ELSA FORNERO CRITICA IL GOVERNO E LA QUOTA 100
Ospite a Cartabianca su Rai3, l’ex ministro del Lavoro nel Governo Monti, Elsa Fornero, torna ancora una volta a criticare i possibili provvedimenti che l’esecutivo Conte sembra aver messo sul piatto per poter superare quella stessa legge Pensioni che porta il suo nome. «A proposito di quota 100 o del 41 senza se e senza ma – spiega la Fornero a Bianca Berlinguer – non è affatto chiaro come la intendono. Le posso assicurare che sto ricevendo molte lettere, ad esempio di lavoratori precoci che dalle cose che leggono sui giornali sono estremamente preoccupati, perchè c’era ad esempio un’ipotesi di quota a partire dai 64 anni che era più alta della mia riforma». Non solo, secondo l’ex ministro più volte contestata da Salvini e Di Maio sulla riforma del 2011, fino ad oggi l’età media di pensionamento è di 62 anni e qualche mese, «con un’ipotesi di ricalcolo a partire dal 1 gennaio 1996, data di entrata della legge Dini sul contributivo, comporterebbe un abbassamento dell’importo delle pensioni». Tanti pensionati e lavoratori precoci hanno chiesto alla stessa Fornero – racconta ancora la docente nell’intervista televisiva – cosa ne pensasse delle misure in atto nel Governo del cambiamento e il giudizio dell’ex ministro è tutt’altro che speranzoso: «Si gioca al gioco delle tre carte…ai cittadini si dice una cosa, poi se ne fa un’altra, e poi si dice “guardate è più o meno quella che vi avevamo detto”».
FRATELLI D’ITALIA: “PROROGA ALL’OPZIONE DONNA”
Riforma pensioni 2018, scende in campo Fratelli d’Italia: il partito del Centrodestra guidato da Giorgia Meloni con una risoluzione al Documento di Economia e Finanza (DEF) ha chiesto la proroga di Opzione Donna. L’onorevole Walter Rizzetto ha pubblicato tramite Facebook il testo: “Va prorogata, almeno al 31 dicembre 2019, la misura sperimentale “Opzione donna”, prevista dalla legge n. 243/2004 e successive modifiche, che consente alle lavoratrici di 57-58 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi di andare in pensione con un assegno calcolato con il sistema contributivo”. Sul testo poi viene sottolineato: “Inoltre, vanno adottate idonee misure affinchè detto regime diventi strutturale e sia esteso anche agli uomini, considerato che lo stesso viene applicato a fronte dei contributi effetivamente versati dall’interessato, in anni di lavoro”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO RILANCIA SU PENSIONI D’ORO
“La volontà di inserire una nuova anzianità è assodata ma sui tempi tecnici ci stiamo lavorando e non posso dire ora a circa due settimane dall’insediamento se entrerà in legge di bilancio o meno. Ma è una priorità ve lo assicuro”, questa l’analisi del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sul tema pensioni. La riforma della Legge Fornero è tra i punti fondamentali del governo M5s-Lega, con l’obiettivo di arrivare prima alla Quota 100 e, in un secondo momento, alla Quota 41. Movimento 5 Stelle e Lega hanno però anche un’altra priorità, come sottolineato da Il Giornale: parliamo del taglio delle pensioni d’oro. Il leader politico pentastellato ha confermato che l’obiettivo è quello di creare un fondo in cui fare confluire il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari e degli assegni d’oro, da destinare ai pensionati minimi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
TRIA, “TUTTI GLI INTERVENTI SARANNO COPERTI”
I dubbi sulla copertura della Quota 100 renderanno le prossime settimane/mesi verso la Legge di Bilancio un primo vero banco di prova del Governo Conte rispetto al contratto siglato tra Lega e M5s: il superamento della Fornero, con annesso anticipo dell’uscita dal lavoro costa e non poco, ma il Ministro Tria ha tenuto a precisare tanto ieri quanto oggi come non bisogna per nessun motivo aumentare il debito e sforare il piano di rientro del bilancio di stato. Nel Def vengono indicati tempi e modi per il pareggio di bilancio ed è evidente che la Quota 100, ad oggi, resta un ostacolo a quell’obiettivo dato il caro prezzo da pagare. La misura di riforma pensioni porterebbe ad aggravio sui conti dell’Inps (ovvero sui conti pubblici) ed è necessario a quel punto riuscire a trovare una copertura dei costi senza sforare sul bilancio dello Stato. «Gli interventi relativi alle riforme strutturali sulle quali il Governo è impegnato, sia dal lato fiscale sia dal lato della spesa pubblica, andranno adeguatamente coperti», ha spiegato il Ministro dell’Economia. Ora non che capire come Di Maio “troverà” la soluzione per adeguarsi alla linea Tria cambiando comunque il mondo previdenziale, al netto della proposta di tagliare pensioni d’oro e vitalizi (che però non basta a coprire tutti i costi).
