LA FORNERO E LA SUA PENSIONE A 70 ANNI

Anche per la mamma della riforma delle pensioni dalla quale prende il nome è arrivato il momento di andare in pensione. Elsa Fornero, professoressa universitaria, lo farà ancor prima del raggiungimento dei suoi 71 anni. La lettura, l’orto, il volontariato ed i viaggi con il marito sono i suoi prossimi progetti ma nonostante questo l’ex ministro si è resa comunque disponibile a restare in Università: “Vedremo che cosa deciderà il Dipartimento”, ha commentato in una intervista al Corriere, nel corso della quale ha spiegato che non andrà in pensione con la sua riforma. “Io mi considero una privilegiata”, spiega. Volendo avrebbe potuto lasciare prima ma l’amore per il suo lavoro e per il confronto con i giovani l’ha portata a restare fino ad oggi. “Se fossi andata in pensione subito dopo aver cessato l’incarico di ministro, esattamente cinque anni fa, avrei avuto una pensione più che doppia rispetto a quella che avrò come professoressa, ma ho preferito andare avanti”, ha commentato. Tra i suoi progetti futuri la Fornero esclude comunque un ritorno in politica. Non la considera certo una brutta esperienza, ma commenta: “È stata molto coinvolgente, un impegno che ti sottrae tutte le energie e ti carica di responsabilità, in cui spesso ci si sente soli”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ELSA FORNERO E LA SUA RIFORMA DELLE PENSIONI

L’ex ministro Fornero, a meno di 71 anni, andrà in pensione. Anche se potrebbe continuare a insegnare all’Università di Torino, come pare le sia stato chiesto di fare. L’edizione torinese di Repubblica spiega che la Professoressa avrebbe potuto ottenere la pensione già al termine della sua esperienza governativa, quindi nel 2013. “Se avessi fatto domanda allora avrei ottenuto un assegno mensile più che doppio rispetto a quello che avrò da novembre, ma ho preferito continuare a insegnare”, ha spiegato la stessa Fornero. La quale sembra quindi aver rinunciato a un privilegio. Lei stessa, del resto, in televisione si è spesso schierata contro i politici che non intendono fare a meno dei loro privilegi. L’edizione torinese di Repubblica riporta anche alcune dichiarazioni della Fornero sulla riforma delle pensioni del 2011: “Era necessaria. Ho dovuto fare delle scelte dolorose, ma che hanno avuto effetti positivi sulla tenuta delle finanze dello Stato e che ne avranno anche in futuro”.



I PROGETTI FUTURI DELLA FORNERO

L’ex ministra del lavoro, Elsa Fornero, va in pensione a poco meno di 71 anni. Dal prossimo autunno, come riporta Repubblica.it smetterà di lavorare all’università di Torino ma per lei (come per tutti i docenti universitari) non vale la sua stessa riforma. Ora la Fornero ha già altri programmi, come annunciato: “Voglio dedicarmi alla lettura e fare volontariato. Spero di poter curare l’orto e viaggiare di più insieme a mio marito”, ha annunciato. Progetti che non si discostano poi tanto da quelli di tanti altri pensionati. La stessa ha deciso di dire basta al lavoro ad un’età addirittura maggiore rispetto a quella prevista dalla sua stessa legge: “Per i docenti universitari non valgono le regole previste dal nuovo sistema pensionistico”, ha spiegato, in quanto il limite si sarebbe abbassato da 72 a 70 anni senza possibilità di prolungare l’attività. “Gli studenti e alcuni colleghi mi hanno chiesto di continuare a tenere dei corsi in modo informale, se il dipartimento sarà d’accordo potrei farlo”, ha aggiunto. Il suo intento è quello di portare avanti tre progetti di ricerca e chissà che non possa riuscirci. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



FORNERO VA IN PENSIONE MA SENZA LA SUA LEGGE

Elsa Fornero ha da poco compiuto 70 anni e dovrebbe andare in pensione visto che ha raggiunto il limite massimo di età pensionabile dei docenti universitari. Il Corriere della Sera riporta alcune sue dichiarazioni, in cui spiega di aver sempre amato insegnare e di aver per questo scelto di andare oltre i limiti di età imposti dalla riforma delle pensioni che porta il suo nome e che, come per tutti i docenti universitari, non vale. . Potrebbe quindi insegnare ancora, anche se occupandosi meno di tutti gli aspetti organizzativi in università. Il quotidiano milanese scrive che alcuni suoi studenti e colleghi le hanno chiesto, in maniera informale, di andare avanti nella sua attività, ma la decisione spetterà al dipartimento dell’Ateneo di Torino. L’ex ministra del Lavoro ha detto che è in ogni caso pronta ad avere più tempo per i suoi interessi come la lettura, la cura dell’orto e i viaggi. Riguardo alla sua esperienza governativa ha spiegato che a farle più male sono stati gli attacchi rivolti alla sua famiglia.

