PER LE PENSIONI SOLO 4 MILIARDI DI EURO
Lega e Movimento 5 Stelle hanno trovato la quadra sulla manovra che conterrà anche la riforma delle pensioni e che verrà nuovamente presentata alla Commissione europea, nella speranza che si possa evitare la procedura di infrazione. Secondo quanto scrive Repubblica, alla Quota 100 andranno, per il 2019, 4 miliardi di euro, 2,7 in meno rispetto a quelli inizialmente preventivati. Per il reddito di cittadinanza, invece, il “taglio” sarà di quasi 3 miliardi, passando da 10 a 7,1 milardi, considerando il miliardo da destinare al potenziamento dei Centri per l’impiego. Il vertice svoltosi ieri sera tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio ha confermato anche che in tema previdenziale ci sarà la proroga di Opzione donna e dell’Ape social e che si interverrà con un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, che avranno anche una rivalutazione limitata. Di Maio in una nota ha scritto: “Molti di voi mi chiedono se il taglio delle pensioni d’oro sarà nella legge bilancio. Sì: confermo e straconfermo, sia a nome del MoVimento che della Lega come da accordi presi all’ultimo vertice.Ci sarà come ci eravamo impegnati a fare! E su questo non si discute perché siamo d’accordo tutti. Sotto l’albero quest’anno ci saranno meno privilegi e più diritti per iniziare bene il nuovo anno”.
IL PIANO D’ADEGUAMENTO DELLA LEGA
Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, se non si interviene nei prossimi giorni al Senato con gli emendamenti sulla Manovra nella parte delle pensioni, dal 1 gennaio decadrà il “meccanismo Letta” con il ritorno immediato del vecchio sistema di inflazione garantito dalla legge del 2000, “su tre scaglioni”. La Lega in questo senso vorrebbe tentare di trovare una soluzione e sarebbero pronti a far scattare un adeguamento parziale di tutte le pensioni, non solo quelle “d’oro”: «Un’ipotesi che sarebbe stata valutata in sede tecnica anche nell’ambito del lavoro di ricerca delle risorse necessarie per giungere a un accordo con Bruxelles». Secondo i piani svelati dal quotidiano economico, l’idea del Carroccio sarebbe quella di garantire l’indicizzazione completa solo agli assegni fino a tre volte il minimo (ovvero 1500 euro al mese) e di poterla poi ridurre in maniera progressiva sula base di altri successivi 4 scaglioni per i trattamenti rimanenti («fino al 50% per quelli superiori a 3mila euro al mese», scrive ancora il Sole 24 ore). (agg. di Niccolò Magnani)
LEGA: “NON PENALIZZARE CHI VERSA I CONTRIBUTI”
Nel raduno dei “pensionati d’oro” una parte della Lega prova a fare la “voce grossa” contro i propri stessi compagni di Governo del M5s e “mette in difficoltà” Salvini che ieri ha confermato come alla fine con Di Maio «si troverà un accordo sulla quota 100 e la riforma delle pensioni d’oro». Paolo Grimoldi, segretario nazionale per la Lombardia (e deputato del Carroccio) spiega a Repubblica «siamo consapevoli delle difficoltà di governare con un alleato che era in antitesi alla nostra coalizione. A chi ci critica, dico che la nostra linea è intervenire ma salvaguardando chi ha pagato i contributi. Se hai una lauta pensione, ma hai versato il giusto, l’assegno è comunque giustificato da quello che hai pagato lavorando. E’ invece corretto intervenire su chi gode di un assegno non giustificato dai contributi». Dopo la Quota 100 “a metà”, la Lega teme la rabbia del Nord contro quel partito invece sempre sostenuto e per questo Grimoldi (come su altri campi di battaglia sta facendo Giorgetti) prova a tirare la giacchetta di Salvini per convincerlo a salvaguardare di più il proprio elettorato: «Chi ha pagato i contributi è al Nord: difendendo quelle pensioni difendiamo i nostri elettori. Non è un mistero che la Lombardia sia l’unica regione in attivo tra percettori di pensione e versamenti: dobbiamo tutelarli», spiega ancora Grimoldi ai colleghi di Rep. (agg. di Niccolò Magnani)
PENSIONATI D’ORO VS DI MAIO: “UN EVASORE”
Non ci stanno ad essere “attaccati” e considerati come il “male dell’Italia” i pensionati d’oro e attaccano il loro principale avversario, il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio dopo che all’interno della Manovra, oltre alla Quota 100, un punto decisivo della riforma pensioni sarà proprio la lotta contro gli assegni d’oro: «E questo è inaccettabile, oggi non si parla più di contrasto all’evasione fiscale, perché è più facile scovare i pensionati, i cui redditi sono negli elenchi dell’anagrafe tributaria e che hanno fatto i loro doveri di contribuenti», spiega Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida durante il raduno a Milano ieri di tutti gli ex lavoratori con redditi di pensioni alte che rischiano il “taglio” per volontà del M5s. «Non c’è equità senza merito», si scandiva ieri al teatro Nuovo di Piazza San Babila a Milano, con la presenza di tutte le associazioni più rappresentative della dirigenza, pubblica e privata.