RIFORMA PENSIONI: QUOTA 100 SARÀ IN LEGGE DI BILANCIO?
Prima l’intervista al Sole 24 ore di Luigi Di Maio, poi la risposta di Massimo Garavaglia a Radio Capital e poi le parole del Ministro Giovanni Tria alla Camera sul voto del Def: la riforma delle pensioni e il superamento della Legge Fornero ieri hanno avuto diverse “angolazioni” che riflettono una non garantita messa in atto nei prossimi mesi della riforma previdenziale. «La volontà di inserire una nuova anzianità è assodata ma sui tempi tecnici ci stiamo lavorando e non posso dire ora a circa due settimane dall’insediamento se entrerà in legge di bilancio o meno. Ma è una priorità ve lo assicuro», ha spiegato Di Maio ai colleghi del Sole 24 ore. Poco dopo è il viceministro dell’Economia Garavaglia ha riflettere un pensiero “personale” sulle priorità del Governo Lega-M5s: «dovessi decidere io farei prima la flat tax, per fare entrare più gente possibile nel mondo del lavoro e far nascere nuove partite Iva, un tema collegato al reddito cittadinanza», anche se poco dopo ammette che anche il superamento della Fornero viene percepita come una priorità, «quindi penso che alla fine le cose andranno di pari passo». L’impressione è che il Governo possa discutere della riforma anche a livello approfondito ma che davanti ai conti in ordine che ha garantito Tria potrebbe “sacrificare” la Quota 100 dal 2019 e non da subito per permettere altre priorità, Salvini permettendo visto che il Ministro ha più volte spiegato l’assoluta emergenza pensioni già dall’anno corrente.
PENSIONI INSEGNANTI E ATA: QUANTI COINVOLTI DA QUOTA 100?
Secondo uno studio condotto da “Italia Oggi”, quotidiano economico diretto da Pierluigi Magnaschi, il mondo della scuola coinvolto nella possibile misura promessa dal Governo avrebbe dei numeri importanti che si avvicinano a circa 100mila docenti e 47mila collaboratori ATA. Sono queste le cifre di chi potrebbe andare in Pensione anticipata grazie alla Quota 100 del Governo gialloverde. A partire dal 1 settembre 2019, “Italia Oggi” in una tabella mostra chi potrebbe andare in pensioni e con quanti ani di anzianità: tra gli insegnanti, 22mila sarebbero dei 66enni, 20mila 65enni, 16mila 64enni, 15mila 63enni, 12mila 62enni, 10mila 61enni e 9mila 60enni, con ovviamente i relativi anni “minimi” di anzianità che “completano” la Quota 100. Per quanto riguarda invece il mondo ATA, sarebbero 7500 i lavoratori con 66anni, 7mila 65enni, 6.500 64enni, 6mila 63enni, 6mila 62enni, 7500 61enni e 7mila 60enni. Va detto, come riportano i colleghi del quotidiano economico, che nella stima non si è tenuto conto di coloro i quali potrebbero andare in pensione ricorrendo all’Ape sociale, all’Ape volontaria, all’opzione donna o alle norme sui precoci e sui lavori usuranti.