ANTICIPO FINO A 10 ANNI CON RITA

Il Messaggero oggi ricorda che con le ultime misure approvate con l’ultima Legge di bilancio è possibile andare in pensione con dieci anni di tempo. Il titolo del quotidiano romano fa ovviamente riferimento alla Rita, acronimo di Rita integrativa temporanea anticipata. Tuttavia possono farvi ricorso solo coloro che hanno deciso di costruirsi negli anni una pensione complementare. Nel caso che siano senza lavoro da più di 24 mesi, hanno la possibilità di utilizzare anche a 57 anni e 7 mesi (10 anni prima quindi dei requisiti richiesti) i soldi accantonati. Ovviamente l’importo della Rita dipenderà da quanto si è versato negli anni e, considerato che nel frattempo non si saranno fatti verosimilmente versamenti contributivi, una volta che si andrà in pensione ci si ritroverà con un assegno piuttosto basso. Va detto che di norma la Rita è accessibile, senza requisiti particolari, salvo lo stato di disoccupazione e un’anzianità contributiva ventennale (di 5 anni almeno nel fondo pensione integrativo), a 62 anni e 7 mesi.



MOVIMENTO OPZIONE DONNA CONTRO QUOTA 41

Il Movimento Opzione donna non è d’accordo con l’ipotesi di introdurre nel sistema pensionistico Quota 41 come paventato da Lega e M5s. “Visti i drammatici effetti della legge Monti-Fornero ci chiediamo che senso ha ridisegnare una nuova riforma pensionistica in virtù del principio di parità (41 per tutti), se mancano nel contempo interventi riformatori del sistema welfare e delle regole del mondo del lavoro”, scrive Lucia Rispoli sulla pagina Facebook del Movimento. “Il punto non è che noi donne ci teniamo tanto ad andare in pensione prima degli uomini, il punto è che il welfare delle donne nel nostro Paese tocca livelli non degni di un Paese europeo”, chiarisce subito dopo, chiedendo poi la proroga al 2018 di Opzione donna, “che consenta alle donne di poter scegliere di accedere alla pensione, con il calcolo contributivo dell’intera carriera lavorativa, con il requisito contributivo di 35 anni di lavoro fuori casa (e dentro casa!) ed il requisito anagrafico di 57/58 anni”. 



DATI INPS, IL COMMENTO DI ROBERTO FICO

I dati dell’Osservatorio dell’Inps sull’importo delle pensioni in Italia sono al centro di un post Facebook di Roberto Fico, nel quale il neo Presidente della Camera segnala come preoccupante il fatto che l’86% dei beneficiari di assegni sotto i mille euro al mese sia costituito da donne. “Siamo davanti a un evidente sintomo di diseguaglianza, anche se si tratta delle sole delle pensioni private, e in alcuni casi queste pensioni si sommano fra di loro. Resta un quadro allarmante”, scrive l’esponente del Movimento 5 Stelle, secondo cui “nel nostro Paese le persone che vivono sotto la soglia di povertà sono troppe. È una situazione inaccettabile che non può essere ignorata dalle istituzioni”. “In questi momenti così importanti per il Paese credo che il tema della povertà debba stare al centro del dibattito. Ce lo chiedono le persone, noi abbiamo il dovere di ascoltarle”, è la conclusione del post di Fico.



GHISELLI E LE PRIORITÀ DONNE ED ESODATI

Il Comitato Opzione donna sociale e il Comitato esodati licenziati e cessati hanno ripreso sulle loro pagine Facebook le parole pronunciate ieri da Roberto Ghiselli a Sky Economia: “Occorre una riforma organica delle previdenza con alcuni presupposti. Pre primo la flessibilità in uscita. Poi il tema dei sistemi contributivi dei giovani e delle donne. In questi ultimi anni chi ha pagato troppo a partire dalla riforma Fornero sono le donne. Le donne! Poi c’è ancora il problema delle pensioni basse”. Parole a cui Elide Alboni, amministratrice del Comitato esodati licenziati e cessati aggiunge  “senza dimenticare gli ultimi 6.000 esodati”. Un giusto riferimento a chi ha pagato il prezzo più alto alla Legge Fornero, ma che ancora si trova privo di una tutela, essendo senza reddito e lontano dalla possibilità di andare in pensione.

LEGGE FORNERO E CRISI DELLA SINISTRA

La riforma delle pensioni del 2011 ha a che fare con la crisi della sinistra. Ne è convinto Enrico Rossi, che sulla sua pagina Facebook ha scritto un lungo post sul tema degli scioperi contro l’apertura dei negozi nei giorni di festa pasquale. Tra le altre cose, il Presidente della Regione Toscana ha segnalato: “A proposito della crisi della sinistra e della perdita del suo radicamento sociale: se proviamo a sommare le liberalizzazioni, la riforma delle pensioni Fornero, il jobs act, la riforma della scuola, i tagli alla sanità, i tagli agli enti locali e i tagli agli investimenti forse le cose cominceranno a risultare sufficientemente chiare. Soprattutto se colleghiamo queste leggi al fatto che vasti strati sociali si sono impoveriti a fronte di una minoranza che si è arricchita”. Rossi ha aggiunto che “purtroppo si tratta di provvedimenti che agli occhi dei lavoratori e dei cittadini la sinistra, cioè il Pd, il partito più forte, ha sempre sostenuto o addirittura voluto”.

LE PAROLE DI GIORGIO AMBROGIONI

Giorgio Ambrogioni, Presidente della Cida, non può fare a meno di notare che dopo le elezioni del 4 marzo “sono puntualmente tornati a fiorire gli attacchi alle pensioni ed ai redditi dei pensionati”. Il riferimento è alle considerazioni di Ocse, Fmi e Bce con richiami a evitare interventi sulla riforma delle pensioni, fino a suggerire anche provvedimenti su quelle già esistenti per ridurne il costo per le casse pubbliche, persino sugli assegni di reversibilità. “Eppure appena un mese fa, il rapporto annuale del centro studi ‘Itinerari previdenziali’ aveva chiaramente indicato l’errore di fondo consistente nel mettere nello stesso calderone assistenza e previdenza, evidenziando la necessità di separarle. Tesi, peraltro, condivisa praticamente da tutti”, spiega Ambrogioni secondo quanto riportato da Labitalia.

Dal suo punto di vista, quindi “è bene che le forze politiche che stanno lavorando alla formazione del nuovo governo tengano i nervi saldi e distinguano le ‘fake news’ in tema di pensioni”. Questo anche perché “stanno venendo in scadenza appuntamenti importanti sul piano economico, dal Def, alla possibile ‘manovrina’ che potrebbe chiedere Bruxelles; per non parlare del problema dei dazi internazionali o delle conseguenze della Brexit”. Dunque dal Presidente della Cida arriva un invito a “tutti i partiti a concentrarsi sulle cose da fare, per i giovani, la scuola, le politiche attive del lavoro. Sulle pensioni occorre calma e conoscenza di tutte le problematiche, senza farsi condizionare ogni volta che qualcuno grida ‘al lupo”.