a un posto di lavoro da 1200 euro in cambio di un assegno da fame? Quota 100 rischia di essere una fabbrica di nuovi poveri”, si legge in un articolo de Linkiesta, nel quale si specifica che con Quota 100 “a 62 anni si riceverebbe infatti un assegno da 685 euro, a 63 anni 737 euro, a 64 anni 790 euro e così via fino a chi prenderebbe 935 euro se decidesse di andare in pensione a 66 anni, cioè un anno prima di quanto previsto dalla Fornero”.

Truenumbers, invece, mostra che “nel 2015 la spesa pubblica ‘sociale’ ha inciso sulla ricchezza complessiva del Paese per il 27,9%, calerà secondo le stime nel 2020, ma subito dopo ricomincerà a salire trainata proprio dalle pensioni fino al 30,5% del 2040”. Tutto questo senza considerare Quota 100. Tuttavia, “senza che il governo attuale faccia nulla, e quindi lasciando la legge Fornero così com’è senza introdurre ‘quota 100’, nel prossimo decennio le cose sono destinate a peggiorare” per ragioni demografiche. Quindi con la riforma delle pensioni 2019, “a seconda del numero di persone che deciderà di ritirarsi prima dal lavoro, le cose potrebbero mettersi male davvero”.