QUOTA 100 E QUOTA 41, PRECOCI PREOCCUPATI

Le ipotesi di una Quota 42 al posto della Quota 41 non vengono per ora commentate dagli esponenti del Governo Lega-M5s e ciò contribuisce ad alimentare un clima di confusione in cui i lavoratori precoci non sanno se possono o meno aspettarsi una riforma delle pensioni che li aiuti a raggiungere la quiescenza. Sul gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti c’è chi esprime delusione per le promesse finora non mantenute da parte del Governo e c’è chi invece evidenzia che l’esecutivo è insediato da poco tempo e quindi si tratterà solo di attendere per vedere varata la Quota 41. Sul gruppo 41xtutti lavoratori uniti c’è compattezza nel chiedere a gran voce al Governo di intervenire per varare sia Quota 41 che Quota 100, senza tra l’altro ricalcoli contributivi dell’assegno, cosa che porterebbe delle penalizzazioni che non vengono ritenute giuste.



QUOTA 100, PER L’INPS COSTA FINO A 14 MILIARDI L’ANNO

Quota 42, Quota 41 e Quota 100: riforma pensioni 2018, Governo al lavoro per trovare la riforma ideale per abolire la Legge Fornero. Nelle ultime ore ha preso corpo l’ipotesi di Quota 42 con superbonus del 30 per cento in busta paga, ma non è tramontata l’idea Quota 100 avanzata dalla Lega. A tal proposito si è espreso l’Inps: come evidenziato dai colleghi di Tg Com 24, l’Istituto ha segnalato che se entrasse in vigore già dal 2019 i costi per le casse viaggerebbero tra i quattro e i quattordici miliardi di euro l’anno. Sono state effettuate varie ipotesi di simulazione: previsti un milione e 172 mila assegni in più l’anno a carico dell’Istituto di previdenza. Abolizione Legge Fornero al primo posto dell’esecutivo M5s-Lega, ma con un occhio alle casse dello Stato… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



SINDACATI CONVOCATI DAL MIUR

Nei giorni scorsi si era parlato molto di quegli insegnanti, dirigenti e dipendenti scolastici che non sanno ancora se il 1° settembre potranno o meno accedere alla pensione a causa del mancato accertamento dei giorni utili per maturare l’anzianità contributiva necessaria. Tecnicadellascuola.it riporta la notizia della convocazione delle parti sociali da parte del ministero dell’Istruzione per la giornata di martedì 17 luglio. Si tratta certamente di un appuntamento importante per cercare di dare a una risposta a chi non ha ancora capito se potrà accedere alla quiescenza. Anche perché non bisogna trascurare la necessità di sostituire queste persone nel caso accedano alla pensione. I sindacati avevano già indetto un presidio per la mattinata di lunedì davanti all’Ufficio scolastico provinciale di Roma. 



RIFORMA PENSIONI, CGIL CHIEDE CONFRONTO AL GOVERNO

Dopo il convegno organizzato a inizio settimana, la Cgil continua a chiedere al Governo un confronto con i sindacati sulla riforma delle pensioni. “Ci auguriamo che arrivi presto il momento per passare dalle parole ai fatti. Sulle pensioni si continua a girare attorno al problema senza esplicitare in che modo si vuole intervenire, e più passano i giorni più sembra affievolirsi, nelle intenzioni del Governo, la possibilità di una vera riforma che superi strutturalmente la legge Fornero. Auspichiamo che il ministro Di Maio convochi in tempi brevi Cgil-Cisl-Uil per poter avviare un confronto di merito”, ha dichiarato infatti Roberto Ghiselli. Per il sindacalista la discussione sui singoli provvedimenti che il Governo vuole intraprendere o ha già intrapreso, come Quota 100 o il taglio dei vitalizi, ha più l’aspetto di un “diversivo mediatico” che non di una seria volontà di varare un intervento specifico.

Questo perché, aggiungiamo noi, ancora manca chiarezza sui dettagli dei provvedimenti annunciati. Su Quota 100, per esempio, Luigi Di Maio ha detto che verrà fatta una valutazione sulle possibili combinazioni di questo provvedimento, che può avere effetti, benefici e costi molto diversi proprio in virtù dei contenuti specifici della misura. Il prossimo passo del Governo sembra essere il taglio delle pensioni sopra i 4.000 euro. Ghiselli in questo senso ha fatto sapere che pur condividendo l’idea di recuperare risorse per i giovani o per chi ha pensioni più basse, “è pericoloso utilizzare la leva del ricalcolo contributivo: si parte dalle cosiddette ‘pensioni d’oro’ e si rischia di arrivare al taglio di tutte le altre pensioni”.