VERSO LA PROPOSTA SUI PEPP

Al Salone del Risparmio di Milano si è parlato molto dei Pepp, i fondi pensione paneuropei. Il Sole 24 Ore riporta le parole di Ugo Bassi, uno dei director della Direzione della stabilità finanziaria e del mercato dei capitali (Dg Fisma) della Commissione europea, secondo cui entro il 2 maggio la presidenza di turno bulgara del Consiglio d’Europa presenterà un testo sui Pepp per cercare poi di far arrivare tutti i governi a un accordo entro la fine del suo mandato. Bassi ha anche evidenziato l’importanza dei Pan-european personal pension product per cercare di avvicinare il mondo del risparmio all’economia reale. Il Direttore generale di Assogestioni, Fabio Galli, ha ricordato che con i Pepp si può facilitare l’accesso alla previdenza integrativa e ha spiegato che probabilmente già dall’inizio del 2019 si potrà accedere a questo genere di prodotti.



“Questo sarebbe un elemento importante di sostegno anche dell’economia reale italiana, perché gli italiani risparmiano molto, ma oggi soltanto il 20% delle famiglie italiane ha una pensione integrativa”. Come nel caso dei Pir, si potrebbe quindi trovare il modo di far confluire i risparmi, destinati al proprio futuro pensionistico, verso le imprese, specie le Pmi. Sembra poi che la Commissione europea voglia cercare di creare un regime fiscale favorevole per i Pepp, in modo che siano tassati solamente al momento dell’erogazione della prestazione e non invece già in fase di accumulo, cosa che invece avviene nei normali fondi pensione italiani. Fabrizio La Pecorella, Direttore generale delle Finanze del Mef, ha spiegato che questa imposta garantisce all’Erario circa 700 milioni di euro: una somma importante cui sarà difficile rinunciare.

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