INPS E ABI, LE NOVITÀ SULL’APE
Il vicedirettore generale dell’Abi, Gianfranco Torriero, ha rilasciato dichiarazioni molto importanti sull’Ape volontario. Ha infatti spiegato che è stato avviato il collaudo delle procedure informatiche per l’Anticipo pensionistico e che l’obiettivo è quello di far sì che le domande possano essere accettate a partire da venerdì 13 aprile. Torriero, secondo quanto riporta Askanews, ha aggiunto che l’Inps ha fatto sapere che “sono 71 le certificazioni rilasciate a coloro che hanno maturato i requisiti pensionistici tra il primo maggio 2017 e il 17 ottobre 2017 e che quindi devono presentare la domanda entro il 18 aprile se intendono ottenere gli arretrati di Ape maturati”. Non ha nascosto che l’attuazione dell’Ape è stata piuttosto complessa e che solamente dalla fine dello scorso gennaio “l’Inps, le banche e le assicurazioni hanno potuto iniziare a finalizzare le molto complesse procedure informatiche su cui si basa l’Ape”.
INPS, DAL 2019 PENSIONE DI VECCHIAIA ANCHE A 71 ANNI
Nella sua circolare n. 62 del 4 aprile scorso, l’Inps ha dato una comunicazione importante sui nuovi requisiti per accedere alla pensione. Per quella di vecchiaia, dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2020 bisognerà avere almeno 67 anni di età. Tuttavia, specifica l’Istituto nazionale di previdenza sociale, “con riferimento ai soggetti il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, l’adeguamento all’incremento della speranza di vita previsto dal decreto in parola deve altresì applicarsi al requisito anagrafico previsto dall’articolo 24, comma 7, della legge n. 214 del 2011, che consente l’accesso alla pensione di vecchiaia con un’anzianità contributiva minima effettiva di cinque anni e che, dal 1° gennaio 2019, si perfeziona al raggiungimento dei 71 anni”. Il che vuole dire che se si hanno meno di 20 anni di contributi, ma almeno 5, con il primo accredito avvenuto dopo il 1996, bisognerà attendere 71 anni per avere la pensione.
INPS, AL VIA LIQUIDAZIONE PENSIONI CON CUMULO
L’Inps ha confermato a Italia Oggi che è iniziata la liquidazione delle prime pensioni con il cumulo contributivo gratuito dei professionisti, il cui pagamento dovrebbe essere avviato a partire dal 20 aprile. I primi a beneficiarne saranno gli iscritti all’Enpam e a Inarcassa, che per primi hanno siglato la convenzione con l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Hanno già firmato anche Enpapi, Eppi, Cipag, Enpaf ed Enpav. La prossima settimana, secondo quanto riporta il quotidiano del gruppo Class, dovrebbero essere la Cassa forense e la Cassa ragionieri ad aderire alla convenzione. Piano piano quindi si riuscirà a portare la situazione alla normalità, soprattutto per quei professionisti che hanno nel frattempo lasciato il lavoro confidando nella possibilità di poter accedere alla pensione mediante il cumulo. Il cui utilizzo, è bene ribadirlo, resta ancora precluso a chi vuol accedere all’ottava salvaguardia degli esodati e a Opzione donna.
RIZZETTO SUL TAGLIO DEI VITALIZI
Con un post sulla sua pagina Facebook, Walter Rizzetto interviene sul dibattito relativo al taglio dei vitalizi dei politici, ricordando che un loro ricalcolo con metodo contributivo “farebbe risparmiare circa 76,00 milioni di euro all’anno. Simbolicamente importante, economicamente poco performante, purtroppo”. Il deputato di Fratelli d’Italia fa quindi presente che “le eventuali nuove elezioni politiche costerebbero, invece, in un sol colpo, circa 400,00 milioni di euro”. Il che “sarebbe come sterilizzare per 5,2 anni i risparmi di un passaggio decisamente ben fatto”. Dunque, dal suo punto di vista, bisognerebbe “mettere da parte personalismi e prese di posizione piuttosto infantili e dare delle risposte, almeno per qualche tempo necessario anche a modificare la legge elettorale, ad un Paese che deve necessariamente ripartire dal sociale, dal lavoro, dalle pensioni, dalla piccola impresa, dai salari, dal turismo e da molto altro ancora”.
