Si continua a parlare dei vitalizi degli ex parlamentari che, quanto meno per quanto riguarda chi è stato deputato, saranno decurtati dopo la delibera della Camera. Per Ettore Rosato, è stato giusto eliminare un privilegio, ma questo non deve essere “un pretesto per attaccare le pensioni dei cittadini”. Intervistato dal sito del Sole 24 Ore, il vicepresidente della Camera spiega che “gli ex parlamentari hanno avuto un privilegio non confrontabile con gli altri cittadini. Ho fatto una lunga discussione sul fatto che nel programma di governo M5S-Lega c’è scritto che lo stesso intervento vogliono farlo per esempio sui dipendenti della Camera e questo è sbagliato. Perché chi ha un rapporto di lavoro ha costruito un sistema previdenziale quando è entrato e non si può cambiare quando va in pensione. I parlamentari possono subire un cambiamento del loro regime pensionistico, i normali cittadini no. Dunque il suo timore è “che l’attacco sia più alle pensioni dei cittadini che al sistema dei parlamentari, su cui ormai abbiamo messo una pietra sopra”.
QUOTA 100 E QUOTA 42
Vi abbiamo raccontato poco più sotto la novità legata alla Quota 42 nell’ambito della riforma pensioni 2018. Restano caldi i temi Quota 100 e quota 41, ma lo Studio Cataldi evidenzia che avanza lo slittamento a Quota 42. Ma di cosa si tratta? Semplicemente di alzare di un anno il requisito di anni di contributi versati richiesto per lo strumento che permette di andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica. Come sottolineato dai colleghi di Affari Italiani, per quanto riguarda i tempi bisogna attendere almeno il 2019 o addirittura il 2020. Quota 42 che prevederebbe un superbonus, come vi abbiamo raccontato, ovvero un incentivo del 30 per cento per chi vorrà restare a lavorare nonostante il raggiungimento dell’età pensionistica. Un superbonus che però frenerebbe la Quota 100, con i lavoratori che potrebbero”by-passare” il raggiungimento dei requisiti per la pensione preferendo il 30 per cento in più in busta paga. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SERRACCHIANI CONTRO DI MAIO
Luigi Di Maio, tra mercoledì e giovedì, ha riferito alle commissioni parlamentari di Camera e Senato sulle linee programmatiche che intende portare avanti nei suoi dicasteri. Debora Serracchiani esprime preoccupazione per quanto ha sentito dire dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico. “Dalla relazione del ministro appare preoccupante come la questione del lavoro sia più che mai una cenerentola rispetto allo sviluppo economico e colpisce negativamente il fatto che ci sia stato solo qualche fugace accenno a temi, rilevantissimi, come la sicurezza sul lavoro. Abbiamo quindi preso atto che il ministro Di Maio non intende abolire e/o superare la legge Fornero, pur non comprendendo quali saranno le proposte in materia di pensioni”, ha detto la capogruppo del Pd alla commissione Lavoro della Camera. Parole non certo rassicuranti, visto che il leader del Movimento 5 Stelle ha rilanciato comunque l’ipotesi di varare Quota 100.
L’IMPEGNO DI DI MAIO PER LE DONNE
Le parole dette da Luigi Di Maio nel suo intervento in audizione alla Camera dei deputati, sono state riportate e commentate da Orietta Armiliato sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social. Il perché è presto detto. Il vicepremier ha infatti dichiarato: “Voglio confermare il mio impegno e quello del governo a intervenire sulle frequenti interruzioni della contribuzione che le donne si trovano ad affrontare per accedere alla pensione”. Parole molto importanti per chi da tempo si batte per far sì che si possano, per esempio, valorizzare ai fini contributivi i lavori di cura svolti dalle donne o in ogni caso ridurre il gap di genere esistente anche nelle pensioni. “Ci aspettiamo quindi che sia abbracciato dal Governo il capitolo sulla questione posto all’interno della piattaforma che i Sindacati hanno stilato e siglato unitariamente e che, ne siamo certe, dopo questo bel ‘assist’ vorranno al più presto ridefinire con i funzionari dell’esecutivo”, ha scritto Armiliato, che pone anche una domanda importante: “Ci sarà davvero un provvedimento ad hoc per le donne all’interno della prossima Legge di Stabilità?”.
