Le Agenzie per il lavoro sono dei caporali! Questo è quanto ha sostanzialmente affermato il Ministro Di Maio ad Andrea Scanzi e Luca Sommi al talk show politico “Accordi&Disaccordi” andato in onda, sul Nove, venerdì 10 novembre. L’affermazione ha immediatamente provocato la reazione dei dipendenti delle Agenzie che hanno fatto girare in rete una chiara comunicazione con l’hashtag #iononsonouncaporale. La comunicazione è partita da un dipendente di Adecco, Andrea Morzenti, titolare del blog intornoallavoro.com, ed è stata condivisa dai dipendenti di altre Agenzie fino ad arrivare a oltre 4mila condivisioni su un totale di 10mila addetti. Insomma, un successo.
Che le Agenzie per il lavoro non siano caporali, e che il lavoro in somministrazione sia il più tutelato tra i rapporti di lavoro in Italia, lo ha ben illustrato Giancamillo Palmerini nel suo articolo del 14 novembre: Lo scivolone di Di Maio sulle Agenzie per il lavoro. Ma ora è il momento di portare l’attenzione sulla reazione per cercare di capire cosa sta succedendo nel mondo delle Apl, e delle associazioni che vorrebbero rappresentarle, che da mesi sono sotto attacco da parte del titolare del dicastero del lavoro.
I primi a reagire sono stati, spontaneamente e individualmente, gli operatori delle Agenzie. Poi è stato il turno di Alleanza Lavoro, una delle tre associazioni di rappresentanza delle Apl, che il 13 novembre ha diramato un comunicato stampa, a firma del Presidente Andrea Lombardi, dal titolo “Siamo uomini o caporali? Basta accuse, chiediamo rispetto” in cui, tra l’altro, convoca per marzo 2019 gli Stati Generali della Somministrazione.
Il 16 novembre, sul Foglio, è stata pubblicata una lunga lettera di Mattia Pirulli, Segretario Generale Felsa-Cisl, sindacato di categoria dei lavoratori somministrati autonomi e atipici, in cui si esprime perplessità per l’accostamento tra somministrazione e caporalato e si sottolinea, al di là dell’aspetto normativo, che il sindacato è uno dei garanti della legalità del settore.
Il 20 novembre, AssoSomm, l’altra associazione di categoria delle Apl, ha diramato un comunicato stampa, a firma del Presidente Rosario Rasizza, col quale aderisce alla campagna social #iononsonouncaporale e ricorda che le Agenzie sono i soggetti garanti della regolarità retributiva, contributiva e assicurativa dei contratti di lavoro del settore. Assolavoro, la più grande associazione di categoria delle Apl, non ha effettuato alcun comunicato in merito, ma ha speso qualche parola sull’argomento, in persona del Presidente Rosario Ramazza, in un’intervista sugli effetti del decreto dignità pubblicata il 19 novembre su QN.
Si deve quindi registrare un’azione non coordinata delle tre associazioni di categoria a fronte di attacchi che potrebbero anche pregiudicare l’esistenza del mercato della somministrazione, mentre è interessante osservare che sono gli operatori del mercato, ossia i dipendenti delle Apl, che si sono mossi immediatamente e in modo convergente. In altre parole: le associazioni di categoria delle Agenzie non sono riuscite a individuare un’unità di azione nemmeno per opporsi, e rispondere, alle virulenti bordate partite da via Veneto nonostante, ricordiamo, la loro prima missione sia quella di rappresentare, promuovere e difendere gli interessi delle loro associate.
Vale la pena anche ricordare che le tre associazioni hanno una composizione che sommariamente rispecchia i tipi di imprese presenti nel settore: Assolavoro ha tra gli associati “di peso” le grandi imprese manageriali e multinazionali, oltre a diverse altre; AssoSomm e Alleanza Lavoro associano, invece, imprese medie e piccole dove anche la proprietà svolge attività gestionali.
Anche gli schemi organizzativi delle imprese del settore sono eterogenei e in alcuni casi, in particolare, si registrano modelli che si avvicinano, concettualmente, a quello del franchising con un’ampia autonomia delle filiali presenti sul territorio e, quindi, con un’attitudine imprenditoriale e conseguente responsabilità piuttosto diffuse tra i lavoratori.
A questo punto viene spontaneo chiedersi se questa fierezza dei dipendenti delle Apl possa incidere anche sulla trattativa per il rinnovo del contratto collettivo attualmente sul tavolo. In particolare, i sindacati dei lavoratori chi si troveranno dall’altra parte del tavolo? Una delegazione di lavoratori delle Agenzie per il lavoro? Oppure l’orgoglio che i dipendenti del settore hanno dimostrato risveglierà quello dei vertici aziendali e, di conseguenza, quelle delle associazioni che li dovrebbero rappresentare? Oppure dobbiamo aspettarci la costituzione di una nuova associazione più reattiva e rappresentativa? L’unica certezza è che in questo momento le adesioni alle associazioni delle Agenzie per il lavoro sono ancora in corso.