BOSSI: SALVINI E DI MAIO HANNO LE MANI BUCATE

È un giudizio piuttosto netto e duro quello di Umberto Bossi sul Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Per il Senatur, infatti, i due leader sono accomunati dal fatto di avere “le mani bucate”. Fanpage riporta alcune sue dichiarazioni rilasciate ai cronisti a palazzo Madama: “Salvini non riesce a trovare un accordo con i Cinque Stelle, sono due uguali. Hanno le mani bucate, si diceva una volta. Non hanno capito che i soldi prima si fanno e poi si possono spendere, ma Salvini ha guardato qual era la categoria più numerosa: i pensionati. E facendo la battaglia contro la legge Fornero a favore dei pensionati ha beccato un sacco di voti”. Bossi, analizzando il quadro politico attuale, si è detto anche convinto che la legislatura appena iniziata non arriverà alla scadenza naturale dei cinque anni e che si arriverà a un cosiddetto “governo del Presidente”.



RIZZETTO CONTRO L’INPS SUL CUMULO CONTRIBUTIVO

La vicenda che oppone Inps e Adepp sul cumulo contributivo gratuito, che tanti disagi sta causando ai professionisti che sperano di poter accedere alle pensione facendo valere un loro diritto, non sembra interessare molto i politici. Ma c’è un’eccezione. Walter Rizzetto, infatti, ha preso posizione sul tema, spiegando che siamo di fronte all’ennesimo caso “in cui l’Inps vuole con prepotenza far valere propri e arbitrari precetti che vanno inevitabilmente a pregiudicare i contribuenti”. Triesteprima.it riporta le parole del deputato di Fratelli d’Italia, secondo cui “per la gestione delle pratiche di cumulo l’Inps ha ottenuto un ulteriore finanziamento da parte dello Stato. È, quindi, palesemente assurda la pretesa di onerare le Casse, e dunque gli iscritti, di tali costi aggiuntivi”. Per Rizzetto, quindi, “l’Inps sta ostacolando la legittima attuazione di una legge danneggiando tutti i contribuenti che vogliono andare in pensione avvalendosi del cumulo gratuito dei contributi versati a istituti previdenziali diversi”.



CUMULO CONTRIBUTIVO, PRONTO UN ESPOSTO

La vicenda riguardante il cumulo contributivo gratuito dei professionisti potrebbe arrivare in tribunale. Il Corriere della Sera spiega infatti che un comitato “creato da alcuni professionisti interessati al cumulo ha preparato un esposto alla Procura di Roma in cui si parla di omissione o ritardo negli atti d’ufficio. Se non ci saranno novità, lo depositeranno domani”. Al momento, infatti, per via di una controversia tra Inps e Adepp sugli oneri di gestione delle pratiche, pari a 65 euro circa per ogni richiedente, il cumulo per i professionisti non è di fatto ottenibile. E ci sarebbero diecimila persone che non riescono ad accedere alla quiescenza per via di questo impedimento.  La  la Confederazione sindacale medici e dirigenti (Cosmed) ha anche parlato del rischio che ci siano dei nuovi esodati, perché c’è chi ha lasciato il lavoro confidando nella possibilità di pensionarsi con il cumulo.



FRATELLI D’ITALIA VUOL RADDOPPIARE LE PENSIONI DI INVALIDITÀ

Daniela Santanchè lancia la candidatura alla poltrona di Presidente della Camera di Giorgia Meloni, evidenziando che se Matteo Salvini intende rinunciare a quel posto, che dovrebbe andare alla coalizione di centrodestra, allora l’ex ministra avrebbe tutti i titoli per sedere sullo scranno più alto di Montecitorio. La parlamentare di Fratelli d’Italia ha anche ricordato le proposte del suo partito in vista della presentazione del Def: flat tax al 15% su quanto dichiarato in più rispetto al 2017, abolizione al tetto per l’uso dei contanti, dimezzamento dei costi di accoglienza per i richiedenti asilo, il raddoppio delle pensioni di invalidità, gli asili nido gratis, il 50 per cento dei beni e delle risorse sottratti alla mafia destinati alle forze dell’ordine e alla sicurezza”. Ancora una volta, quindi, da Fratelli d’Italia si alza la richiesta di aumentare le pensioni di invalidità.

LE RICHIESTE ANIEF

Nel giorno in cui ci sarà la proclamazione dei parlamentari eletti tramite le votazione del 4 marzo scorso, il mondo della scuola sarà in sciopero. Tra le motivazioni della protesta ce n’è anche una riguardante le pensioni. Il giorno dell’agitazione, ovvero venerdì 23 marzo, a Roma una delegazione dell’Anief, si legge in un comunicato stampa del sindacato, incontrerà i rappresentanti dell’amministrazione, diversi neo-eletti deputati e senatori e responsabili scuola dei partiti di riferimento. Tra le richieste: riapertura delle graduatorie a esaurimento “per tutti gli abilitati, tutela dei lavoratori precari e neo-immessi secondo norme Ue, sbocco dell’indennità di vacanza contrattuale, restituzione della trattenuta Tr, finestra a 61 anni per le pensioni e salario minimo legato all’inflazione”.

Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief, a proposito della rivendicazione che ha che fare con la previdenza ricorda che “non si può più ignorare che nella media Ue, l’età media è di 63 anni e che insegnanti e personale Ata devono andare in pensione a 67 anni, allargando sempre più il gap generazionale con i discenti: abbiamo il corpo insegnante più vecchio del mondo e non può essere certamente un vanto”. Nei mesi scorsi Anief aveva chiesto che tutti gli insegnanti, non solo quelli della scuola d’infanzia, potessero avere accesso all’Ape social. Tra l’altro, facendo parte dei lavori considerati gravosi, gli insegnanti delle scuole d’infanzia saranno esentate dall’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita che scatteranno a partire dal 2019.