LA SFIDA DI DAMIANO AL GOVERNO

Matteo Salvini ha voluto dare rassicurazioni sul fatto che la riforma delle pensioni con Quota 100 partirà da febbraio, ma secondo Cesare Damiano le parole del ministro dell’Interno non bastano. “La domanda è: quale sarà il meccanismo della Quota? Che fine farà l’Ape Sociale? Sappiamo che se non si fa adesso un emendamento di proroga, la misura scadrà a fine anno. Verranno messe le risorse anche per Opzione Donna, per la nona salvaguardia degli esodati, per Quota 41 e per il rallentamento del legame tra aspettativa di vita ed età della pensione, come viene promesso?”. Dal punto di vista dell’ex ministro del Lavoro, “adesso che il Governo, seppure con colpevole ritardo, decide finalmente di cercare la via dell’accordo con l’Europa, deve essere sfidato sull’uso delle risorse e sulla capacità di mantenere le promesse, soprattutto per quanto riguarda la crescita e la difesa dello Stato sociale”. Un messaggio chiaro anche in vista della sua corsa alla Segreteria del Partito democratico, principale partito dell’opposizione.



IL RETROSCENA SU QUOTA 100 SVELATO DA CASTELLI

Laura Castelli spiega che anche il Movimento 5 Stelle è pronto al dialogo con la Commissione europea sulla manovra, “ma bisogna capire a quale prezzo. Se si tratta di un rene o di qualcosa di più”. Intervistata dal Messaggero, la sottosegretaria all’Economia rivela un dettaglio piuttosto interessante sulla riforma delle pensioni e la Lega. “Noi a differenza del Carroccio non facciamo campagna elettorale con i soldi dello Stato. Si sapeva che non sarebbero serviti tutti i 6 miliardi stanziati per superare la Fornero, ma quando Garavaglia lo disse, durante un vertice, Matteo Salvini iniziò a strillargli contro per farlo stare zitto. Noi, appunto, siamo differenti e i soldi stanziati per il reddito ci serviranno tutti. Non usiamo i soldi dello Stato per fini elettorali”, sono le sue parole che non saranno state probabilmente ben digerite dagli alleati di governo.



BORGHI CONFERMA MENO SPESA PER QUOTA 100

I possibili cambiamenti alla riforma delle pensioni con Quota 100 e al reddito di cittadinanza sono indubbiamente al centro dell’attenzione in queste ore, dopo che il Governo ha lasciato intendere di essere disposto a cambiare la manovra per trovare un accordo con la Commissione europea in modo da evitare l’apertura della procedura di infrazione. Claudio Borghi Aquilini, intervistato da Radio 24, ha detto che certamente le due misure “non comporteranno spesa da gennaio perché devono ancora passare da Parlamento per cui anche solo se iniziassero a fine febbraio, per essere ottimisti, stiamo parlando di circa 3 miliardi di spesa in meno dal preventivato”. Risorse che, nelle ipotesi che si stanno facendo in queste ore, dovrebbero essere destinate ad aumentare gli investimenti. “Se alla fine diciamo che facciamo più investimenti e loro dicono ‘benissimo’ è una resa loro non nostra”, ha spiegato il Presidente della commissione Bilancio della Camera, secondo cui quindi con questa modifica alla manovra non sarebbe il Governo a far segnare una resa, ma la Commissione europea.



QUOTA 100, DIVIETO DI CUMULO FINO A 5 ANNI

Il Governo è già al lavoro per modificare alcuni degli interventi della manovra in modo da poter cercare di arrivare a un accordo con la Commissione europea in grado di evitare la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Anche la riforma delle pensioni potrebbe essere modificata, anche se in piccola parte. In particolare, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, per chi utilizzerà Quota 100 sarà previsto il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro che potrà durare fino a cinque anni. Infatti, finché non si saranno raggiunti i 67 anni di età resterà in vigore il divieto. Il che vuol dire che se ci si pensionerà a 62 anni bisognerà aspettare cinque anni prima di poter eventualmente lavorare seppur in pensione. Il quotidiano di Confindustria spiega anche che il Governo punta a fare in modo che entro la fine della legislatura si arrivi al varo di Quota 41, “quando oltre il 60-65% dei nuovi pensionati avranno un calcolo misto (retributivo più contributivo) e il coefficiente di trasformazione del montante in pensione a 62 anni sarà più penalizzante, rendendo naturale il contenimento delle future uscite”.

LA PROPOSTA USB SULLE PENSIONI

Mentre il Governo studia eventuali modifiche alla riforma delle pensioni con Quota 100, Usb ha elaborato una proposta di intervento fiscale sugli assegni in essere che si articola su due punti fondamentali. Il primo è una riduzione della pressione fiscale sulle pensioni, che dovrebbe attestarsi su un’aliquota “corrispondente alla media delle aliquote dei Paesi Ue presi in considerazione (10/11% medio scalare a compensazione)”. Inoltre, bisognerebbe utilizzare il “prelievo fiscale recuperato con le nuove aliquote (25 miliardi circa annui) all’interno del sistema per consentire l’aumento delle pensioni minime da portare oltre la soglia di povertà e la costruzione delle condizioni per garantire una pensione dignitosa alle generazioni future al di là della loro condizione lavorativa e contributiva”. Usb intende ora intende “aprire un confronto a livello locale, e in tutto il nostro Paese, su queste proposte impegnando la nostra organizzazione in un progetto futuro per garantire una pensione dignitosa per tutti nel rispetto del dettato Costituzionale”.

RIFORMA PENSIONI, IL LIBRO DI FORMISANO

Ancora non si hanno novità sulla Quota 100, che potrebbe subire delle modifiche, ma nemmeno su altri aspetti della riforma delle pensioni 2019, come la possibilità del varo della nona salvaguardia degli esodati. A cercare di tenere alta l’attenzione sulle circa 6.000 persone che sono ancora in attesa, dal 2012, di poter vedere sanata un’ingiustizia subita, visto che improvvisamente si sono ritrovate con il traguardo pensionistico spostato parecchio in là e senza più lavoro, nei prossimi giorni ci sarà anche “L’esodo”, il libro di Ciro Formisano, regista dell’omonimo film che ha ricevuto diversi premi, dedicato proprio agli effetti che la Legge Fornero ha avuto su molte persone e famiglie italiane. Il testo, in realtà, come racconta l’autore all’Ansa, era stato scritto prima della realizzazione della pellicola.

“Il vice premier e ministro Luigi Di Maio ha incontrato una delegazione di esodati e si è detto disponibile ad affrontare la situazione, ad effettuare l’ultima salvaguardia che chiuderebbe definitivamente la questione. Lo Stato è fatto di persone, non di numeri e finanza. Vediamo”, sono le parole di Formisano riportate dall’agenzia di stampa. Tra l’altro sempre in questi giorni Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una lettera scritta da Anna P., una delle esodate escluse, indirizzata a Elsa Fornero, nella quale si chiede all’ex ministra del Lavoro come mai nelle sue apparizioni in tv non abbia finora chiesto al Governo di varare la nona salvaguardia degli esodati. Secondo l’esodata, questa sarebbe stata una buona occasione per la Fornero per cercare di redimersi.