LE RICHIESTE UILA SULL’APE SOCIAL

L’Unione italiana dei lavori agroalimentari, aderente alla Uil, aveva elaborato delle proposte di iniziativa popolare che ha poi presentato nei giorni scorsi alla commissione Lavoro della Camera. Il sindacato, come ricorda pensionioggi.it, ha tra le altre cose proposto degli interventi sull’Ape social, per far sì che possa diventare una misura strutturale e perché nella platea vengano incluse anche le categorie di disoccupati che hanno diritto alla Naspi, abbassando anche da 30 a 20 anni l’anzianità contributiva minima richiesta. Resta da capire quale seguito possa avere la richiesta, considerando che si parla dell’intenzione del Governo di abolire l’Ape per far spazio a Quota 100. Alberto Brambilla, in una recente intervista, ha spiegato che le tutele per disoccupati e invalidi garantite dall’Ape social verrebbero mantenute attraverso “fondi esuberi o di solidarietà sul tipo di quelli che esistono già per ogni categoria professionale, a cominciare dai bancari”.



DAMIANO CONTRO BOERI E DI MAIO

“Un’inedita alleanza tra il Presidente dell’Inps Boeri e il ministro Di Maio, sta preparando un calice amaro per i pensionati”, è quanto sostiene Cesare Damiano, spiegando che la volontà di colpire i vitalizi tramite un ricalcolo degli stessi e non con un contributo di solidarietà rischia di “coinvolgere tutti coloro che sono in pensione”. Secondo l’ex ministro del Lavoro, il Presidente dell’Inps mette in discussione tutto il sistema retributivo e non le pensioni di importo elevato. “Il problema non è se la pensione ha un importo elevato (d’oro), ma se è pagata con il sistema retributivo, anche se parzialmente. Questa scelta coinvolgerebbe la maggioranza degli attuali pensionati, compresi gli operai che hanno le pensioni di ‘bronzo’”. Damiano chiede quindi a Salvini e Di Maio di varare un contributo di solidarietà per i vitalizi e le pensioni d’oro (sopra i 5.000 euro netti al mese), così da evitare il peggio.



MELONI CONTRO BOERI SU IMMIGRATI E PENSIONI

Dopo Matteo Salvini, è Giorgia Meloni ad attaccare il presidente dell’Inps Tito Boeri per la tesi degli immigrati e la loro importanza per il sistema previdenziale italiano. «I lavoratori stranieri impegnati in basse qualifiche rappresentano il 36%, a dispetto di uno scarso 8% degli italiani». La leader di Fratelli d’Italia ha replicato su Facebook con un video: «L’Italia è di almeno dieci punti sotto la media europea per occupazione. Significa che se recuperiamo quel gap e mettiamo la gente a lavorare, avremo chi lavora per pagare le pensioni». E non è mancata una battuta sui vitalizi e le pensioni d’oro, che secondo Boeri non si possono abolire. «Detto da chi eroga pensioni minime di 500 euro fa davvero molto ridere». E quindi l’ultima bordata: «Presidente Boeri, cerchiamo di dire cose sensate e se proprio non le vogliamo dire e vogliamo metterci a fare politica dal capo di un’istituzione dello Stato, allora ci dimettiamo e ci candidiamo alla guida del Pd”». (agg. di Silvana Palazzo)



QUOTA 100 E 41, I CONTI DI BOERI

Le dinamiche demografiche possono mettere a rischio il sistema previdenziale italiano, nonostante la lunga stagione di riforme delle pensioni. Lo ha ribadito Tito Boeri, il presidente dell’Inps, secondo cui il ritorno alle pensioni di anzianità con quota 100 o 41 anni di contributi produrrà 750mila pensionati in più. Per reggere queste pensioni per Boeri serve più occupazione nei prossimi decenni di immigrati regolari. Inoltre, il numero uno dell’Inps ha spiegato che il superamento della riforma Fornero con quota 100, partendo da 64 anni di età, costerebbe 4 miliardi il primo anno e 8 a regime, spesa che sale a 11 miliardi il primo anno e 18 miliardi a regime se si aggiunge la finestra di 41 anni di contributi senza limiti di età. A questa spesa si dovrebbero aggiungere gli oneri previsti nel contratto di governo sulle pensioni, e ribaditi ieri da Di Maio, che vuole elevare le pensioni basse a 780 euro. Costi rilevanti che, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, potrebbero essere evitati, pensioni minime a parte, girando maggiore flessibilità rispetto alle regole attuali accelerando con la transizione al metodo contributivo e garantendo la piena “neutralità attuariale” dei nuovi pensionamenti. (agg. di Silvana Palazzo)

RIZZETTO CHIEDE INTERVENTI AL GOVERNO

In questi giorni si parla molto di Decreto dignità e Walter Rizzetto, con un video che ha postato sul suo profilo Facebook, ha fatto notare che tra i punti critici del provvedimento tanto voluto da Luigi Di Maio c’è la mancanza di ogni riferimento alla volontà di trovare una soluzione per i circa 6.000 esodati ancora privi di salvaguardia, come pure un qualche accenno a Opzione donna, che pure il Movimento 5 Stelle sembrava intenzionato a prorogare e che Fratelli d’Italia vorrebbe venisse estesa anche agli uomini. Più in generale, ha ricordato Rizzetto, nel Decreto dignità manca ogni riferimento al tema delle pensioni. Luigi Di Maio a questo proposito aveva detto di aver già chiesto ai parlamentari M5s di predisporre gli interventi sui temi più importanti come la Quota 100, ma di voler altresì dare la precedenza al taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro.

RIFORMA PENSIONI, CAMUSSO CRITICA QUOTA 100

Secondo Susanna Camusso, Quota 100, che nelle intenzioni del Governo dovrebbe essere il primo intervento importante di riforma delle pensioni finalizzato a superare la Legge Fornero, “soddisfa le esigenze di parte dei lavoratori, ma lascia irrisolto il problema delle pensioni per i giovani e per i lavoratori discontinui”. La Segretaria generale della Cgil, intervistata dal Corriere della Sera, dice di non trovarsi d’accordo con parte della maggioranza anche per quel che riguarda l’iniziativa sui vitalizi degli ex parlamentari. Pur condividendone l’idea di fondo, la sindacalista spiega infatti che “la soluzione del ricalcolo col contributivo rischia di aprire la strada a un taglio di tutte le pensioni”, comprese quindi anche quelle dei normali cittadini. Dal suo punto di vista sarebbe quindi meglio varare un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte, in modo da destinare i proventi all’aumento di quelle più basse, compiendo quindi un’operazione di equità.

Circa l’intenzione del ministro Di Maio di colpire le pensioni d’oro dei sindacalisti, Camusso afferma: “E quali sarebbero? Siamo lavoratori dipendenti che applicano le leggi anche quando sono in distacco. Se qualcuno ha violato le norme si intervenga col massimo di rigore”. Martedì prossimo, la leader della Cgil prenderà parte all’iniziativa “Pensioni: adesso risposte concrete” organizzata dal sindacato di corso d’Italia, cui sono stati invitati anche i rappresentanti di Cisl, Uil, i presidenti, gli Uffici di presidenza e i capigruppo delle commissioni Lavoro di Camera e Senato.