Oggi voglio raccontare un fatto che invita a riflettere se si ragiona come imprenditori o come artigiani. Occorre avere bene in mente la distinzione, perché i due lavori sono caratterizzati da strategie e obiettivi diversi. Qualche settimana fa ho partecipato a una cena durante la quale è stata proposta una degustazione di olio. In poco tempo, pur non essendo un esperto di oli, ne ho riconosciuto e apprezzato la straordinaria bontà.



Mi sono sorpreso poi ad avere accanto a cena proprio il figlio dell’uomo che aveva prodotto quell’incredibile olio, il quale mi ha raccontato che da anni quel prodotto vinceva premi in tutta Europa. Mi sono incuriosito e ho chiesto con quali “segreti” si produceva quel liquido dorato. La risposta mi ha colpito perché è stata secca e sicura: “In realtà non c’è nessun segreto, anzi chiunque potrebbe fare lo stesso prodotto”. 



Osservando la mia faccia perplessa, l’uomo mi ha fatto la gentilezza di proseguire nella spiegazione.  Così mi ha raccontato che suo padre voleva produrre il miglior olio possibile e per far questo usa diversi sistemi come portare al frantoio le olive entro le ventiquattro ore dal momento in cui sono cadute. Questo per far sì che non si vada a creare dell’acido dopo che l’oliva si è sbucciata cadendo a terra. Per questa ragione suo padre da anni va al frantoio verso l’una del mattino per poter ottenere l’olio dalle sue olive, senza far sì che venga mischiato con quelle che vengono spremute durante la giornata insieme a quelle degli altri. Inoltre, raccoglie le olive non verso la fine della stagione perché in questo modo è più saporito, anche se attendere del tempo significa avere olive più mature e quindi che producono più olio.



Mi sono state raccontate via via diverse attività che il padre di quel ragazzo compie per produrre il suo olio e alla fine mi è stato ribadito il messaggio iniziale: “La verità è che non c’è nessuna persona che produca olio che non conosca questi ‘segreti’, ma non li sfruttano perché  seguire un certo tipo di produzione farebbe si che venga prodotto meno olio e che questo costi molto di più di quello che si trova normalmente sul mercato. E si preferisce fare finanza producendo grandi quantità di olio scadente che non olio di qualità”.

A questo punto ha chiesto di me ed è venuto a sapere che anche io avevo creato un master di comunicazione strategica che seguiva gli stessi criteri del padre: voler essere il migliore “prodotto” possibile sul mercato, senza badare al tempo, ai costi e alla fatica nel produrlo. Le giornate di “one to one” nella formazione infatti sanno tutti che sono quelle che generano più risultati perché uniscono l’elemento di attenzione al cliente tipica del coaching e il tempo sufficiente per far passare dei contenuti nuovi e per fare pratica tipici di un’intera giornata di formazione. Mi sono poi sorpreso a dire che, come il padre di quella persona, il prodotto risultava più costoso, ma anche di qualità imparagonabile rispetto ai competitor, anche se costa molta fatica essere docenti in giornate “one to one” come in questi master.

L’aspetto interessante da notare e che gli artigiani come me e questo produttore di olio sanno che producono un servizio migliore, ma che non guadagneranno mai come chi fa economia di scala. Allo stesso modo chi fa l’imprenditore che standardizza il prodotto avrà una produzione maggiore e un fatturato più alto, ma non avrà la qualità di altri sistemi di produzione. Semplicemente a nessuno dei due tipi umani interessa utilizzare il modello dell’altro.

Il tema infatti non è alla fine quali dei due modelli sia il migliore, ma quali esigenze, desideri e obiettivi si vuole rispondere con il proprio lavoro. Ovviamente non c’è una risposta corretta e generalizzata, ma ognuno dovrà trovare l’abito che meglio può indossare, che sia da artigiano o imprenditore in modo tale che possa essere soddisfatto del proprio lavoro a fine giornata. Buona ricerca dell’abito che più fa per voi e i vostri obiettivi!