LA DISCRIMINAZIONE PER I GIOVANI OVER 30
Quota 100 e Quota 41, come la flessibilità pensionistica in generale, vengono indicati come interventi in grado di poter favorire non solo i lavoratori anziani, ma anche i giovani che avrebbero più chance di trovare un’occupazione. Tuttavia, come viene segnalato da Christian Mosi, Presidente dell’associazione Lavoro Over30, ci sono molto giovani che, superati i 30 anni, fanno ancora più fatica a uscire dal tunnel della disoccupazione o della precarietà, ma la politica non sembra interessarsi a loro, nonostate il Decreto dignità. Oggi su Euronews, a partire dalle 16:00, Mosi, insieme a Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, e all’imprenditore Valerio Buongiorno, tornerà sul tema, evidenziando come le differenze contributive per i contratti tra under 30 e over 30 rappresentino un problema che deve essere affrontato dal nuovo Governo. Anche per rendere più efficace uno degli obiettivi di Quota 100 e Quota 41.
L’IPOTESI DI QUOTA 42
Riforma pensioni 2018 e Quota 100, ma non solo. Il Governo M5s-Lega è al lavoro per abolire la vigente Legge Fornero e tra le tante ipotesi avanzate c’è anche la Quota 41. Lo Studio Cataldi però ipotizza uno slittamento a quota 42, come evidenziato da Adnkronos. Di cosa si tratta? Quota 42 prevede l’innalzamento di un anno del requisito richiesto per lo strumento che consente di andare in pensione indipendemente dall’età anagrafica. Per quanto riguarda i tempi, non sarebbe prevista prima del 2020. Trai tanti temi in ballo c’è anche l’inserimento di un superbonus del 30 per cento: un incentivo a chi vorrà restare a lavorare e un modo per evitare che l’introduzione della Quota 100 provochi un vero e proprio esodo pensionistico. Questo bonus infatti prevederebbe un 30 per cento in più in busta paga per chi decidesse di continuare a lavorare nonostante l’aver maturato i requisiti richiesti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SPADONI (M5S)
Gli esodati continuano a lottare per una nona salvaguardia che vada definitivamente a risolvere il problema di chi (circa 6.000 persone) a quasi otto anni dal varo della Legge Fornero si ritrova ancora senza lavoro e lontano dalla pensione. Maria Edera Spadoni, partecipando a un convegno organizzato dal Comitato nazionale esodati e dal Coordinamento nazionale unitario pensionati, ha detto che “il Governo sta valutando il dossier nona salvaguardia”. Secondo quanto riporta Askanews, la vicepresidente della Camera ha spiegato che “la Legge Fornero ci obbliga a prendere una decisione sui circa 6000 esodati che chiedono la nona salvaguardia. Il Governo, che si è appena insediato, ovviamente dovrà avere il tempo di studiare i dossier che riguardano la nona salvaguardia, ma posso darvi subito qui una buona notizia: c’è la volontà politica di sistemare questa difficile situazione e il Governo sta valutando il caso in maniera molto attenta per trovare una soluzione”.
La deputata del Movimento 5 Stelle ha anche affrontato altri temi previdenziali, evidenziando come “andare in pensione dopo tanti anni di lavoro è un diritto che ormai è diventato quasi una meta irraggiungibile per molti lavoratori”. Oltre ad aver garantito il proprio impegno “a verificare che l’Opzione donna sia prorogata”, visto che il Governo si è assunto l’impegno di permettere “alle lavoratrici di andare in pensione con 57/58 anni e 35 di contributi accettando il calcolo contributivo”, Spadoni si è augurata che ci possa essere collaborazione tra Governo, Parlamento e categorie che si sono sentite poco ascoltate in passato.