FORNERO, “QUOTA 100? SOLDI BUTTATI VIA..”

Era la principale nemica dei comizi di Salvini prima delle Elezioni Politiche del 5 marzo scorso e oggi è la principale accusatrice della Quota 100 messa a punto dal Governo gialloverde nella Manovra in via di approvazione: «La smettessero con questi toni trionfalistici, con atteggiamenti poco maturi e da gradassi», spiega l’ex Ministro del Lavoro Elsa Fornero all’Adkronos, assai contraria alla base della legge leghista che vuole proprio superare il regime della Riforma da lei stessa messa a punto durante il Governo Monti. «La controriforma annunciata non è stata come promesso, perchè ‘quota 100’ è un sistema non selettivo, che non si rivolge a chi ha avuto una vita lavorativa dura e che anzi rischia di creare divisioni, fatta per i lavoratori del Nord», attacca ancora la Fornero ai colleghi di Adn. Non solo, secondo l’ex Ministro «non si sarebbero dovuti spendere molti soldi quando ce ne sono pochi, solo per sventolare la bandiera di una norma sul pensionamento anticipato che è a termine. La Manovra di Bilancio appena approvata al Senato è realmente pessima». (agg. di Niccolò Magnani)



DI MAIO: “QUOTA 100 E PENSIONI MINIME DA FEBBRAIO”

In un post-video su Facebook, il Ministro del Lavoro nonché leader del M5s fa il punto sulla situazione delle pensioni dopo la Manovra approvata ieri sera al Senato e in vista dell’ultima votazione alla Camera il prossimo 28 dicembre. «Stanotte ero in Senato dove è passata la manovra del popolo. Viene massacrata da coloro che in tutti questi anni ci hanno tolto diritti», spiega il vicepremier del Movimento 5 Stelle che entra poi nello specifico della riforma pensionistica. «Sono orgoglioso che da marzo parte il reddito di cittadinanza, da febbraio-marzo parte quota 100, da febbraio-marzo partiranno le pensioni minime – pensioni di cittadinanza – e le pensioni di invalidità che si alzano a 780 euro»; poco dopo lo segue anche Salvini che sempre su Facebook in un lungo video ricorda lo sforzo per rispettare il contratto di Governo sul fronte pensionistico, aggiungendo «Facciamo che sia l’ultima Manovra che ci costringa a una trattativa di settimane con la Ue». (agg. di Niccolò Magnani)



I CONTENUTI (ULTIMI) DELLA MANOVRA

Con il voto-bagarre avvenuto ieri sera al Senato, i contenuti della Manovra sono ora più “chiari” anche in merito al tema delle pensioni: in particolare, la riforma della Quota 100 viene rivista al ribasso in termini di cifre, come richiesto dall’Unione Europea. Saranno 2,7 i miliardi tagliati dalla misura messa in studio dalla Lega che così passa a 4 e non più 6,7 miliardi di euro per far partire la prima revisione della Legge Fornero. Nel 2020 la copertura prevista è di 8 miliardi, e di 7 nel 2021: per quanto riguarda invece il taglio alle pensioni d’oro, fortemente voluto dal M5s, nel maxiemendamento votato al Senato viene confermato il “prelievo di solidarietà” per cinque anni e riguarderà tutti gli assegni superiori a 100mila euro. Il taglio sarà del 15% per la parte eccedente fino ai 130mila euro, al 25% per la parte che eccede dai 130 ai 200mila euro, al 30% per dai 200mila fino ai 350mila, al 35% fra i 350mila fino a 500mila e al 40% oltre i 500mila. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LA VOCE DEI SINDACATI

La riforma delle pensioni, oltre a Quota 100, porterà a un intervento sulla rivalutazione delle pensioni che sta già facendo discutere. Infatti, sopra i 1.500 euro al mese verrà progressivamente ridotta l’indicizzazione degli assegni. “Da uno studio della Uil si evince che, per una pensione lorda pari a 6 volte il minimo, la mancata ripresa dell’indicizzazione si traduce in una perdita di 167 € annui dal 2019 e per il resto della vita del pensionato”, segnala Domenico Proietti, che annuncia battaglia contro un “provvedimento inaccettabile”. Anche il candidato alla Segreteria della Cgil, Vincenzo Colla, ha spiegato che pur essendo a favore di Quota 100 non può non rilevare l’iniquità della scelta del Governo sulla rivalutazione delle pensioni. Annamaria Furlan e Gigi Bonfanti fanno sapere che Cisl e Fnp sono pronte “a promuovere forme di mobilitazione e di lotta”.

I due sindacalisti, come si legge su Conquiste del lavoro, fanno anche notare che “la risposta del Governo del Cambiamento si omologa alle prassi degli ultimi Governi: colpire e fare cassa con i pensionati ancora una volta e non agire in modo forte e determinato, ad esempio, contro l’evasione fiscale”. Si tratta, dal loro punto di vista, di un “meccanismo profondamente sbagliato perché colpisce per intero il complesso dei trattamenti pensionistici e non procede in modo progressivo”. Fnp e Cisl, quindi, “chiedono con forza che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che effettivamente risponda ai bisogni di milioni di pensionati e di pensionate e che permetta davvero di non far perdere il potere di acquisto delle pensioni, come di fatto oggi accade”.