Decreto dignità, boom precari: 53 mila contratti a termine, questo l’allarme lanciato da Assolavoro. Come sottolineato da La Stampa, il dato si riferisce alle persone che a partire dal 1° gennaio 2019 non potranno essere riavviate al lavoro attraverso le agenzie per il lavoro, poiché raggiungeranno i 24 mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato. Quella dell’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro è una stima prudenziale, con una proiezione sull’intero settore dei dati rilevati dagli operatori associati: la richiesta è quella di «correggere il tiro a tutela dei lavoratori». E non solo: Federmeccanica sottolinea che con il decreto firmato da Luigi Di Maio, che ha “ignorato” gli ex Co.co.co e Co.co.pro«il 30% delle imprese del settore metalmeccanico non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere».



BOOM DI PRECARI CON IL DECRETO DIGNITA’

Come sottolinea l’Huffington Post, Il direttore generale di Federmeccanica rileva che «le norme non creano occupazione, possono agevolare o meno un percorso di assunzione. Noi riteniamo che la flessibilità possa agevolare. Una flessibilità che non significa precarietà visto che nel nostro settore il 40% dei contratti a tempo indeterminato sono trasformazioni di contratti flessibili e il 98% dei contratti sono a tempo indeterminato». E il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico è finito nel mirino delle opposizioni, ecco le parole del dem Maurizio Martina: «Il decreto Di Maio produce disoccupazione, altro che dignità. Secondo Federmeccanica il 30 per cento delle imprese non rinnoverà i contratti a tempo determinato ai propri dipendenti». Queste le parole di Matteo Renzi: «Assolavoro ha presentato le prime conseguenze del Decreto Dignità. Con questa legge voluta da Di Maio da gennaio ci saranno 53Mila posti di lavoro in meno. Con il JobsAct oltre un milione di posti di lavoro in più in 4 anni, con il Dignità 53Mila posti in meno solo nei primi mesi».

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