IL CASO DELLE “CONCESSIONI DI BILANCIO”

Luigi Di Maio non ha accantonato il suo piano sulle pensioni: il ministro del Lavoro vuole accantonare la legge Fornero introducendo Quota 100 e aumentare le minime a 780 euro. Il problema, si sa, sono le coperture. E in effetti lo stesso Di Maio ha fatto capire che per finanziare la riforma il governo sta vagliando diverse strade, a partire dalla richiesta di “concessioni di bilancio” all’Unione europea, cioè fare altro deficit. E ha tirato in ballo Spagna e Francia, che per anni hanno finanziato così le riforme. E in effetti tra il 2009 e il 2016 Francia e Spagna hanno sfondato il tetto del 3% per otto volte, ma entrambi i Paesi hanno un debito pubblico molto più basso di quello italiano. Di Maio comunque tira dritto e rilancia anche Quota 41 a prescindere dall’età anagrafica. E pensa a «nuovi canali di uscita più equi e agevoli» per superare la riforma Fornero, girando l’accesso alla pensione a chi ha raggiunto Quota 100. La Corte dei Conti dal canto suo mette in guardia il governo M5s-Lega, spiegando che «è cruciale non creare debito pensionistico aggiuntivo». (agg. di Silvana Palazzo)



QUOTA 41 E QUOTA 100, LE PAROLE DI CAMUSSO

Intervistata da Il Manifesto, Susanna Camusso ha commentato le ipotesi di riforma delle pensioni che paiono essere sul tappeto. “Quota 100 può voler dire tutto e niente, mi sembra positivo che il ministro Di Maio abbia parlato di 41 anni di contributi e poi flessibilità. Ma vorremmo si distinguesse tra i lavori: quelli più pesanti, riconoscere le attività di cura delle donne, la discontinuità dei precari”, ha detto la Segretaria generale della Cgil. Che ha anche evidenziato che “le misure finora ipotizzate non riguardano la previdenza per i giovani di oggi”. Dal suo punto di vista, “questa è la mancanza più grave nello schema del governo”. Nei suoi precedenti interventi, Camusso aveva anche ricordato che occorre fare qualcosa per le donne, visto che sono penalizzate, rispetto agli uomini, dal sistema pensionistico. Penalizzazione che aumenterebbe con Quota 100, visto che uno dei problemi delle italiane è l’avere una bassa anzianità contributiva.



DAMIANO: IN CORSO ATTACCO AL SISTEMA PREVIDENZIALE

Cesare Damiano non ci va leggero. Dal suo punto di vista, infatti, “è in corso un nuovo attacco al sistema previdenziale, alimentato ancora una volta dal Presidente dell’Inps Boeri e dal Movimento 5 Stelle: si chiama ricalcolo”. L’ex ministro del Lavoro spiega che “l’obiettivo, neanche troppo nascosto è quello di rimettere in discussione, retroattivamente, le pensioni liquidate con il metodo retributivo”. I vitalizi dei parlamentari sarebbero il primo passo, seguito dalle pensioni d’oro. Tuttavia, poi, questi interventi sarebbero un precedente per intervenire su tutte le pensioni. “Poiché siamo assolutamente d’accordo sul taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro, ma ci opponiamo al fatto che si taglino di nuovo le pensioni degli operai, proponiamo, in alternativa al ricalcolo, il contributo di solidarietà, ma a partire dai 5.000 euro netti mensili”, aggiunge quindi Damiano



PROIETTI CHIEDE FLESSIBILITÀ SENZA VINCOLI

Domenico Proietti torna a chiedere al Governo di avviare un confronto con i sindacati sulla riforma delle pensioni. “Bisogna, innanzitutto, reintrodurre una reale flessibilità di accesso alla pensione, senza paletti e vincoli che ne limitino la portata, poi è bene agire con lungimiranza introducendo dei meccanismi che garantiscano ai giovani lavoratori future pensioni dignitose e prevedere una piena valorizzazione, ai fini previdenziali, del lavoro di cura svolto dalle lavoratrici. Contemporaneamente, si devono riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare con un rilancio delle adesioni tramite un semestre di adesione informata”, spiega il Segretario confederale della Uil, secondo cui bisogna anche ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni in essere, oltre che tagliare le tasse per i pensionati. Proietti ritiene anche opportuna una revisione della governance dell’Inps.

