ASSE M5S-LEGA ANCHE SUI VITALIZI?
Il Movimento 5 Stelle, dopo la vacanze pasquali, si prepara a tornare alla carica sui vitalizi dei parlamentari. È quanto scrive Repubblica, specificando che potrebbe essere presto convocato l’Ufficio di presidenza della Camera dove tuttavia i pentastellati non hanno i numeri necessari per far passare da soli la loro delibera. Il quotidiano romano scrive però che la Lega potrebbe fornire il proprio supporto a una misura che intervenga sui costi della politica, anche se il vicepresidente leghista Lorenzo Fontana ha fatto capire che percorrerebbe una strada per cui venisse ridotto lo stipendio ai “lavativi”, una sorta di principio meritocratico per cui verrebbero penalizzati solamente i parlamentari assenteisti o comunque poco partecipi all’attività per cui sono stati eletti. Vedremo se e su quale base potrà nascere eventualmente una convergenza tra M5s e Lega su questo tema.
CAMUSSO E I COSTI PER LA FLESSIBILITÀ
Federconsumatori, sostenuta dalla Cgil, ha deciso di aderire al procedimento per danno all’erario aperto dalla Corte dei conti sulla vicenda derivati. Lo Stato ha versato 4 miliardi di euro a Morgan Stanley in virtù della clausola esercitata dalla banca d’affari nel 2011 per la chiusura anticipata delle posizioni. “La Cgil sostiene il procedimento e lo rende pubblico”, ha spiegato Susanna Camusso durante la conferenza stampa congiunta Cgil-Federconsumatori. Il sito di Rassegna sindacale riporta altre dichiarazioni di Camusso, secondo cui la manovra del 2017 sulle pensioni è costata meno dell’estinzione dei derivati con Morgan Stanley. “Si tagliano pensioni e ammortizzatori, non si prevedono misure di contrasto alla crisi mentre si pagano i debiti finanziari contratti con le banche d’affari”, ha aggiunto.
DATI INPS: IN PENSIONE A 63,5 ANNI
Oltre che sugli importi degli assegni pensionistici (tranne che del settore pubblico e dello spettacolo) i dati dell’Osservatorio Inps hanno fatto emergere che l’età media di accesso alla pensione in Italia si attesta a 63,5 anni. Per Domenico Proietti questo dato dimostra come il nostro sistema “viaggi velocemente sopra la media dei paesi dell’Unione europea. Nel 2019 si raggiungeranno i 67 anni e questo rende più che mai attuale l’esigenza di continuare ad introdurre una flessibilità intorno a 63 anni per i lavoratori e le lavoratrici”. Secondo il Segretario confederale della Uil, “questo è l’obiettivo che deve perseguire il nuovo governo al fine di continuare a cambiare la legge Fornero e contribuire a favorire il turnover nel mercato del lavoro con riflessi positivi per le giovani generazioni”.
DELRIO CONTRO M5S E LEGA SULLA LEGGE FORNERO
Intervistato dal Corriere della Sera, Graziano Delrio mette in evidenza le distanze che ci sono con Lega e Movimento 5 Stelle che rendono praticamente impossibile che il Partito democratico possa non essere all’opposizione. “Ci possiamo sedere sempre, ma mi sembra impossibile che le differenze siano scomparse a venti giorni dal voto. Se siamo seri dobbiamo dire che le distanze programmatiche, tra noi e la Lega e tra noi e i 5stelle, su molti temi sono sostanziali. Non è questione di renziani o non renziani, ma di contenuti”, ha detto il capogruppo dem alla Camera, specificando che “se per trovare convergenze propongono la flat tax per far pagare meno tasse ai ricchi togliendo risorse a scuole e sanità pubblica, l’argomento è chiuso. E se vogliono cancellare la legge Fornero io dico che è pericoloso, perché minando il sistema rischiamo di non pagare più le pensioni”.
SANGALLI DIFENDE LA LEGGE FORNERO
Carlo Sangalli difende la Legge Fornero e il Jobs Act. Parlando con la stampa a Cernobbio, il Presidente della Confcommercio ha spiegato quelle che sono dal suo punto di vista le riforme più importanti che andrebbero fatte, a partire da quella per ridurre le tasse, attraverso un taglio del cuneo fiscale o dell’Irpef, “l’importante è che si inizi subito un percorso certo”. Secondo quanto riporta Radiocor, Sangalli ha evidenziato anche la necessità “di consentire il riporto delle perdite ad oltre 2 milioni di imprese in regime di cassa e che oggi è permesso solo alle società di capitale. Tutto questo però “si deve conciliare tanto con l’irrinunciabile obiettivo di mantenere l’equilibrio dei conti pubblici e ridurre il rapporto debito/Pil, quanto con un’azione di messa in sicurezza delle riforme del lavoro e delle pensioni, senza smontare quanto di buono è stato fatto con il Jobs Act e la riforma Fornero”.
LE PAROLE DI MICHELE RAITANO
Michele Raitano, considerato il padre della proposta di una pensione di garanzia per i giovani, è critico sull’esistenza di un’età pensionabile uguale per tutti, perché “comporta, di fatto, una chiara redistribuzione in senso regressivo della ricchezza pensionistica (il totale delle pensioni che si riceverà nella vita) da chi vive di meno, dunque i meno abbienti, a favore dei più abbienti, che vivono in media di più”. Intervistato dal Manifesto, il Docente dell’Università La Sapienza di Roma evidenzia anche “il rischio che l’aumento forzoso della vita attiva per persone impegnate in lavori di diversa gravosità, oltre che lo stress associato ai rischi di disoccupazione in età anziana – dato che non tutti fronteggiano le stesse opportunità occupazionali da anziani – possano ulteriormente amplificare i differenziali sociali di salute e mortalità”.
Vero è che l’Ape social ha cominciato a differenziare l’età di pensionamento in base al lavoro svolto, tuttavia Raitano non nasconde che “il modo in cui si definiscono le categorie dei beneficiari potrebbe però creare alcune differenze difficilmente giustificabili fra le categorie ammesse o meno all’anticipo e condizionare in negativo il futuro percorso di riforme che intendano rispondere in maniera più adeguata alle sfide sul tappeto”. Il Professore consiglia poi alla commissione che dovrà studiare la differente aspettativa di vita in base al lavoro svolto di tener conto delle diverse condizioni di salute tra individui di diverso status economico e “avviare una seria riflessione su cosa condizioni le diverse opportunità dei lavoratori e quali siano le ricadute delle possibili linee di intervento sul sistema economico”.