Se sul fronte “disoccupazione” i dati di giugno mostrati dall’Istat sono tutt’altro che positivi, quanto visto sul secondo trimestre in ordine alla crescita del Pil è forse altrettanto deludente: la crescita del nostro Paese infatti rallenta fino allo 0,2% in questo secondo trimestre, mentre sul fronte annuale viene stimata in +1,1%, troppo poco rispetto alle speranze rilanciate sia dallo scorso Governo che dall’attuale. L’Istat evidenzia la frenata separando come «si tratta di un incremento inferiore a quello dei 6 trimestri precedenti: il dato trimestrale e’ il piu’ basso dal terzo trimestre 2016. La variazione acquisita per il 2018 e’ pari a +0,9%». Tornando poi al problema annoso della disoccupazione, il tasso di percentuale in tutta l’Europa vede l’Italia seconda solo alla Spagna nella ben poco felice classifica: 34,1% per Madrid, 32,6% per Roma con dati in previsione dei prossimi mesi che ancora dovranno riflettere sugli effetti possibili del Decreto Dignità in votazione in questi giorni. 



ISTAT, DISOCCUPAZIONE AL 10,9% A GIUGNO

L’Istat ha diffuso oggi i dati relativi al tasso di disoccupazione in Italia, che a giugno è salito al 10,9%, con un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente. Scende anche (dello 0,1%) il tasso di occupazione, che passa al 58,7%. Tra i giovani, il tasso dei senza lavoro passa dal 32,1% al 32,6%, C’è da dire che l’Istat stima un aumento del 2,1% delle persone in cerca di occupazione, con un calo degli inattivi (-0,2%). Ciò significa che ci sono più persone che stanno cercando lavoro, ma evidentemente non tutti riescono a trovarlo. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, nel secondo trimestre dell’anno è cresciuto il numero di occupati, in particolare tra gli over 50. I disoccupati e gli inattivi, sempre nel trimestre, sono diminuiti. Nel medesimo periodo si è registrata un crescita dei lavoratori a termine e degli indipendenti, mentre restano sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti.



CRESCONO I CONTRATTI A TERMINE

Su base annua, secondo l’Istat a giugno l’occupazione è cresciuta dell’1,4%, principalmente grazie ai lavori a termine, mentre i contratti a tempo indeterminato hanno fatto registrare un calo. Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni e i 15-34enni, mentre calano gli occupati tra i 35 e i 49 anni. Il numero di disoccupati è quindi sceso, nei 12 mesi, dello 0,3%. Più marcato (-2,6%), il calo degli inattivi. Di fronte a questo continuo aumento dei contratti a termine, che pure contribuiscono all’occupazione, c’è da chiedersi quali potranno essere gli effetti dei provvedimenti del Decreto dignità, che in parte potrebbero essere limitati se non riguarderanno il lavoro in somministrazione. Sarà dunque importante capire quali emendamenti verranno effettivamente approvati dalla Camera al testo del decreto e quali effetti concreti potranno avere.