DI MAIO NON CONFERMA CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

Oltre a confermare la volontà di varare Quota 41 e di voler valutare la miglior combinazione per Quota 100, in tema di riforma delle pensioni Luigi Di Maio ha oggi voluto tranquillizzare quanti temono che possa essere varato un contributo di solidarietà sulle pensioni. “È una proposta di Brambilla, ma non l’ho ricevuta”, ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, partecipando alla trasmissione Omnibus in onda questa mattina su La7. Di Maio ha fatto capire che il primo passo sarà fatto sui vitalizi degli ex parlamentari, con un provvedimento che verrà varato dalla Camera probabilmente già domani. Solamente dopo l’esecutivo entrerà più nel merito degli interventi da prendere per quel che riguarda le pensioni d’oro. Non resta che aspettare per vedere se ci sarà un contributo di solidarietà oppure un ricalcolo delle pensioni sopra i 5.000 euro ove non corrispondenti ai contributi versati.

DI MAIO SU QUOTA 100

La riforma delle pensioni 2018 tra i primi punti del lavoro del Governo di Giuseppe Conte, con Movimento 5 Stelle e Lega che stanno valutando il da farsi per smontare e abolire la Legge Fornero ora vigente. Intervenuto al Senato per presentare le linee guida dei suoi dicasteri, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha parlato della Quota 100: “Il Governo ci sta lavorando, stiamo valutando: non tutte le possibili combinazioni sono convenienti”. Quota 100 o quota 41, l’esecutivo gialloverde è pronto a dare una svolta, così come per quanto riguarda l’abolizione delle pensioni d’oro e l’introduzione di quelle di cittadinanza “Aboliremo le pensioni d’oro o di privilegio sopra i 4-5 mila euro netti e non legate alla contribuzione, anche per finanziare quelle di cittadinanza”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

CUMULO CONTRIBUTIVO, NUOVO PASSO IN AVANTI

Nuovo passo in avanti per il cumulo contributivo gratuito, introdotto tramite la piccola riforma delle pensioni varata alla fine del 2016. Anche la Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti e l’ente nazionale di previdenza dei consulenti del lavoro hanno infatti firmato la convenzione con l’Inps, in modo da poter sbloccare le pratiche di chi puntava a poter accedere alle pensione cumulando i diversi periodi contributivi. Secondo quanto riporta pensionioggi,it, le due casse sono riuscite a far modificare alcune parti della convenzione quadro in modo da tener conto di alcuni loro regolamenti interni. Soddisfazione è stata espressa sia da Alessandro Visparelli, Presidente dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza per i consulenti del lavoro, che da Walter Anedda, Presidente della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori Commercialisti.

RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100, LE PAROLE DI GHISELLI (CGIL)

La Cgil fa sapere apertamente di volere una riforma delle pensioni organica per superare la Legge Fornero. Per questo chiede al Governo di avviare un confronto sul tema. “Le nostre priorità sono la flessibilità in uscita, i giovani, le donne e i lavori gravosi, misure da introdurre già nella prossima legge di bilancio”, ha detto Roberto Ghiselli alla vigilia dell’iniziativa svoltasi ieri con il titolo “Pensioni: adesso risposte concrete”, organizzata dal sindacato di Susanna Camusso. Intervistato da Rassegna Sindacale, il Segretario confederale della Cgil spiega di ritenere insufficiente la Quota 100 a partire dai 64 anni ipotizzata dal Governo Lega-M5s.

Dal suo punto di vista è importante partire da un “sistema flessibile che garantisca la libera scelta del lavoratore tenendo conto che esistono diverse condizioni soggettive, professionali, familiari, di salute, motivazionali. Pensiamo quindi che oltre una certa età (la nostra piattaforma parla di 62 anni) e senza vincoli reddituali minimi, il lavoratore possa scegliere, anche nel sistema misto. Un sistema che a regime sarà contributivo ma che dovrà essere corretto socialmente”. In questo senso per il sindacalista occorre riconoscere e valorizzare il “lavoro di cura e delle donne, compresa la proroga di opzione donna, come misura transitoria verso una soluzione strutturale. Serve poi una reale commisurazione delle condizioni d’accesso alla pensione alle diverse speranze di vita connesse alle diverse attività, affermando comunque il limite dei 41 anni di contributi”. Senza dimenticare la pensione di garanzia per i giovani.