MOVIMENTO OPZIONE DONNA CONTRO IL PD
Il Movimento Opzione donna critica il Partito democratico, che “ha sprecato 5 anni inutilmente senza prorogare OD”. Lucia Rispoli, in un post pubblicato sulla pagina Facebook del Movimento di cui è amministratrice, spiega che “il Pd ha impegnato il suo ‘tempo politico’ solo a rilasciare (Damiano in primis) centinaia di identiche dichiarazioni, nelle quali tutti i rappresentanti politici del Pd hanno affermato che non ritenevano assolutamente di dover prorogare i requisiti anagrafico-contributivi di Opzione Donna (oltre la data del 31.12.2015 fissata dalla legge 243/2094), al fine di consentire ad ulteriori migliaia di donne di accedere alla pensione OD con il calcolo contributivo. Continuano a mancare di chiarezza e trasparenza!”. Per Rispoli se i dem vogliono “prorogare solo approvando il cumulo gratuito e mantenendo fermo il termine al 31.12.2015” allora devono smettere di “raccontare la favola della ‘proroga’”.
2019, NUOVI REQUISITI NELLA CIRCOLARE INPS
Con la circolare n. 62 diffusa due giorni fa, l’Inps ha affrontato il tema dell’adeguamento dei requisiti di accesso alla pensione in base all’aumento della speranza di vita. Riprendendo le disposizioni del decreto dei ministeri dell’Economia e del Lavoro dello scorso dicembre, viene quindi ricordato che dal 1° gennaio 2019 il requisito per la pensione di vecchiaia sale a 67 anni e resterà in vigore fino al 31 dicembre del 2020. Per quanto riguarda la pensione anticipata, invece, gli uomini dovranno avere un’anzianità contributiva di 43 anni e 3 mesi (2249 settimane), mentre le donne di 42 anni e 3 mesi (2197 settimane). Per quanto riguarda i lavoratori precoci, dal 1° gennaio 2019, sempre che l’Ape social resti in vigore, ci vorranno 41 anni e 5 mesi di contributi (2154 settimane) per aver accesso alla prestazione.
LE OPPORTUNITÀ DI APE E RITA
Manageritalia e Fondazione studi dei consulenti del lavoro hanno tenuto a Roma un incontro che è ruotato intorno ad Ape e Rita. Secondo Mario Mantovani, vicepresidente di Manageritalia, l’Anticipo pensionistico (in versione volontaria e aziendale) e la Rendita integrativa temporanea anticipata “sono importanti perché permettono la flessibilità in uscita e danno la possibilità di garantire la sostenibilità del sistema ma anche alle persone di programmare il futuro”. Adnkronos riporta anche le parole di Guido Carella, presidente di Manageritalia, focalizzate sul futuro del sistema pensionistico. Dal suo punto di vista, troppo spesso vengono ignorati gli indici demografici. L’Italia “nel prossimo decennio avrà una composizione demografica fortemente focalizzata sugli over 60. Avremo un terzo del Paese che avrà un’età superiore ai 60 anni. E c’è un indice di natalità molto preoccupante. E tutto questo non può che farci riflettere su indici di sostenibilità a 10-20-30 anni del sistema pensionistico”.
Per Carlo Martufi, vicepresidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, “Ape e Rita sono opportunità per valorizzare e ottimizzare i periodi contributivi per arrivare a una soluzione pensionistica”. Per Antonello Orlando, esperto della Fondazione, si tratta di “due strumenti che di fatto permettono il prepensionamento rispetto alle scadenze per le pensioni di vecchiaia che ormai sono sempre più dilatate nel tempo”. In particolare, “Rita consente un risparmio fiscale molto importante perché c’è un sistema di tassazione agevolata che è assolutamente imbattibile rispetto ai redditi tradizionali”.