PENSIONI D’ORO E DI CITTADINANZA NEL CONTRATTO DI GOVERNO

Il contratto di Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega in tema in tema di pensioni non prevede solo il superamento della Legge Fornero con Quota 100, Quota 41 e la proroga di Opzione donna. Viene infatti ritenuto necessario “assegnare una pensione di cittadinanza a chi vive sotto la soglia minima di povertà. La nostra proposta è rappresentata da un’integrazione per una pensionato che ha un assegno inferiore ai 780,00 euro mensili, secondo i medesimi parametri previsti per il reddito di cittadinanza”, si legge nel documento messo a punto dai due partiti. Dove si parla anche di un taglio delle pensioni d’oro con queste parole: “Per una maggiore equità sociale riteniamo altresì necessario un intervento finalizzato al taglio delle cd. pensioni d’oro (superiori ai 5.000,00 euro netti mensili) non giustificate dai contributi versati”. 



QUOTA 100, QUOTA 41 E OPZIONE DONNA NEL CONTRATTO DI GOVERNO

Il contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle è stato praticamente ultimato e tra le parti che non necessitano di ulteriori modifiche c’è il capitolo dedicato alle pensioni, con lo stop alla Legge Fornero. Nel testo si legge che l’esecutivo intende stanziare 5 miliardi di euro “per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse”. Lega e M5s vogliono quindi dare “fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti”. Nel contratto è anche prevista la proroga di Opzione donna attraverso l’utilizzo delle “risorse disponibili”. Lega e M5s ritengono poi necessario “riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza”.



LEGGE FORNERO, UN CONTO PAGATO ANCHE DAI GIOVANI

Secondo Raffaele Marmo, la riforma delle pensioni targata Fornero ha consentito  “al nostro Paese di avere le carte in regola per godere di adeguata credibilità a Bruxelles e sui mercati”. Tuttavia, “c’è un pesante rovescio della medaglia: il conto del brusco riassetto delle regole e del drastico giro di vite in materia di requisiti di accesso al pensionamento è stato pagato in termini sociali e di repentino cambio di vita non solo” dagli esodati e da quanti si sono visti spostare in avanti il traguardo della quiescenza, ma anche per i giovani, “che si sono visti sbarrati l’accesso al lavoro per la permanenza forzata, sempre più massiccia, di anziani in fabbrica e in ufficio”. Dalle pagine del Quotidiano Nazionale, Marmo evidenzia che modifiche finora fatte alla Legge Fornero non ha cambiato molto la situazione. “Dunque, provvedere a riordinare e semplificare nel segno anche di una maggiore eguaglianza può essere anche utile e auspicabile”, ma dal suo punto di vista  sarebbe bene che le risorse necessarie “venissero trovate dentro il circuito della spesa previdenziale e assistenziale”. 



BORGHI: TRATTATI DA RIVEDERE SE OSTACOLANO CITTADINI

Claudio Borghi Aquilini non ha dubbi sul fatto che i trattati europei vadano rivisti se non compatibili con le esigenze dei cittadini. “Se l’ostacolo alla messa in sicurezza di una scuola, o all’aiuto per chi è rimasto senza reddito e senza pensione, è un trattato europeo, vuol dire che questo trattato è sbagliato e va cambiato. Dobbiamo essere pronti a parlare con una voce sola, per dire a quell’Unione europea, ogni anno da noi pagata molti miliardi, che per noi vengono prima gli Italiani”, ha detto il responsabile economico della Lega che è tra i protagonisti dei lavori per la messa a punto del contratto di Governo tra il Carroccio e il Movimento 5 Stelle. “L’epoca dei governi come il Monti-Fornero che facevano politiche mai votate da nessuno, distruttive per l’economia e quindi inutilmente crudeli verso cittadini deve essere chiusa per sempre. Solo se siamo consapevoli di ciò andremo lontano”, ha poi aggiunto. 

INCONTRO TRA ESODATI E FICO

Alcuni esodati appartenenti al Comitato Esodati Licenziati e Cessati sono stati ricevuti lunedì dal Presidente della Camera Roberto Fico per un incontro incentrato sulla possibilità di varare la nona salvaguardia, che potrebbe dare un importante sostegno a circa 6.000 persone che sono rimaste senza lavoro e lontane dalla quiescenza, non riuscendo a soddisfare tutti i requisiti previsti dai precedenti interventi di deroga alla Legge Fornero. Sulla pagina Facebook del Comitato si legge che a breve ci sarà un report riguardante l’incontro, mentre Roberto Fico sul suo profilo ha scritto: “Questo pomeriggio ho incontrato a Montecitorio una delegazione del Comitato Esodati Licenziati e Cessati con cui abbiamo parlato proprio del tema delicato della tutela dei lavoratori esodati. È un tema che necessita la massima attenzione. Nonostante diversi interventi legislativi successivi alla riforma Fornero, restano ancora migliaia di persone non salvaguardate. A queste occorre dare risposte”.

Parole che lasciano ben sperare per un intervento per il quale non servirebbero tra l’altro nuove risorse. Com’è stato spiegato più volte, infatti, i fondi stanziati per le precedenti salvaguardie non sono stati interamente utilizzati e con i soli risparmi si potrebbe garantire il varo del tanto richiesto intervento. Ovviamente si tratta di avere la volontà politica di realizzarlo. Forse, con questa nuova legislatura si potrà arrivare al traguardo tanto atteso da migliaia di persone in questi anni. Non resta che aspettare per vedere cosa accadrà.