CONTE SU QUOTA 100
Giuseppe Conte è intervenuto ieri alla trasmissione diMartedì e ha fornito dei dettagli interessanti sulla manovra 2019, spiegando anche che sia la riforma delle pensioni che il reddito di cittadinanza “partiranno nei primi mesi del 2019”. Il Premier ha anche spiegato che per Quota 100 si sta ragionando ancora sul divieto di cumulo. “Se offriamo la possibilità di andare prima in pensione ragionevolmente prevedremo la possibilità di non accumulare un altro lavoro”. Parole che non chiariscono, tuttavia, se il divieto sarà limitato a due anni, come era stato ipotizzato, o se invece sarà permanente, potendo rappresentare un disincentivo all’utilizzo di Quota 100. Conte ha anche evidenziato che l’esecutivo ha “inserito quasi tutto il programma di governo” nella manovra, “siamo in anticipo con i tempi direi. Nell’arco di qualche mese avremo realizzato quasi l’80% del contratto”. “Abbiamo realizzato forse per la prima volta gli impegni elettorali e contrattuali”, ha aggiunto, specificando poi di essere “il garante dell’attuazione del contratto di governo”.
LE PRIORITÀ PER GLI ITALIANI
Con la riforma delle pensioni 2019 il Governo sembra intenzionato a introdurre, oltre a Quota 100, anche il taglio degli assegni d’oro. Tuttavia non si sa bene quale forma prenderà questo provvedimento. Ciò non toglie che sembra essere il più gradito dagli italiani tra quelli che potrebbero far parte della manovra. Ixè ha infatti condotto un sondaggio per l’Huffington Post, da cui risulta che il 51% degli intervistati condivide il taglio alle pensioni d’oro, mentre il superamento della Legge Fornero raggiunge una percentuale del 44%. Dunque la Quota 100 verrebbe superata anche dall’ipotesi di una pensione di cittadinanza, visto che tale intervento trova d’accordo il 46% degli italiani. Sembrerebbe quindi che le misure più care al M5s siano le più condivise dai cittadini, anche se il reddito di cittadinanza è condiviso solo dal 36% degli intervistati, dietro a investimenti pubblici (43%), piano di assunzioni straordinario (39%) e flat tax per partite Iva e piccole imprese (38%). È pari invece all’8% la percentuale di chi non condivide nessun intervento della manovra.
QUOTA 100, PRIMI PENSIONATI AD APRILE
Claudio Durigon a margine di un convegno della Cisl ha detto che i primi pensionati con Quota 100 si potranno vedere da aprile 2019 e saranno coloro che a gennaio avranno almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Reuters, oltre a riportare le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro, evidenzia che la riforma delle pensioni dovrebbe anche bloccare l’aumento dei requisiti per la pensione di anzianità a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne), mentre dovrebbe restare invariato quello anagrafico a 67 anni. Inoltre, il Governo a metà mese dovrebbe incontrare le parti sociali per illustrare loro la manovra. Secondo quanto riporta Il Messaggero, ancora non sarebbe stata scelta la modalità con cui approvare gli interventi previdenziali, ma sembra che oltre alla Quota 100 ci sarà anche la proroga di Opzione donna e dell’Ape social, oltre che la cosiddetta pace contributiva. Resterebbe in ogni caso da capire quali sarebbero le finestre per consentire il pensionamento dei lavoratori pubblici, posto che per quelli privati si parla di quattro finestre trimestrali.
DI MAIO REPLICA A BOERI
Anche Luigi Di Maio replica alle critiche alla manovra 2019 e alla riforma delle pensioni con Quota 100 arrivate da Tito Boeri. Secondo “Andate a dirlo a chi definisce maschilista questa riforma delle pensioni; riattiviamo un programma che non era stato attivato per anni che si chiama opzione donna e allo stesso tempo istituiamo quota 100”, ha detto il ministro del Lavoro durante la sua trasferta in Cina, facendo ovviamente riferimento a quanto ha dichiarato il Presidente dell’Inps. Secondo quanto riporta Askanews, il leader pentastellato ha anche spiegato che la misura rappresenta “un modo per anticipare il pensionamento che altrimenti per legge dovrebbe arrivare a 67 anni con oltre 40 anni di contributi e questo, in questi anni, ha creato un tappo per l’ingresso di nuove generazioni all’interno del mondo del lavoro”. Orietta Armiliato, del Comitato Opzione donna social, ha intanto evidenziato che al momento ancora la proroga di Opzione donna non è stata ancora messa nero su bianco e che ci vorrà un età minima di 58 anni e 7 mesi per utilizzarla, non di 58 come dice il vicepremier.
