PATUANELLI CONFERMA TAGLIO PENSIONI D’ORO

Intervistato da lanotiziagiornale.it, Stefano Patuanelli ha detto che il Governo continua a lavorare per la messa a punto definitiva della manovra, con la possibilità “che venga ritoccato il numero deficit/Pil, ma certamente non stravolto”. Per il capogruppo M5s al Senato, infatti, ci potrà “essere ulteriore risparmio perché gli importi che abbiamo inserito per il Reddito di cittadinanza e per il superamento della legge Fornero avranno uno sconto favorevole per il fatto che, ad esempio, il Reddito verrà erogato dal 31 marzo. Ma quello che ci interessa è dare impulso alla crescita del Paese”. Patuanelli ha anche confermato l’intenzione di intervenire sulle pensioni sopra i 90.000 euro lordi annui, con “una sorta di contributo di solidarietà che va dal 25 al 40%”. Rispetto alle proteste che si sono sollevate da parte di chi percepisce assegni di tale entità ha detto che “fa ridere che chi ha una pensione da 90mila euro e che continuerà a prendere comunque 4-5mila euro al mese, sia costretto a espatriare. Io mi chiedo cosa deve fare chi vive sotto la soglia di povertà. Ci vorrebbe un po’ più di buon senso”.



LE PAROLE DI DI MAIO E GELMINI

Continua il lavoro del Governo per mettere a punto la manovra 2019 con l’obiettivo di varare la riforma delle pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza, riuscendo comunque a evitare l’apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Luigi Di Maio, intervistato dal Tg2, ha ricordato che sono già state reperite le risorse “per pensioni di cittadinanza, aumento delle pensioni di invalidità, reddito di cittadinanza, quota 100 per superare la Fornero, Ires al 15%, partite Iva con tassazione solo al 15%”. Il punto è che questi interventi “potrebbero costare meno dei soldi che abbiamo stanziato”. Ecco quindi il punto che è oggetto della trattativa con l’Europa. Resta da capire tuttavia a quanto ammonteranno le risorse stanziate dopo tale trattativa per la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza, posto che una parte di queste potrà arrivare dal taglio delle pensioni d’oro che, sempre secondo quanto ha detto Di Maio, arriverà fino al 40%. Un provvedimento contro cui protesta Mariastella Gelmini, che su Twitter ha scritto: “Il Governo vuole tagliare – dal 25 al 40% – l’assegno pensionistico del ceto medio: altro che pensioni d’oro. L’ennesimo inaccettabile schiaffo a chi ha lavorato una vita, a chi produce, e che colpirà soprattutto il Nord”.



LA CRITICA DI BRUNETTA

Renato Brunetta è piuttosto duro nel giudicare la manovra che il Governo sta mettendo a punto e che comprenderà reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni con Quota 100. L’ex ministro, partecipando a Porta a porta, ha ricordato che l’esecutivo “ha ipotizzato un tasso di crescita per l’anno prossimo dell’1,5% del Pil. Tutte le previsioni ci dicono che questo valore andrà ben al di sotto dell’1%. Io dico personalmente 0,5-0,8%. Se non si fa nulla, o se si fanno le cose sbagliate, questo è il destino: recessione”. Una situazione di fronte alla quale “occorrono manovre anticicliche: spendere, ma spendere bene. O facendo investimenti, o riducendo la pressione fiscale, esattamente il contrario di quello che sta facendo il Governo con il reddito di cittadinanza e con quota 100 per le pensioni”. Secondo quanto riportato dall’agenzia Dire, Brunetta ha evidenziato che bisognerebbe quindi “prendere i 15-16 miliardi di euro previsti per il finanziamento del reddito di cittadinanza e quota 100 e impiegarli tutti sugli investimenti o per la riduzione della pressione fiscale. Solo così si contrasta la recessione e si riesce, forse, a farsi dire di sì dall’Europa”.



