RIAPRIRE TAVOLO GOVERNO-SINDACATI, LA RICHIESTA CODS
Orietta Armiliato lancia una richiesta agli iscritti al Comitato Opzione donna social: far sapere ai politici, specie agli esponenti rappresentanti della maggioranza, che il Cods stesso vorrebbe che il Governo riaprisse il tavolo di confronto con i sindacati sulla riforma delle pensioni. Tutto questo anche attraverso i social network, condividendo un messaggio piuttosto chiaro: “Le donne del Cods chiedono che il Governo riapra i tavoli di concertazione e si prosegua con il confronto sui temi contenuti nella piattaforma unitaria Cgil-Cisl-Uil. Le OO.SS. sono la nostra voce, per poterci ascoltare. Ascoltateli”. Anche dai sindacati stessi nelle scorse settimane era giunta la richiesta all’esecutivo di poter riaprire il confronto su un tema importante come quello delle pensioni a fronte degli annuncianti interventi come Quota 100 e Quota 41.
IL MOMENTO DELLA VERITÀ PER QUOTA 100 E QUOTA 41
La riforma delle pensioni annunciata sia da Matteo Salvini che Luigi Di Maio si farà? Verrà varata Quota 100 e in un secondo tempo Quota 41 come sembra probabile? Per saperlo bisognerà aspettare quanto meno settembre. Il Manifesto ricorda infatti che “i nodi arriveranno al pettine dopo la pausa di agosto, con la legge di bilancio. Al momento il governo ha altre urgenze: far passare il decreto Dignità la settimana prossima, e non sarà facile senza la fiducia, e bloccare la fusione tra Ferrovie e Anas, come hanno di fatto annunciato ieri di voler fare sia Di Maio («Operazione sbagliata che si deve fermare») che Salvini («Chi fa i treni deve fare i treni e chi si occupa di strade deve fare le strade»)”. Tra l’altro, evidenzia ancora il quotidiano, l’intervento sulla Legge Fornero è “particolarmente insidioso perché lì è impossibile cavarsela assicurando che il treno è partito e proprio quella riforma è la più invisa alla Bce”.
SALVINI: QUOTA 100 RESTA L’OBIETTIVO
Oltre che con Il Corriere della Sera, Matteo Salvini oggi ha parlato in diretta a 7 Gold, nel corso della puntata di “Aria pulita”. Tra i temi toccati anche quello della riforma delle pensioni. Quota 100, ha spiegato, resta l’obiettivo da raggiungere, secondo il vicepremier. Che ha anche spiegato di voler dare un segnale entro l’anno sulla cancellazione della Legge Fornero. Il ministro dell’Interno ha specificato poi che non è stato accantonato il piano per aumentare le pensioni minime. Semplicemente ci vorrà qualche mese prima di poter approvare questo intervento, di modo da poter nel frattempo reperire le necessarie risorse intervenendo su alcuni sprechi. Tra questi Salvini ha indicato le pensioni sociali che vengono erogati a immigrati giunti in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari. Dal suo punto di vista, infatti, non ci sono contributi versati a giustificare l’importo di tali assegni.
GOVERNO PASSI DALLE PAROLE AI FATTI: LA RICHIESTA NIDIL-CGIL
In tema di riforma delle pensioni, “è necessario che il governo passi dalle parole ai fatti, uscendo da logiche di mera propaganda politica e iniziando ad affrontare concretamente un tema così delicato”. Parole dette da Silvia Simoncini, Segretario nazionale del Nidil-Cgil, il sindacato dei lavoratori atipici. “Troppo spesso ci viene proposta un’equazione lineare che ci porta ad affermare che le carriere previdenziali fragili sono un problema generazionale”, evidenzia la sindacalista, ricordando però che “le carriere previdenziali fragili appartengono ormai anche a quei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro in questi lunghi anni di crisi”. Per questo occorre dunque “dare continuità al lungo e faticoso lavoro unitario definito nella nostra piattaforma sulle pensioni, iniziato con il precedente governo”. Anche perché via sia “la tutela pensionistica dei lavoratori con contratti precari e discontinui”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano ha qualcosa da dire a Luigi Di Maio: anche nella passata legislatura, quando al Governo c’era il Pd, Tito Boeri ha fornito dei dati che sono state “scomode”. “Con la Commissione Lavoro della Camera che, nella passata legislatura, è stata l’artefice dell’avvio del superamento della legge Fornero con la realizzazione delle 8 salvaguardie, l’Inps di Boeri ha fornito cifre sempre sovrastimate che la Ragioneria avallava non volendo apparire più concessiva”. L’ex ministro del Lavoro fa anche un elenco di alcuni casi che possono fungere da esempio di quel che intende dire: “le restrizioni imposte alla ottava salvaguardia degli esodati, che ha impedito la definitiva soluzione del problema, sono state la conseguenza di una stima dell’Inps totalmente sbagliata di 30.700 lavoratori coinvolti, a fronte di un consuntivo, due anni dopo, di 14.000 domande accolte: meno della metà”.
E non dimentica il caso di Opzione donna: “i conti dell’Inps hanno preteso, a fronte di una legge del 2004 che aveva finanziato la norma, altri 2,5 miliardi di euro per riconquistare la possibilità di andare in pensione da parte delle lavoratrici. Possibilità che era stata messa in discussione dallo stesso Istituto previdenziale che, con una circolare, aveva arbitrariamente sostituito un diritto di maturazione della pensione con il raggiungimento dei 35 anni di contributi e dei 57-58 anni di età (lavoratrici dipendenti o autonome) con il momento della erogazione dell’assegno pensionistico. Questo scherzetto ha spostato avanti di 18-21 mesi (lavoratrici dipendenti o autonome) il traguardo che, di conseguenza, si è dovuto nuovamente finanziare. Non sappiamo ancora, a tutt’oggi, quali sono, di quei 2,5 miliardi, le risorse realmente spese”.