LA POSIZIONE DI LIBERI E UGUALI SULLA LEGGE FORNERO
Liberi e Uguali non sembra intenzionato ad abolire la Legge Fornero in caso di vittoria alle elezioni. Tuttavia i suoi esponenti non mancano di evidenziare la necessità di alcuni cambiamenti all’attuale sistema pensionistico. Piero Grasso ha infatti detto al forum Ansa-Facebok che la Legge Fornero va solamente rimessa in ordine tenendo conto del tipo di lavoro svolto e dalle esigenze delle persone. Vasco Errani, ex Presidente dell’Emilia-Romagna, in un’intervista a leggilanotizia.it, ha meglio esplicitato la posizione del partito spiegando che “per quanto riguarda le pensioni, evidenziamo la necessità di rivedere la legge Fornero prevedendo gradualità per i lavori usuranti. In futuro occorrerà tener conto, per l’anzianità contributiva, dei periodi di formazione e di disoccupazione involontaria”.
LA CRITICA DI GENTILONI A BERLUSCONI
Mentre Silvio Berlusconi da Milano ha ribadito di voler alzare le pensioni minime a 1.000 euro e di garantire la stessa cifra anche a tutte le mamme una volta raggiunti i 67 anni, Paolo Gentiloni, ospite di Domenica Live, ha detto che il Partito democratico pensa di aiutare i pensionati in varie forme, per esempio con un aiuto fiscale ha chi ha bisogno di una badante o di cure ospedaliere. “Potrei dire che raddoppiamo le pensioni, purtroppo qualcuno lo fa, ma non fa bene alla credibilità della politica”, ha aggiunto il Premier, facendo evidente riferimento alla promessa del Presidente di Forza Italia. Gentiloni ha poi aggiunto che per gli anziani c’è anche bisogno di un sistema sanitario efficiente e di una maggior sicurezza, visto che la cronaca mostra spesso che sono tra le vittime di raggiri e furti negli appartamenti.
NOI CON L’ITALIA: “IMPOSSIBILE ABOLIRE LA LEGGE FORNERO”
Il tema forte è sempre quello della legge Fornero, e la campagna elettorale non aiuta a mettere del “sereno” sul fronte pensioni (sicuramente caldo anche per la prossima legislatura). In un incontro tenuto ieri a Grosseto, la candidata capolista al Senato per Noi con l’italia-Udc in collegio plurinominale Toscana 2, Olga Ciaramella, ha spiegato che la proposta della “quarta gamba” del centrodestra in merito alla riforma pensioni è tutt’altro che la “rivoluzione” rispetto al recente passato. «Non possiamo promettere l’abolizione della Legge Fornero: forse non riusciremo a eliminarla definitivamente. I costi sono troppo alti che una tale decisione comporterebbe mettere un freno alla volontà di abrogarla, costi che l’Italia ad oggi non può assolutamente sostenere». Non solo, secondo il partito di Lupi e Fitto, le legge Fornero da abolire costerebbe allo Stato una imponente operazione di spending review, che comunque andrà eseguita nei prossimi 5 anni per fare meglio della recente Legislatura. (agg. di Niccolò Magnani)
IL MECCANISMO INDISPENSABILE PER IL SISTEMA
La campagna elettorale è in corso e non mancano le proposte per rivedere il sistema pensionistico, dopo che è stato deciso di aumentare i requisiti per accedere alla quiescenza in base all’aspettativa di vita a partire dal 2019. In un articolo su Lavoce.info, Carlo Mazzaferro si chiede se l’Italia possa permettersi di abbandonare questo meccanismo automatico che lega i requisiti pensionistici alla speranza di vita. Il Professore di Scienza delle finanze ricorda che nei sistemi a ripartizione come il nostro, “la spesa corrente per pensioni è finanziata dai contributi sociali pagati dai lavoratori nel medesimo anno. La stabilità finanziaria del sistema dipende dunque anche dal rapporto tra il numero di pensionati e quello degli occupati”.
E c’è da dire a questo proposito che “la numerosità delle coorti in uscita dal mercato del lavoro nei prossimi decenni è molto maggiore di quella delle coorti in entrata”. Questo perché la generazione baby boomers si sta avvicinando all’età di pensionamento, mentre coloro che si stanno affacciando sul mercato del lavoro, nati dopo il 1990, non sono così tanti. “Al tempo stesso non sembra che gli italiani, nella loro maggioranza, siano disposti ad accettare l’idea che lavoratori di altre nazionalità possano compensare lo scompenso demografico”. Ecco che “l’aggancio automatico alle aspettative di vita sembra dunque una politica ragionevole, se non si vuole mettere in discussione la stabilità finanziaria del sistema pensionistico”. Mazzaferro ricorda anche che all’interno del sistema esiste “un ulteriore meccanismo di riequilibrio: la regola contributiva”.