Dal 1 marzo 2018 scattano gli arretrati dei lavoratori statali delle Funzioni Centrali, i primi che hanno visto il rinnovo dei propri contratti nelle scorse settimane: secondo l’accordo stabilito e firmato in Aran a fine dicembre 2017, saranno da domani accreditati a circa 250mila lavoratori del comparto Centrali tramite il consueto cedolino NoiPa che gestisce tutte le retribuzioni del personale nel pubblico. «Giovedì 1 marzo – si legge nel sito on line – è la data di valuta per l’accreditamento degli arretrati derivanti dagli incrementi degli stipendi tabellari mensili lordi previsti dal contratto nazionale di lavoro 2016-2018 del comparto Funzioni centrali (ex comparto Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Enti ex art.70)». Nella seconda parte della nota apparsa sul portale NoiPa, si legge ancora che l’effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti «può avvenire nell’arco dell’intera giornata, in relazione alle diverse modalità operative degli istituti bancari». Per sapere la somma esatta, consultate il proprio cedolino già caricato online da qualche ora. 



RINNOVO POLIZIA LOCALE, ECCO COSA CAMBIA

«Dopo quasi nove anni di attesa, abbiamo ottenuto per le lavoratrici e i lavoratori del comparto funzioni locali un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro», spiega il segretario Generale Cisl FP Maurizio Petriccioli dopo il rinnovo dei contratti statali per gli Enti Locali, la penultima piazza da aggiornare prima del vasto e complesso mondo della Sanità, anch’esso con l’accordo siglato settimana scorsa. «È stata una trattativa lunga e articolata su più punti abbiamo realizzato, tra le altre cose, un aumento medio al tabellare di 85 euro lordi, in linea con quanto stabilito nell’intesa del 30 novembre 2016; una sezione che valorizza le specificità della Polizia Locale», continua Petriccioli dopo la lunga trattativa tenuta in Aran per l’aumento stipendiale delle Funzioni Locali. Accordo importante, conclude il sindacalista Cisl, anche per la «revisione del sistema di classificazione del personale, a partire da una sezione specifica per il settore educativo e scolastico; una ulteriore posizione economica aggiuntiva per ogni categoria; l’incentivo al Lavoro Agile; infine, abbiamo ottenuto una giusta valorizzazione della contrattazione territoriale».



DOPO LA FIRMA RIPARTE TRATTATIVA POST-2019

Tutti i macro-comparti della Pubblica Amministrazione hanno visto la firma dei contratti statali, quantomeno in pre-accordo: il progetto messo a punto da Madia e Gentiloni – ovvero di arrivare alle Elezioni con tutti i comparti che chiedevano rinnovo del contratto e aumento stipendiale sul triennio 2017-2019 – è andato a punto, anche se non mancano le critiche di tanti sindacati che valutano i provvedimenti come delle “mancette elettorale” buone sole a “tappare” un buco. La trattativa ripartirà subito dopo le Elezioni e andrà a vedere le voci di rinnovo contratti sul fronte post-2019 e programmazione futura: stando alle prime reazioni “generali” dei sindacati, vi è soddisfazione per aver trovato la quadra dopo anni di promesse mai mantenute. «È un contratto particolarmente atteso volto a dare piena attuazione alle esigenze attese dalla categoria», ha aggiunto il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, responsabile del pubblico impiego. Per il segretario Uil, Carmelo Barbagallo, «Giustizia è fatta. Finalmente, dopo circa 10 anni, sono stati ripristinati i diritti contrattuali di tutti i lavoratori del pubblico impiego».



FEDELI, RINNOVO NON È UNA MANCETTA

Il ministro del Miur è stata ospite a RepTv per lanciare la campagna elettorale del Pd sul fronte Scuola e conoscenza: Valeria Fedeli ha così risposto anche alle critiche giunte in queste settimane sul rinnovo dei contatti statali sul comparto Miur, soprattutto a chi diceva che gli aumenti stipendiali sotto elezioni sono una sorta di “mancetta elettorale”. «Abbiamo dovuto mettere insieme due finanziarie per raggiungere l’obiettivo del rinnovo del contratto per tutti gli statali. Questo rinnovo contrattuale è un primo passo, sottoscritto dalle grandi organizzazioni sindacali. Rispetto al passato, è in questa legislatura che si è cominciato ad investire nella filiera della conoscenza», spiega il ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli che tira anche “le orecchie” sulla polemica dei licei “classisti” (che vantano sui propri documenti di autovalutazione la totale assenza di disabili e immigrati nelle proprie classi). «Si è trattato di un episodio grave. Ma il problema è l’uso improprio che si fa del Rav: il documento di autovalutazione interna della scuola non si può utilizzare per presentare l’istituto all’esterno, cioè alle famiglie».