Il prossimo obiettivo per il Governo è il rinnovo dei contratti statali per il comparto Sanità: dopo il Comparto Centrale, la Scuola, le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco, ora il grande ostacolo verso un quasi del tutto rinnovamento della Pubblica Amministrazione passa da medici, infermieri, oss e operatori nel mondo della Sanità italiana. Ma qui i dissidi tra sindacati e Aran, e all’interno delle stesse sigle, non promettono una veloce “partita” per la firma sul contratto nazionale e i conseguenti aumenti stipendiali. «Nel prendere atto che le Regioni hanno deliberato l’atto di Indirizzo che finanzia il 2018 (per arrivare al 3,48% del monte salari come per i dipendenti statali) con le risorse economiche stabilite dall’accordo del 30 novembre 2016 – accordo da noi non sottoscritto – ribadiamo che i motivi dello sciopero indetto per il 23 febbraio rimangono tutti in piedi», scrive in un lungo post il sindacato NurSind, tra i non pochi refrattari alla firma “veloce” del contratto Pa.



Detto in maniera ancora più esplicita, «Gli infermieri del Nursind non vogliono un “contratto subito” per compiacere la politica ma vogliono un contratto dignitoso e per tale motivo sciopereranno il giorno 23 febbraio e si raduneranno in piazza Santi Apostoli a Roma per dissentire verso le politiche di definanziamento del fondo sanitario nazionale e verso un contratto peggiore dell’attuale». Ora non resta che capire cosa faranno le altre sigle e come si comporteranno in vista del nuovo appuntamento in Aran del 20 febbraio prossimo a Roma.



SODDISFAZIONE IN ARAN

C’è soddisfazione in Aran – l’agenzia che cura le trattative della Pubblica Amministrazione in sede contrattuale – dopo le prime firme in alcuni comparti Pa degli scorsi giorni. Il direttore Sergio Gasparrini ha spiegato con soddisfazione che «Il contratto è un mix tra istituti che  guardano a migliorare la qualità dei servizi e al contempo pongono attenzione particolare al riconoscimento delle professionalità dei dipendenti pubblici. Inoltre, tende alle tutele dei lavoratori che si trovano in situazioni di gravi malattie», ha spiegato all’Adnkronos il presidente Aran. Aveva poi spiegato come l’intero lavoro istruttorio è a buon punto e «se si dovessero sciogliere anche le ultime riserve, ovvero l’atto di indirizzo, l’Aran e in condizioni di dedicarsi a tempo pieno per portare a termine queste delicate contrattazioni». Restano ancora fuori Sanità ed Enti Locali, anche se i sindacati del primo comparto sono stati convocati per il prossimo 20 febbraio, come spieghiamo nel dettaglio in questo approfondimento.

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