DAMIANO SPIEGA I PASSI PER LA NUOVA LEGISLATURA

Secondo Cesare Damiano, il dibattito elettorale sulle pensioni che si sta limitando al chiedere di cancellare o di mantenere così com’è la Legge Fornero “è semplicemente fuorviante e presta il fianco alle solite sparate demagogiche”. L’ex ministro del Lavoro evidenzia come la riforma delle pensioni del 2011 sia stata modificata negli ultimi anni e ritene che sia necessario ripartire dai provvedimenti adottati per compiere “quegli ulteriori passi che non siamo stati in grado di compiere nella passata legislatura”. Il deputato dem, che si ricandida nel collegio di Terni, ribadisce quindi quali sono questi passi: “Rendere strutturale l’Ape sociale (che scade alla fine di quest’anno), realizzare la nona salvaguardia degli esodati, proseguire con la sperimentazione di Opzione Donna e consentire, a chi ha 41 anni di contributi, di poter andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica”.



LA CIRCOLARE MIUR SULL’APE SOCIAL

Il Miur ha diffuso la nota 7673 con cui fornisce indicazioni operative riguardo la cessazione dal servizio del personale docente, Ata e dirigente scolastico che ha presentato domanda per l’Ape social e se l’è vista accogliere. Il ministero chiarisce che la domanda cartacea di cessazione potrà essere presentata all’istituzione scolastica di riferimento (per personale docente e Ata) o all’Usr di riferimento (per i dirigenti scolastici) e “le suddette cessazione decorreranno dall’1 settembre 2018 secondo la normativa vigente relativa al ‘pensionamento’ personale della scuola, atta a garantire la continuità didattica nel corso dell’anno scolastico”. Il Miur chiarisce anche che “sarà possibile inserire e convalidare le dimissioni al Sidi senza inserire la data della domanda di cessazione utilizzando il codice CS10”. Dunque per chi aveva presentato la domanda entro il 15 luglio scorso una piccola delusione: dovrà terminare l’anno scolastico prima di accedere all’Ape social, anche se aveva maturato i requisiti prima dello scorso 1° settembre.



BLOCCO DELLE PENSIONI DEL PERSONALE DELLA CAMERA

Adnkronos riporta la notizia secondo cui l’Ufficio di presidenza della Camera avrebbe deciso di bloccare le pensioni del personale di Montecitorio fino a tutto il 2019, ampliando così una decisione che era stata presa già prima di Natale dalla Presidente Laura Boldrini. Nell’agenzia viene specificato che “saranno ammesse deroghe in presenza di casi eccezionali molto limitati”. Inoltre, viene spiegata che “un’analoga decisione era già stata presa anche dal Senato”. Alla fine dell’anno scorso era scaduto il termine per il blocco degli stipendi del personale di Camera e Senato. Si attendono maggiori dettagli per capire cosa comporterà questa decisione dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio per gli ex dipendenti. Il provvedimento in questione non dovrebbe invece avere nulla a che fare con gli ex deputati.



PROSEGUE LA CAMPAGNA SPI-CGIL SUI DIRITTI INESPRESSI

Mentre è in corso la campagna elettorale, lo Spi-Cgil ha deciso di portare avanti la sua campagna itinerante sui diritti inespressi dei pensionati, con l’iniziativa “I diritti sotto casa” nell’Alto Tevere. Da Lama a Cerbara, passando per Città di Castello, Pistrino, San Giustino, Promano e Selci, il Sindacato dei pensionati italiani offrirà la possibilità ai pensionati di far controllare le loro posizioni, per verificare se si abbia diritto o meno a delle integrazione, che non vengono erogate automaticamente dall’Inps, ma solo su richiesta dell’interessato. “Tanti pensionati e tante pensionate hanno dei diritti inespressi, che nemmeno sanno di avere non si tratta di cose da poco, visto che negli ultimi due anni attraverso i nostri uffici e grazie al lavoro del patronato Inca Cgil abbiamo restituito alle tasche di pensionate e pensionati, solo in Alto Tevere, qualcosa come 350mila euro di arretrati”, ha spiegato Patrizia Venturini, Segretaria della Lega Spi Cgil Alto Tevere.

