Nel 2016 la Commissione europea ha adottato una nuova agenda globale per le competenze per l’Europa. Lo scopo principale dell’iniziativa è garantire che tutti, fin da giovani, sviluppino una vasta gamma di competenze così da promuovere l’occupabilità, la competitività e la crescita in Europa. La nuova agenda per le competenze invita gli Stati membri e tutte le parti interessate a migliorare la qualità delle competenze e la loro pertinenza per un mercato del lavoro in continua evoluzione.



Secondo alcuni studi realizzati a supporto della proposta, infatti, ben 70 milioni di europei non possiedono adeguate competenze di lettura e scrittura, e un numero ancora maggiore dispone, ahimè, di scarse competenze matematiche e digitali. Questa situazione li espone, ovviamente, a un maggior rischio di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale ora e in futuro.



Per contribuire a contrastare le criticità legate alle competenze, la Commissione ha così deciso di avviare dieci iniziative chiave che si propongono di affrontare queste problematiche anche attraverso la possibilità di rendere più visibili le competenze, migliorandone il riconoscimento a livello locale, nazionale e dell’Unione europea.

Tra queste la Commissione immaginava una proposta di Europass ossia l’insieme degli strumenti e dei servizi a sostegno della trasparenza delle competenze e delle qualifiche nell’Unione europea. Con questo “aggiornamento” la Commissione mirava, in particolare, a semplificare e adattare questi strumenti all’era digitale (il mondo 4.0) e ad aggiungere una nuova funzione per mappare, e anticipare, la domanda di competenze e le tendenze del mercato del lavoro.



È utile ricordare come gli accessi al portale Europass siano oltre 55.000 al giorno e  che dal 2004 il modello di curriculum vitae Europass, sebbene criticato da più parti, è stato scaricato ben oltre 100 milioni di volte, ma è forse arrivato il tempo anche per questo utile strumento di evolvere in parallelo con le sfide, e le opportunità, dei tempi che stiamo vivendo. Basterà, tuttavia, cambiare un format per risolvere tutti i problemi di mismatch tra le competenze dei cittadini/lavoratori e i fabbisogni delle imprese? Lo vedremo probabilmente già nei prossimi mesi.

Rimangono certamente utili ancora oggi i consigli della poetessa, premio Nobel per la letteratura, Wislawa Szymborska, che proprio alla scrittura del cv ha dedicato persino una poesia. In quel testo ci ricordava, infatti, che a prescindere da quanto si è vissuto il curriculum dovrebbe essere breve, che è d’obbligo concisione e selezione dei fatti ed è opportuno cambiare paesaggi in indirizzi e ricordi incerti in date fisse e che conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.

La poetessa, insomma, ci spronava a scrivere il nostro curriculum come se non parlassimo mai con noi stessi e, addirittura, ci evitassimo. E potremmo aggiungere, ai tempi dell’europass 4.0., che non siamo neanche amici su Facebook.