BOERI: CON QUOTA 100 E 41 750.000 PENSIONATI IN PIÙ

Tito Boeri oggi alla Camera ha presentato la relazione annuale dell’Inps, con la quale è tornato a parlare delle ipotesi di riforma delle pensioni paventate da Lega e Movimento 5 Stelle. “Ripristinando le pensioni di anzianità con Quota 100 o 41 anni di contributi si avrebbero subito circa 750mila pensionati in più”, ha detto, spiegando anche che “ripristinare le pensioni di anzianità significa ridurre il reddito netto dei lavoratori”. Il Presidente dell’Inps ha anche evidenziato che le stime dei costi di Quota 100 arrivano fino a 20 miliardi di euro. Per Luigi Di Maio resta intanto prioritario un intervento mirato ad aumentare le pensioni minime, almeno a 780 euro come illustrato in campagna elettorale, tramite interventi sui vitalizi e le pensioni d’oro. “Se si ha una pensione alta che deriva da un lavoro della vita allora è giusto, ma non se è sproporzionata rispetto ai contributi versati”, ha detto.



BATTAGLIA DEGLI EX PARLAMENTARI PER I VITALIZI

Luigi Di Maio ha annunciato che prima del taglio delle pensioni d’oro verrà data precedenza all’intervento sui vitalizi degli ex parlamentari. I quali promettono però battaglia. L’Associazione degli ex Parlamentari ha infatti diffidato i membri dell’Ufficio di presidenza della Camera a procedere in materia, visto che i tagli in questione vengono ritenuti “incostituzionali, illegittimi e illegali”. Gli ex parlamentari sono pronti anche ad agire con azioni legali anche a fini risarcitori nei confronti degli stessi membri dell’Ufficio di presidenza. Dal loro punto di vista, sarebbe ammissibile un contributo di solidarietà, ma non un intervento che potrebbe anche rappresentare “un pericoloso precedente che mette a rischio lo Stato di diritto e apre le strade al taglio delle pensioni degli italiani”. La risposta del Movimento 5 Stelle non tarderà a farsi sentire.



LA CGIL VUOLE RISPOSTE CONCRETE

La Cgil non sembra aver rinunciato a portare avanti le sue istanze in materia di riforma delle pensioni e sembra voler lanciare anche un messaggio al Governo Conte. Martedì 10 luglio, a Roma, il sindacato di Susanna Camusso terrà un’iniziativa dal titolo “Pensioni: adesso risposte concrete”, cui sono stati invitati anche i rappresentanti di Cisl, Uil, i presidenti, gli Uffici di presidenza e i capigruppo delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. Saranno presenti il Segretario confederale Roberto Ghiselli e il Segretario generale Susanna Camusso. Secondo la Cgil, si legge sul sito di Rassegna sindacale, “in una fase così delicata il tema della previdenza assume una rilevanza particolare. Per questo motivo, in coerenza con l’iniziativa avviata dal sindacato nella precedente legislatura, anche in questa fase chiediamo ai nostri interlocutori di affrontare il tema di una vera riforma previdenziale, che superi strutturalmente l’impianto complessivo della legge Fornero, sulla base della piattaforma sindacale unitaria: ‘Riformare le pensioni dare lavoro ai giovani’, che rimane per noi la proposta su cui confrontarci”.



ELSA FORNERO CONTRO SALVINI

Elsa Fornero è stata ospite di Radio Cusano Campus, dove ha commentato le parole che Matteo Salvini ha pronunciato dal palco di Pontida. “Ha detto che legge Fornero è da smontare, perché disumana, ma penso che dovrebbe provarci. A parte che non spetta al ministro dell’interno, mi pare che ieri lui si sia preso sostanzialmente la responsabilità di tutta l’azione di governo. Facessi parte del movimento alleato sarei un po’ preoccupata”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, che ha poi rincarato la dose: “Ora Salvini è al Governo, ha una responsabilità, continua a dire cose ma ne fa molto meno. È affetto da una sorta di delirio di onnipotenza, pensa di poter risolvere tutti i problemi di tutti gli italiani, ma le persone nel Paese hanno spesso interessi contrapposti”. La replica del ministro dell’Interno non si è fatta attendere: “I leghisti le fanno paura e io non avrò mai il suo rispetto. Pazienza, noi andiamo avanti!”, ha scritto su Twitter il leader della Lega rivolto alla Fornero.

PRIME CONTESTAZIONI PER DI MAIO

Luigi Di Maio, oltre che promettere la riforma delle pensioni con Quota 100, è tornato a ribadire che il Governo intende tagliare gli assegni più alti. Un provvedimento che non piace alla Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, il cui Presidente Giorgio Ambrogioni, in un intervento su Formiche.net ricorda al ministro del Lavoro che “percepire una pensione (o reddito differito come dicono gli economisti) significa aver versato i relativi contributi in base alle leggi vigenti: rimettere in discussione, a posteriori, questo diritto vuol dire scardinare il patto fra lo Stato e i cittadini”. La Cida non sembra nemmeno disposta a dare il suo benestare a un contributo di solidarietà sulle pensioni più alta, che rappresenterebbe “una classica ‘stangata’ camuffata da atto di giustizia ed equità”.

RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100, DONNE PENALIZZATE

Si continua in questi giorni a parlare di  di riforma pensioni e Quota 100, che, secondo quanto previsto dal Contratto di Governo Lega-M5s in tema di pensioni, dovrebbe sostituire la Legge Fornero. In una lettera inviata a Orizzontescuola.it, Fortunata Camilleri ha fatto notare che il sistema pensionistico attuale non favorisce certo le donne, “ma anche con la cosiddetta ‘quota 100’ si rientrerebbe mai in un sistema pensionistico adeguato a chi ha studiato, e neanche nei trentacinque anni di lavoro preteso, altra condizione ipotizzata, questa la cosa grave: pur con le modifiche che fanno rizzare i capelli ai tanti benpensanti, io e tante altre donne dovremo attendere la pensione di vecchiaia… dopo una vita di studio (qui in Italia fanno pagare anche ciò che ci si è guadagnato: università e post-laurea, per i quali dovrei pagare cifre astronomiche) e di lavoro nei diversi ambiti”.

Del resto riuscire ad arrivare a 100 sommando gli anni contributivi con quelli dell’età anagrafica è molto difficile per le donne che hanno spesso carriere discontinue, in particolare dovute ai periodi di maternità e di assistenza ai figli. “Ma la donna è penalizzata anche per altri motivi: non sempre riesce a far carriera per i figli, non sempre può aspirare a lavori che le porterebbero via l’intera giornata… e le tante altre situazioni che fanno della donna lavoratrice un’anomalia, se non fosse che in questo modo i periodi di età pensionabile si accorciano drasticamente… e poi, neanche la variabile “studio” è presa in considerazione. Come si fa a concepire 42 anni-43 (o quasi) di lavoro se un intero settore: quello dei laureati e dei post-laureati, arriva al lavoro a quasi trent’anni? (alcuni anche più tardi)”, ha aggiunto Camilleri.