LA UIL RICORDA LA FASE 3 PER CAMBIARE LA LEGGE FORNERO
Il varo della convenzione quadro tra Inps e Adepp viene salutata con favore dalla Uil. Domenico Proietti ricorda infatti che ora “centinaia di migliaia di italiani potranno finalmente ricongiungere gratuitamente ai fini pensionistici i contributi maturati in casse diverse, così che nessun contributo versato dai lavoratori andrà perso”. In una nota, il Segretario confederale della Uil spiega che la misura “è uno dei grandi risultati dell’iniziativa e della mobilitazione della Uil, della Cisl e della Cgil, che insieme a misure come l’Ape sociale, l’Anticipo pensionistico per i precoci, la quattordicesima e l’estensione della no tax area per i pensionati hanno reintrodotto elementi di equità nel sistema previdenziale”. Il sindacalista guarda anche avanti e non dimentica di sottolineare che “all’inizio della prossima legislatura sarà necessario avviare la fase 3 sulla previdenza per continuare a cambiare la legge Fornero”.
IL FACT-CHECKING SULLE PAROLE DI EMMA BONINO
Agi ha deciso di sottoporre al fact-checking le dichiarazioni di Emma Bonino rilasciate due giorni fa durante il forum Ansa-Facebook in vista delle elezioni del 4 marzo. L’ex ministra aveva detto che quando si parla di cancellare la Legge Fornero bisognerebbe tenere presente che “le pensioni costano 260 miliardi, due volte il bilancio Ue”. “Emma Bonino ha ragione sul costo delle pensioni, se ci riferiamo al bilancio annuo dell’Inps”, segnala l’Agi, aggiungendo che il bilancio Ue per il 2017 dell’Ue prevede 134,49 miliardi di pagamenti. “Ha dunque quasi ragione Emma Bonino a sostenere che l’Italia spenda in pensioni il doppio del bilancio Ue. I 134,49 miliardi di pagamenti del 2017 moltiplicati per due fanno circa 270 miliardi di euro: poco più dei 261,531 miliardi di spesa per pensioni per quell’anno prevista dall’Italia”.
CUMULO E LAVORO DI CURA, LA BATTAGLIA DEL CODS VA AVANTI
Orietta Armiliato ha scritto un’importante precisazione sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social. Ovvero che il comitato stesso “non ha alcuna intenzione di lasciar cadere il discorso del Cumulo gratuito dei contributi anche per quelle categorie di lavoratrici (donne con 35 anni di contribuzione mista e/o esodate) oggi ingiustamente tagliate fuori dalla possibilità di accedere alla misura dell’Opzione Donna poiché la palese iniquità di questa esclusione, grida vendetta e la grida forte e non permetteremo che rimanga inascoltata”. Armiliato ha anche garantito che “continueremo a portare avanti il fondamentale principio che deve veder riconosciuto e valorizzato ‘il lavoro di cura’ che noi donne svolgiamo a beneficio di tutti salvo noi stesse”. Tuttavia non nasconde che occorre sapere prima quali saranno gli interlocutori politici delle richieste del Cods. Per questo occorrerà aspettare le elezioni e la formazione del nuovo Governo.
FEDERMANAGER PENSA AI GIOVANI
Arriva un’importante novità per gli iscritti a Previndai, il fondo pensione dei dirigenti industriali. Romano Ambrogi, Presidente di Aldai-Federmanager, ha infatti spiegato che c’è la possibilità di iscrivere i familiari fiscalmente a carico, un vero e proprio “antidoto al rischio previdenziale dei giovani”. In buona sostanza si potrà cominciare a fornire una dote previdenziale ai propri figli, che potrà quindi rivelarsi utile nel loro futuro. Con questa iniziativa, il sistema Federmaneger lancia un messaggio importante per le generazioni future: come da piccoli si impara a risparmiare attraverso il salvadanaio, così il fondo di previdenza complementare contribuisce a garantire serenità in un futuro incerto. Ambrogi è tornato a chiedere l’innalzamento del tetto di deducibilità per incentivare l’adesione alla previdenza complementare.
LA CREAZIONE DEL FONDO TRIS
Viene già definita la strada scelta da chimici e farmaceutici per dribblare la Legge Fornero. Si tratta della creazione del fondo Tris, messo a punto da Federchimica, Farmindustria, Cgil, Cisl e Uil, che “agevola l’uscita indolore dei senior per fare entrare giovani con nuove qualifiche”. Il Corriere della Sera spiega che i lavoratori a cui mancano cinque anni alla pensione potranno lasciare il loro posto potendo contare su un assegno che sarà pari alla somma tra il valore degli strumenti pubblici a cui il lavoratore ha diritto (Naspi, Ape social e Rita) e “un’integrazione messa a disposizione dall’azienda che si sta riorganizzando”. Tuttavia non si tratta di un fondo che entra in azione in caso di crisi aziendali, ma “l’obiettivo è piuttosto gestire la trasformazione tecnologica”, spiega Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria. Dunque la finalità è quella di favorire l’ingresso in azienda di giovani che abbiano delle competenze che sono più difficili da trovare nei lavoratori anziani, che potrebbero quindi essere accompagnati verso la pensione.
Per Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica, verrà accresciuta la produttività e la competitività delle imprese, grazie a una misura che aumenta il turnover bloccato dalla Legge Fornero. Il fondo verrà alimentato dalle aziende che intendono usarlo e sarà gestito dall’Inps. Quindi, per renderlo operativo ci vorrà un decreto congiunto dei ministeri dell’Economia e del Lavoro. Il fondo potrà anche agevolare riscatti di laurea o trasformazioni di contratti da tempo pieno a part-time.
LAURA BOLDRINI: LEGGE FORNERO VA MODIFICATA
Tra i partiti che ritengono necessario intervenire sulla Legge Fornero c’è anche Liberi e Uguali. Laura Boldrini ha infatti detto che la riforma delle pensioni del 2011 “va modificata in tanti ambiti, per quanto riguarda le pensioni deve considerare le diverse categorie di lavoro”. Dal suo punto di vista è infatti giusto prevedere un pensionamento anticipato per le categorie che svolgono lavori molto usuranti. Da queste parole si può quindi intuire che la Presidente della Camera non ritenga sufficienti le attuali misure come l’Ape social che prevedono per 15 categorie (da quest’anno visto che fino all’anno scorso erano 11) la possibilità di accedere alla pensione dai 63 anni. Secondo quanto riporta Askanews, Boldrini ha anche spiegato che “si deve tendere a fare in modo che in Italia si arrivi alla media europea di 63 anni” come età pensionabile. Dunque bisognerebbe invertire l’attuale trend di innalzamento dei requisiti pensionistici.