QUOTA 100 NEL GRADIMENTO DEGLI ITALIANI
La riforma delle pensioni con Quota 100 non è la misura più gradita dagli italiani tra quelle che faranno parte della manovra 2019. Un sondaggio dell’Istituto Demopolis rivela infatti che ben il 93% degli italiani apprezza il blocco dell’aumento dell’Iva, mentre scende al 65% la percentuale di chi condivide la scelta di cambiare la Legge Fornero. Agi riporta le dichiarazioni di Pietro Vento, Direttore di Demopolis, secondo cui ci sono differenze rilevanti “tra gli elettorati dei principali partiti in tema pensionistico: favorevoli alla revisione della Fornero si dichiarano il 74% degli elettori del Movimento 5 Stelle e oltre l’80% di chi ha votato la Lega. Il dato si riduce invece al 35% tra gli elettori del Partito Democratico”. Più gradito della Quota 100 è il taglio delle pensioni d’oro (74%), mentre la pensione di cittadinanza è “approvata” dal 60% degli intervistati. Maristella Gelmini ribadisce intanto la posizione di Forza Italia su Quota 100: va bene modificare la Legge Fornero, ma occorrono le giuste coperture e chiarire agli italiani “che andando in pensione prima con ‘quota 100’ si perde il 20% della pensione”.
BRIGNONE DÀ RAGIONE A BOERI
Com’era prevedibile, le parole di Tito Boeri contro la manovra 2019 e la riforma delle pensioni con Quota 100 che il Governo sta mettendo a punto non sono passate inosservate. Beatrice Brignone, Segretaria di Possibile, evidenzia che “le nostre denunce hanno trovato conferma nelle parole del presidente dell’Inps, Tito Boeri: le donne vengono discriminate da questo governo anche per quanto riguarda le pensioni. La cancellazione del congedo di paternità, prevista dalla manovra, rientra nella strategia leghista, con il silenzio-assenso del Movimento 5 Stelle, che vuole ridimensionare il ruolo della donna nella società. Deve essere lei a provvedere alla crescita dei figli, esentando il padre da questo compito. Una visione retrograda che respingiamo, come stiamo facendo con molte iniziative già svolte e tante altre che verranno”. Brignone cita anche “l’attacco alla 194, per interposta istituzione cioè attraverso il Comune di Verona, il ddl Pillon sull’affido condiviso, che vuole le donne succubi dei mariti e il totale disinteresse verso la disparità salariale tra uomini e donne”.
RIFORMA PENSIONI, LE DOMANDE APERTE
La Legge di bilancio 2019 sbarcherà oggi alla Camera, presso la commissione Bilancio. Come noto, per quanto riguarda la riforma delle pensioni, la manovra contiene solo l’istituzione dei fondi che serviranno per finanziare Quota 100 e altre misure di carattere previdenziale. Come ricorda Il Messaggero, in tutto dovrebbero esserci 7 miliardi per la revisione della Legge Fornero. Per quanto riguarda i singoli interventi, inizialmente si pensava di inserirli in un disegno di legge collegato alla manovra. “Questo però, visto che tra l’altro la sessione di bilancio è partita in ritardo, può voler dire attendere marzo-aprile, o anche oltre, per vedere i provvedimenti effettivamente approvati. Recentemente il vicepremier Di Maio ha parlato di decreti d’urgenza da approvare intorno a Natale, ma anche questa opzione presenta alcuni problemi. Più praticabile forse l’ipotesi di trasformare le norme in emendamenti alla stessa legge di bilancio”, spiega il quotidiano romano.
A parte però la strada effettiva con cui introdurre le misure previste, restano da definire i dettagli della Quota 100. In particolare, “restano da precisare gli eventuali vincoli sulla contribuzione (quanta parte potrà essere non effettiva). Inoltre, andranno precisate le modalità di uscita effettiva: per i lavoratori privati si pensa a quattro finestre annuali, ovvero un’attesa di ulteriori tre mesi, per i pubblici il ritardo potrebbe essere di 6 o 9 mesi”. Va poi detto che non è ancora chiaro se l’esecutivo bloccherà l’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, quanto meno per quel che riguarda l’anzianità contributiva necessaria.