LE PAROLE DI DAVIDE AIELLO

Davide Aiello, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera, ha fornito indicazioni utili sulla riforma delle pensioni con Quota 100 che la maggioranza sta mettendo a punto in un’intervista rilasciata a pensionipertutti.it. Ad esempio, ha confermato la proroga di Opzione donna, spiegando che “tutte le lavoratrici che al 31 dicembre 2018 avranno 58 anni se dipendenti o 59 se autonome, e 35 anni di contributi potranno andare in pensione”. Aiello ha invece escluso salvaguardie per gli esodati, perché “noi vogliamo aiutare chi davvero ha diritto alla pensione. Prevedremo quindi sistemi che permetteranno a chi rientra nella definizione di ‘esodato’ di poter accedere finalmente alla pensione”. Su Quota 100, invece, ha spiegato che “i dettagli saranno contenuti in un decreto collegato alla Legge di Bilancio di prossima approvazione. Al momento questi sono i dati certi, ma potrebbero esserci sviluppi politici”. Quanto all’ipotesi di varare Quota 41 in futuro, ha detto che “dobbiamo valutare innanzitutto che effetti avrà quota 100. Successivamente potremo prendere in considerazione altre misure come quota 41, sempre nell’interesse dei lavoratori e del loro diritto di andare in pensione”.

LE PROPOSTE DEL PD BOCCIATE

La riforma delle pensioni con Quota 100 ancora non è entrata nella manovra 2019 e Debora Serracchiani ha criticato per questo l’esecutivo, segnalando anche che “come Partito democratico abbiamo presentato una serie di emendamenti mirati e concreti: abbiamo proposto la proroga e stabilizzazione dell’Ape sociale (che al momento è l’unico strumento in grado di dare risposte ai disoccupati di lungo corso e lavoratori precoci), la proroga della cosiddetta opzione donna. Ma abbiamo ricevuto solo no.  Abbiamo inoltre suggerito di ampliare la platea dei pensionati a cui dare la 14° mensilità e nemmeno su questo Lega e M5S hanno voluto ascoltarci. Allora abbiamo proposto di prevedere almeno la nona salvaguardia per gli ultimi 6000 esodati rimasti. Niente. Solo una porta in faccia. Infine, abbiamo sperato che Lega e M5S dicessero di accogliere almeno la proposta di aumento del fondo amianto per le vittime non professionali e per i loro familiari e di riaprire i termini dei benefici previdenziali per le persone che sono state esposte a amianto. Silenzio assordante”. Dunque per la deputata dem, “non solo questa è una manovra inesistente, ma abbiamo trovato anche una maggioranza e un governo completamente sordi ai bisogni di milioni di italiani”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA

Alberto Brambilla è consigliere della Lega sui temi previdenziali e c’è chi lo vede come possibile sostituito di Tito Boeri alla guida dell’Inps. Le sue idee sulla riforma delle pensioni sono quindi da leggere sempre con interesse. In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, per esempio, evidenzia che a suo modo di vedere sarebbe un errore vietare, come si vuol fare con la riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100, il cumulo tra pensione e redditi da lavoro. “In Italia, su 16 milioni di pensionati oltre 1 milione lavorano e, con il cumulo dei redditi da pensione e lavoro, si pagano da loro stessi la loro pensione senza quasi gravare sulle finanze pubbliche; fossero 2 milioni, magari opportunamente incentivati, il vantaggio per le casse pubbliche sarebbe notevole”, scrive Brambilla, secondo cui nel nostro Paese prevale però la tesi secondo cui togliendo lavoro a una persona anziana si creerà occupazione per un giovane.

“A parte che non esiste alcuno studio che avalli questa fantasiosa narrazione (c’è anche chi dice che ogni pensionato apre la strada a ben 2 giovani, ma qui siamo ai confini della realtà), esiste invece una serie di dati Eurostat che comprovano il contrario: nei Paesi dove gli anziani lavorano di più anche il tasso di occupazione dei giovani è più elevato, viceversa dove gli ultra 55enni lavorano meno come in Italia, anche i giovani sono molto più disoccupati”, sono le parole usate dall’ex sottosegretario al Welfare, che è dunque critico anche con il Governo Conte. Chissà se le sue parole verranno o meno tenute in considerazione quanto meno dalla Lega.