LE PROPOSTE ANC PER LA CASSA RAGIONIERI

L’Associazione nazionale commercialisti è preoccupata per la sostenibilità della Cassa nazionale previdenza ragionieri, soprattutto se “si continua a permettere il pagamento di pensioni che non trovano la giusta correlazione con i contributi effettivamente versati”. Fiscopiu riporta alcuni passaggi di un approfondimento dell’Anc sul tema previdenza in cui si chiede “al legislatore di equiparare il regime fiscale delle Casse di Previdenza a quello applicato al sistema della previdenza obbligatoria gestita dagli Enti Pubblici, così da attenuare il carico fiscale che va a gravare sugli attuali e futuri pensionati”. Del resto viene ricordato che, uniche in Europa, “le Casse di previdenza in Italia sono ancora sottoposte ad un regime fiscale di doppia tassazione”. Altra proposta dell’Anc è di aumentare i montante contributivo di chi sta ancora maturando il diritto alla pensione, di modo da salvaguardare le pensioni future.

ENPAF DIFENDE LE MODIFICHE PER I FARMACISTI

L’Enpaf ha varato una riforma delle pensioni per i farmacisti che viene difesa dal Presidente Emilio Croce. In una nota spiega infatti che “modernizzare la nostra previdenza deve avere, quale obiettivo prioritario, quello di prevedere pensioni più adeguate, garantendo la sostenibilità dei nostri conti nel medio-lungo periodo. Mettere oggi in discussione requisiti regolamentari, quale quello dell’attività professionale per accedere alle prestazioni, peraltro comune a tutte le professioni, è un non senso, così come ha, obiettivamente, poche giustificazioni riproporre temi quali il superamento dell’inscindibilità tra iscrizione all’albo e iscrizione alla Cassa che, tra l’altro, ormai nessuno tra i professionisti sanitari invoca, tenuto anche conto che il predetto superamento necessita di un provvedimento di legge”. 

I TASSI DELL’APE VOLONTARIO

Nuovi passi in avanti per la messa in opera dell’Ape volontario. Il Sole 24 Ore spiega infatti che l’Abi ha comunicato all’Inps e ai ministeri dell’Economia e del Lavoro che il Tasso annuale effettivo globale lordo per il prestito bancario sottostante all’Ape sarà, per il primo bimestre di erogazione, compreso tra il 5,89% e il 6,23%, a seconda dei mesi mancanti all’età di effettivo pensionamento. Al netto del credito fiscale, il tasso sarà compreso tra il 3,31% e il 3,43%. Nel tempo è previsto che questo tasso si adegui ogni due mesi all’andamento del mercato del credito. Il quotidiano di Confindustria riporta le parole di Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi, secondo il quale “a questo punto manca solo la chiusura della convenzione tra Inps e ministero dell’Economia per l’attivazione del fondo di garanzia”.

Stefano Patriarca, altro consigliere del Governo, ha evidenziato che “chi prenderà l’Ape nei fatti pagherà di interessi solo l’1,47%, in quanto metà di questo onere sarà restituito dall’apposita detrazione fiscale. E anche il premio di assicurazione sarà dimezzato dal bonus fiscale”. Dunque “il Taeg effettivo comprensivo di tutti i costi sarà del 3,3% fisso per 20 anni, di gran lunga inferiore a qualsiasi forma di credito al consumo e i costi incideranno effettivamente sulla pensione per l’1,6% per ogni anno di anticipo”. Val la pena poi ricordare che il prestito potrà essere estinto anticipatamente, come ricorda Il Sole 24 Ore, “con un indennizzo pari all’1% dell’importo rimborsato in anticipo”.

LA PROTESTA DEL MOVIMENTO OPZIONE DONNA

Il 2018 sarà l’ultimo anno per poter utilizzare il part-time agevolato, misura varata dal Governo Renzi per la flessibilità pensionistica, che non sembra però aver incontrato il gradimento di lavoratori e imprese. Lucia Rispoli, sulla pagina Facebook del Movimento Opzione donna fa notare che le risorse stanziate per questa misura si sarebbero potute usare diversamente, per esempio per la proroga di Opzione donna, “che avrebbe certo riscontrato molte più adesioni e comportato un netto miglioramento nella vita delle donne!”. “Perché non è stata fatta una previa verifica di impatto tra le lavoratrici ed i lavoratori di di questa misura pensionistica anticipata, varata in nome della flessibilità?”, si chiede ancora con riferimento al part-time agevolato. E poi la domanda cruciale, ovvero se “il bene delle donne è oggi il tema centrale della politica?”.