MONTI CONTRO LEGA E M5S

Mario Monti è stato intervistato da Il Foglio e ha evidenziato che “reddito di cittadinanza, flat tax, abolizione della riforma Fornero sono stati tre cavalli elettorali. Se ora, a traguardo superato, venissero lasciati correre liberi, il conflitto con l’Europa sarebbe fragoroso”. L’ex Premier ha anche aggiunto: “Meno male che c’è l’Europa, la fastidiosa Europa, visto che i veri danneggiati, gli italiani di domani, non potrebbero protestare perché non sono ancora nati”. Il Senatore a vita ha anche avvertito dei rischi che l’Italia correrebbe nel caso si formasse un governo Lega-Movimento 5 Stelle: “Se Di Maio e Salvini fossero coerenti con quello che hanno detto su lavoro, pensioni, euro, Europa e deficit, allora un governo formato da M5S e Lega potrebbe causare all’Italia problemi giganteschi”.



SBLOCCATO IL CUMULO CONTRIBUTIVO PER I PROFESSIONISTI

Sembra essersi trovata una soluzione all’impasse che teneva bloccato il cumulo contributivo gratuito per i professionisti. Inps e Adepp hanno infatti raggiunto un accordo sui 65 euro relativi agli oneri di gestione delle pratiche. Sarà una commissione di esperti, nominati da entrambi le parti e accompagnati da due componenti nominati dal ministero del Lavoro e da quello dell’Economia, a determinare la ripartizione dei costi. In questo modo l’Inps potrà comunque sbloccare le lavorazioni delle domande già pervenute. Le previsioni dell’Istituto nazionale di previdenza sociale sono di poter procedere alle prime liquidazioni entro Pasqua, in modo da procedere ai pagamenti delle prestazioni a partire dal 20 aprile. I circa ottomila professionisti in attesa di ricevere la pensione sperano ovviamente che non ci siano intoppi nelle prossime settimane.



USB SI MOBILITA PER L’INPS E CONTRO LA LEGGE FORNERO

La Usb ha deciso di dar vita all’iniziativa “Sos Save Inps” con cui porre all’attenzione dell’opinione pubblica lo stato di difficoltà in cui versa l’Istituto nazionale di previdenziale sociale, in particolare per la cronica carenza di personale e l’inadeguatezza del sistema informatico con procedure che funzionano a singhiozzo impedendo spesso agli operatori di poter dare tutte le informazioni necessarie agli utenti. Per questo l’Unione sindacale di base, nella giornata di giovedì 29 marzo, alle ore 12:00 farà suonare delle sirene d’allarme davanti alle sedi dell’Inps. L’Usb chiede, oltre che la cancellazione della Legge Fornero e il ripristino del sistema retributivo, 6.000 assunzioni entro il 2020 nell’Inps, con una quota significativa di personale informatico per limitare il peso delle società esterne. Inoltre, vorrebbe una riforma della governance dell’Inps per limitare i poteri del Presidente tramite la nomina di un cda.



ESODATI, VIDEO PER I 6.000 SENZA SALVAGUARDIA

Il Comitato Esodati Licenziati e Cessati ha realizzato un video, caricato su Youtube, per ricordare che ancora oggi, a distanza di oltre 6 anni dalla riforma delle pensioni targata Fornero, ci sono degli esodati, circa 6.000, che sono privi di qualsiasi salvaguardia. Il video inizia, non a caso, con le parole di Elsa Fornero, che ammette come effettivamente ci siano stati degli “errori” nella riforma, ma evidenzia altresì come siano trascorsi degli anni senza che sia stato posto un rimedio definitivo. Ci sono così persone che restano nel dramma, senza reddito e senza pensione: il video ci fa conoscere la storia di alcuni di loro e la loro battaglia, passando anche dal film “L’esodo” di Ciro Formisano. Dunque occorre varare una nona salvaguardia, cosa che non è stata possibile fare con l’ultima Legge di bilancio. 

LE RICHIESTE DEL CAPLA

Non manca molto alle elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia. In vista di questo appuntamento il Comitato regionale dei pensionati del lavoro autonomo, coordinato da Guido De Michielis, chiede dei provvedimenti “ponderati e credibili” ai neoeletti al Parlamento e un impegno ai candidati alla presidenza regionale. ilfriuli.it spiega che il Capla Fvg punta in particolare a far sì che il bonus da 80 euro possa essere esteso alle pensioni più basse, oltre che “alla riformulazione degli assegni familiari, alla revisione del paniere di spesa su cui si basa l’indicizzazione delle pensioni, assegnando un peso maggiore a beni alimentari, energetici e farmaco-sanitari, all’integrazione dei servizi sociali e alla realizzazione della riforma dei Lea, livelli essenziali di assistenza, affinché si trasformino in diritti esigibili”.

LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Elsa Fornero non ha dubbi: “Senza le ultime riforme, non solo quella del 2011, la spesa pensionistica arriverebbe al 20% del Pil nel 2020, cioè domani”. L’ex ministra del Lavoro è stata intervistata dal Sole 24 Ore e ha criticato le proposte di Lega e Movimento 5 Stelle in materia di pensioni, spiegando che “promettere oggi il ritorno alle pensioni di anzianità significa decidere a tavolino di far pagare ai giovani un debito implicito più elevato”. Fornero avanza anche delle proposte. Dal suo punto di vista, infatti, vanno portate avanti le forme di flessibilità in sperimentazione come l’Ape, tenendole ben monitorate, visto che “offrono un’opportunità importante e rappresentano un ponte sostenibile per arrivare alla flessibilità strutturale prevista dal sistema contributivo a regime tra il 2030 e il 2040, quando si potrà scegliere se andare in pensione prima, tra i 65 e i 72 anni, rinunciando a un po’ di pensione se si anticipa di qualche anno”.

L’ex ministra ha anche rilanciato la proposta “di un contributo di solidarietà sulle pensioni retributive più elevate, oltre i 3.000-3.500 euro netti e solo per la parte di pensione che eccede i contributi versati”. Inoltre, ha detto di non condividere la sentenza con cui la Corte Costituzionale definisce tale tipo di contributi come dei prelievi fiscali. Quanto ai giovani, più che una pensione di garanzia, riterrebbe più utile la contribuzione figurativa piena per i periodi di disoccupazione involontaria, condizionata però alla partecipazione a programmi di reinserimento o formazione che vengono offerti.

APE SOCIAL, QUOTA 96: LE PAROLE DI MARCELLO PACIFICO

Marcello Pacifico non ha dubbi: “Il fronte pensioni è un tasto dolente per i lavoratori italiani. Ad iniziare dal personale della scuola italiana, già messo a dura prova durante gli anni di faticoso servizio e ora doppiamente beffato”. Il riferimento del Presidente dell’Anief è al fatto che “l’iter che porta al pensionamento dei dipendenti della scuola è diventato un percorso ad ostacoli, con l’arrivo spostato sempre più avanti. Così, mentre ancora grida vendetta il blocco di migliaia di docenti e Ata per via della Quota 96, comprendente età anagrafica e anni di contributi riconoscibili, innalzata oltre ogni modo, abbiamo assistito allo slittamento dell’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni, con effetto 1° gennaio 2019”. Il sindacalista in una nota ricorda anche che l’Ape social “è rimasto relegato ad una quindicina di professioni, inglobando, nel settore più esposto al rischio burnout, solo i maestri della scuola dell’infanzia”.