PENSIONE DI ANZIANITÀ SIA UN DIRITTO
Armando Siri, candidato al Senato per “Salvini Premier” e tra i curatori dei programmi fiscali della Lega, è stato intervistato da pugliain.net. Ha così parlato anche di riforma delle pensioni, visto che è un tema molto sentito in questa campagna elettorale. “La legge Fornero sarà cancellata in tutte le sue forme discriminatorie e vessatorie”, ha chiarito Siri, spiegando che verrà messo a punto “un nuovo concetto di previdenza, soprattutto per garantire ai più giovani la pensione. Perciò, fatto salvo il concetto quota 100 e quota 41 (ovvero il poter andare in pensione con una somma tra l’età e i contributi che arrivi a 100, oppure un totale di 41 anni di versamenti senza vincolo di età), si deve stabilire un principio per cui la pensione di anzianità non è un provvedimento sociale, ma un diritto di chi ha versato e pagato per la prestazione”.
LA RICHIESTA DEI PRECOCI SULL’ASPETTATIVA DI VITA
In un articolo pubblicato su Avvenire, il demografo Gian Carlo Blangiardo ha segnalato che nei primi sette mesi del 2017 si è registrato, a livello annuale, un aumento dell’8% nel numero dei decessi, che andrebbe a incrociarsi verosimilmente con una decrescita ulteriore della natalità, secondo un trend che prosegue da anni. Questi dati, secondo Roberto Occhiodoro, dovrebbero far riflettere. Condividendo l’articolo sul gruppo Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” di cui è amministratore ha infatti scritto: “I dati presenti in questo articolo si riferiscono ai primi 7 mesi del 2017 ed indicano un incremento della mortalità in Italia. Quindi chiediamo fin da ora al prossimo governo, qualsiasi esso sia, di rimettere in discussione l’innalzamento dell’età pensionabile di 5 mesi. E non vogliamo sentire parlare di risorse. Si muore prima quindi si deve andare in pensione prima”.
LA PROPOSTA DI ROSSINI (ACLI)
“La decisione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti di esentare quindici professioni gravose dall’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita è una buona notizia, ma andrebbe ristabilito un principio universalistico”. Lo ha affermato Roberto Rossini, Presidente nazionale delle Acli, secondo cui bisognerebbe “consentire l’accesso alla pensione in una età libera opzionabile da ciascun lavoratore, a partire da un requisito anagrafico minimo, ragionevolmente tra i 63 e i 65 anni, e prevedendo un rendimento pensionistico crescente o decrescente a seconda dell’età di accesso alla pensione”. Secondo quanto riporta l’agenzia Sir, Rossini ha spiegato che “il patrimonio contributivo accumulato dovrebbe essere restituito sotto forma di pensione in un range anagrafico libero opzionabile e ciò anche a prescindere da un requisito contributivo minimo, oppure da un importo minimo pensionistico da dover raggiungere”.
LA DOMANDA APERTA SU OPZIONE DONNA
Orietta Armiliato, a nome del Comitato Opzione donna social, ha provato a chiedere agli esponenti politici delle diverse forze in campo maggiori dettagli sulle proposte elettorali in tema di previdenza. Nessuno ha tuttavia risposto. E restano così dei dubbi sulle misure che vengono promesse. Come quella di una Opzione donna cui accedere con 35 anni di contributi e 63 di età che Il Sole 24 Ore ha attribuito al Pd. “Può piacere o meno questa proposta ma bene: parliamone! È un punto fermo dal quale si può incominciare a discutere…”, scrive Armiliato sulla pagina Facebook del Cods, aggiungendo poi: “Peccato, però, che esponenti di rilievo del medesimo partito che ha enunciato ‘l’offerta’ abbiano invece detto che si intende rendere utilizzabili i fondi residui residenti in bilancio per quanto attiene questa misura, ma con quali parametri? Pare proprio non sia dato saperlo”. Dunque sembra esserci confusione su questo tema e sarebbe bene che arrivassero dei chiarimenti dagli autori delle proposte medesime.
DI MAIO PROMUOVE LA PENSIONE DI CITTADINANZA
Luigi Di Maio sta girando l’Italia per la campagna elettorale e ha fatto anche tappa a Carbonia. tentazionidellapenna.com riporta un ampio resoconto del suo discorso al Palasport, nel quale ha ricordato come sia inaccettabile che le pensioni minime siano al di sotto della soglia di povertà. “La nostra pensione di cittadinanza, insieme al reddito di cittadinanza, ammonta, per la prima annualità, a 17 miliardi, per il secondo a 14 e va a diminuire sensibilmente con l’aumento dell’occupazione. Le coperture sono individuate nel nostro programma: i nostri tagli agli sprechi sono credibili, perché non sono operati da chi ci guadagna, da chi su questo denaro pubblico ha fondato clientele e consenso”, ha detto il candidato Premier del Movimento 5 Stelle, ricordando anche la volontà di rivedere la Legge Fornero.
ANP-CIA PER IL RICAMBIO GENERAZIONALE
L’Associazione nazionale pensionati della Confederazione italiana agricoltori intende promuovere il ricambio generazionale nelle aziende del settore. Il Presidente dell’Anp Toscana, Alessandro Del Carlo, ha infatti spiegato che “il tema dell’affiancamento per il ricambio generazionale in agricoltura si fonda sul ruolo dell’anziano che aiuta, collabora, sostiene, insegna, forse anche rimprovera, ma comunque favorisce l’inserimento del giovane agricoltore. Se questo ruolo è considerato, anche dalla legge, un valore, ciò deve valere anche per il resto delle funzioni svolte anche quando queste non sono più propriamente produttive”. La Cia Toscana, come confermato dal Presidente Luca Brunelli, intende appoggiare questa iniziativa, oltre a quella che riguarda l’aumento delle pensioni minime per gli ex lavoratori agricoli che, complice anche il carattere stagionale dell’attività, si ritrovano spesso con storie contributive contraddistinte dalla discontinuità.
“Rivendichiamo con orgoglio le iniziative e le battaglie sociali di questi ultimi anni per l’aumento delle pensioni basse” delle future pensioni degli agricoltori e dei lavoratori autonomi, ha evidenziato Del Carlo, spiegando che “un ulteriore azione e impegno che intendiamo dichiarare riguarda il tema delle future pensioni degli agricoltori e dei lavoratori autonomi”, insieme all’attenzione per le politiche sociali. “La tutela della condizione sociale degli anziani si esercita con diverse modalità e azioni; sulle pensioni abbiamo detto; il nostro impegno è chiaramente affermato”, ha aggiunto.
BOCCIA DIFENDE LA LEGGE FORNERO
Vincenzo Boccia è stato ospite questa mattina della trasmissione “Circo Massimo”, in onda su Radio Capital, nel corso della quale ha evidenziato come nella campagna elettorale si sentano tante proposte e promesse, ma nessuno sembra preoccuparsi di spiegare con quali risorse verrebbero finanziate. Tra queste c’è naturalmente la riforma delle pensioni. Il Presidente di Confindustria non ha nascosto che, in quanto imprenditori, non sarebbe dispiaciuto di cambiare la Legge Fornero, visto che potrebbe contribuire a “svecchiare” le aziende. Tuttavia, ha spiegato che occorre essere responsabili e riconoscere che toccare l’attuale sistema creerebbe dei problemi per il debito pubblico già elevato del Paese. Boccia ha infine parlato del lavoro, sottolineando che sarebbe bene rendere meno costo quello a tempo indeterminato piuttosto che più costoso quello a tempo determinato.