«Le pensioni che percepiamo ce le siamo guadagnate attraverso responsabilità e sacrifici, versando contributi enormi. I nostri stipendi erano alti? Certo. Perché alte erano le nostre responsabilità. Le nostre pensioni sono più elevate di altre? Ovvio. Perché noi abbiamo sempre versato contributi altissimi e agito alla luce del sole. Avete bisogno di fare cassa? Rivolgetevi ai disonesti e al lavoro sommerso. Premiare i disonesti o i nullafacenti con il reddito di cittadinanza a danno di chi si è sempre comportato lealmente lavorando tutta la vita, è inaccettabile. Siamo stanchi di vedere governi che ci mettono le mani in tasca: negli ultimi anni le nostre pensioni si sono impoverite del 20%», attacca ancora Eros Andronaco, vicepresidente di Federmanager. L’affondo finale è proprio contro Di Maio, «Siamo alla follia, il padre di Di Maio non paga i contributi ai propri dipendenti e dobbiamo farlo noi? Noi abbiamo sempre pagato le tasse e in questa platea nessuno è un evasore» tuona il vicepresidente del Cimo, come riporta Il Giornale. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DI MAIO
Intervenendo alla trasmissione Stasera Italia, in onda su Rete 4, Luigi Di Maio ha detto che il Governo, nell’ambito della riforma delle pensioni, interverrà in due modi sugli assegni più alti: “Prima tagliamo tutte quelle pensioni sopra i 4000 euro netti per chi non si ha mai versato i contributi – per chi li ha versati non gliela tocchiamo – e, inoltre, adeguiamo le pensioni d’oro all’inflazione. Se hai preso ingiustamente una pensione d’oro per vent’anni senza aver versato i contributi non solo mi devi dare quello che non potevi prendere, ma mi devi dare anche gli arretrati. Quindi arriviamo a circa 1 miliardo di euro di risorse: questo vuol dire dimostrare che i soldi si potevano prendere dalle pensioni d’oro e quelli di prima non l’hanno voluto fare, non è che non l’hanno potuto fare”.
Contro questo intervento si sono già schierate diverse associazioni di pensionati, che hanno ricevuto anche l’appoggio di Cristina Rossello, deputata di Forza Italia, che in una nota segnala come “tagliare le pensioni degli anziani che, a vario titolo, si sono conquistati una propria posizione onestamente, ritenendo che non abbiano diritto a ricevere più di una certa somma e d’un tratto spogliandoli e depredandoli di un diritto acquisito, fingendo che ciò che sarà tolto a loro andrà ai meno fortunati, è una nuova forma di cannibalismo sociale istigata da chi non conosce il valore del sacrifico di una vita di lavoro e di sacrificio per l’agognato traguardo di una serena vecchiaia”. La forzista fa quindi appello alla Lega perché fermi questo intervento.