BANKITALIA E CORTE DEI CONTI DIFENDONO LA LEGGE FORNERO

Proseguono le audizioni sul Def in Parlamento e Luigi Federico Signorini, vice direttore generale della Banca d’Italia, ha evidenziato che per ridurre il debito pubblico occorre riuscire a conseguire e mantenere “un ampio avanzo primario di bilancio”. Inoltre, per tenere i conti in ordine, è necessario non toccare il sistema pensionistico, perché le riforme introdotte negli ultimi anni rappresentano “uno dei punti di forza della finanza pubblica italiana”. Il Presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, ha invece posto l’attenzione sul fatto che l”e recenti revisioni delle stime di lungo periodo della spesa age-related, di cui il Def dà conto, prefigurano, per molte sue componenti, e in primo luogo per la spesa pensionistica, andamenti meno favorevoli di quelli stimati fino a qualche anno fa”. Dunque ancora una volta sembra venir posto l’accento sui rischi di interventi volti a modificare la Legge Fornero.

GOVERNO LEGA-M5S RILANCIA QUOTA 41 E QUOTA 100

Con le ore aumentano le possibilità che possa prendere vita un Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Questo esecutivo giallo-verde, com’è già stato ribattezzato dai commentatori politici, potrebbe avere tra i suoi punti una revisione della Legge Fornero. Infatti, entrambi i partiti nei loro programmi elettorali prevedono interventi sulla riforma delle pensioni del 2011, in particolare finalizzati ad arrivare a un sistema con Quota 100 (non è ben chiaro se con almeno 64 anni di età e 36 di contributi) e Quota 41 (con 41 anni di contributi non vi sarebbe alcun vincolo di età anagrafica minima per accedere alla quiescenza). Probabile anche un intervento sulle pensioni di importo più basso dato che i pentastellati prevedevano, attraverso il reddito di cittadinanza, di portare gli assegni ad almeno 780 euro, mentre il programma del centrodestra proponeva addirittura un importo di 1.000 euro, anche per le casalinghe.

IL TEMA PENSIONI PER IL PROSSIMO GOVERNO

Sul sito di Ipsoa è stato pubblicato un articolo che evidenzia come uno dei principali temi che il prossimo Governo, che sia o no di tregua, dovrà affrontare è quello delle pensioni. L’esperto previdenziale Giuseppe Rocco spiega che “si profila una differenza di vedute tra chi ritiene che occorra procedere nel solco già tracciato dalla normativa vigente, pur apportando qualche rettifica, e chi invece propende per modificare in tutto o in parte la legislazione vigente. Una prima proposta di rinnovamento, superando l’Ape sociale, è il ritorno alle pensioni di anzianità con il meccanismo delle ‘quote”. Si vorrebbe poi riprendere l’opzione donna e il concetto di staffetta generazionale”. Dunque si ricorda la proposta di introdurre Quota 41 e Quota 100 (in quest’ultimo caso anche con la variante di avere almeno 64 anni di età e 36 di contributi).

“Da non trascurare poi la possibilità che il nuovo Governo riprenda il dialogo sociale riavviando il tavolo di confronto con i sindacati sulle pensioni le cui richieste, così come si prevedeva nella piattaforma unitaria presentata al precedente Esecutivo, erano quelle di una reintroduzione di un meccanismo di flessibilità in uscita con un’età di accesso al pensionamento a partire dai 62 anni nonché l’introduzione dei necessari elementi di sostenibilità, in particolare nei confronti dei giovani, delle donne, di chi svolge lavori manuali e gravosi, e dei lavoratori precoci”, aggiunge Rocco. Il quale ricorda anche le richieste per separare previdenza e assistenza e di rilanciare le pensioni complementari.