È vero: in primavera oltre i fiori fioriscono anche le idee, Invece… altro che fioritura. È tornato il freddo vento del nord simil Burian o Buran che dir si voglia e il cielo primaverile si è addensato di nubi plumbee arrivando a rovinare il cambio di stagione. Sarà per questo che il Fondo monetario internazionale, entità canonica inquisitrice e custode della scienza economica e al contempo braccio armato di difesa dell’ortodossia imperversa… alla pari dell’avversa meteorologia, quasi in un cambio inquietante di ruoli tra la Commissione dell’Unione europea e l’Ocse. È quanto viene fuori dalla pubblicazione dell’ultimo working paper sull’Italia dove emergono le leve per una crescita sostenibile se… Ed è questo “se” che nasconde l’intera dotazione di Semtex (noto esplosivo) da utilizzare alla bisogna.



Come in ogni buona tradizione, più da villici che onorano il signore che da cittadini stakeholder del sistema… e del problema, mezza stampa si è scatenata riportando le conclusioni degli autori, cioè dei quattro economisti redattori del paper, ma digiuni del resto necessario per una valutazione come quella compiuta, solo perché era stato redatto sotto il logo del Fmi. Anche a mente fini si è alzata la pressione solo perché avevano davanti un totem. Ora se si riflette che nel Fmi lavorano come economisti ricercatori che hanno assunto ruoli importanti producendo solo guasti, ce n’è a sufficienza per girare pagina e passare oltre… o muovere adeguate rimostranze come ho avuto occasione di fare alla Lagarde.



Si noti bene, infatti, che il disclaimer non è posto alla fine del summary e dell’indice di presentazione…bensi all’inizio e recita: :…Omissis . The views expressed in IMF Working Papers are those of the author(s) and do not necessarily represent the views of the IMF, its Executive Board, or IMF management. Ma vogliamo scherzare? Cos’è tiro il sasso e poi nessuno me lo ritira perché sono più grosso e perché mi chiamo Pasquale? Sapete cosa dice il working paper? Il contributo dato dalla Legge Fornero non è sufficiente. Pertanto occorrono misure per ridurre le pensioni calcolate con il metodo retributivo e quello misto, diminuire i criteri di concessione delle pensioni di reversibilità e alzare il basso livello di contributi versati dai lavoratori autonomi. Si chiede anche di eliminare i benefici nel calcolo della pensioni delle madri lavoratrici, spostando le agevolazioni nell’ambito della spesa sociale. Per le risorse necessarie alla tenuta il rapporto sottolinea altre aree di spesa eccessiva e quindi di possibile risparmio: la spesa per beni e servizi nel settore sanitario, i compensi delle forze dell’ordine e nel settore della sanità, le agevolazioni fiscali e i finanziamenti alle imprese.



Se questa non è un’entrata a gamba tesa nelle prerogative di scelta di un governo, di un parlamento e delle forze politiche che lo esprimono, i nostri non hanno capito nulla e il Paese che non è la Grecia in una situazione greca ci vuole entrare con i piedi suoi per poi fare come Syriza. Ma tiremm innanz.

In verità tutto parte da quel ratio già citato nel mio precedente intervento dove la spesa previdenziale sta al numeratore e quella del Pil al denominatore e alle cui conclusioni ragionevoli rimando. La problematica sul numeratore la iniziai anni orsono a fronte delle conclusioni che tirava l’Ocse e la competente area di ricerca sul nostro Paese che estendeva (Anna d’Addio) il rapporto con le comparazioni internazionali e tirava su quel 16% di spesa un’abnormità. E sono continuate fino a che un ragionamento semplice come quello di disaggregare l’agglomerato e andarci a vedere dentro come primo passo (il secondo è quello di riallineare per cluster di destinazione le voci di spesa da bilancio e il terzo di riformarle e ricomporle finalizzandole a obiettivi progressivi nel tempo, in una sfida a saldo immutato quasi peggiore di quella del cubo di Rubik) non è stato metabolizzato dai sindacati, veicolato in primis da Cisl e Uil e condiviso dopo una stagione di tira e molla dalla stessa Cgil.

Oggi 21 marzo primavera nonostante il plumbeo romano delle nuvole, da Washington c’è stata una notizia come un piccolo squarcio di sole che è in più della tregua concessa dall’Ue fino alla formazione del nuovo governo e alla manifestazione d’intenzioni dell’esecutivo e del giro di bottiglia di giugno dove l’Ocse riaggiorna dati e conclusioni. È quanto comunicato da Marco Leonardi, consigliere economico di Gentiloni a Il Messaggero. In seguito ai pregressi accordi sindacali partirà – con la Ragioneria Generale capofila – quella famosa commissione di studio sulla comparazione anche internazionale dei costi della previdenza pura e dell’assistenza oggetto di quella sopracitata richiesta ripetuta negli anni.

Certo che a ripetere come papa Francesco che cambiare le cose a Roma è come pulire la Sfinge con uno spazzolino di pietra, il passo è corto… anzi cortissimo. Ora se sulla comparazione internazionale si seguono i ragionamenti di Boeri (Leonardi viene da stessa università e think tank) cambierà poco. Io non mi esprimo finche non vedrò i dati disaggregati, con cui si potrebbe (e uso necessariamente il condizionale) fare un buon lavoro. E a proposito di questo è d’obbligo riconoscere il buon lavoro fatto dal gruppo di palazzo Chigi del prima e del dopo, sorridendo de minimis al fatto che sui risultati della commissione lo stesso palazzo Chigi abbia voluto mettere le mani avanti di fronte all’eventuale possibilità che emergano spazi di spesa che solletichino Salvini e Di Maio… senza dimenticare Damiano.

Il percorso corretto, lo ripeto, è quello sopracitato. Anche Leonardi parla di gradualità, ma con un’altra angolazione. Il fatto è uno. Non si può abrogare – perché non va abrogata per necessità obbligata – ma solo Riformare la Riforma, perché la si può cambiare e migliorare in interazione con il resto…