IL “TRUCCO” PER FAR PASSARE QUOTA 100

L’ipotesi di riforma delle pensioni che va per la maggiore è quella dell’introduzione di Quota 100, che però costerebbe 4 miliardi di euro. Secondo quanto scrive Franco Bechis, per coprire questa spesa la Lega sta pensando “al condono al di sotto di 100 mila euro di contenzioso con il fisco già battezzato ‘pace fiscale’ che dovrebbe dare 3,5 miliardi di entrate. I restanti 500 milioni potrebbero provenire dal taglio delle cosiddette pensioni d’oro retributive, che però erano già stati prenotati per l’aumento delle pensioni sociali minime a 780 euro per tutti”. Ci sarebbe però un problema, visto che il condono, essendo una tantum, non verrebbe ritenuta dall’Europa come una copertura anche per gli anni successivi. Tuttavia, spiega ancora il giornalista su Il Tempo, un alto dirigente della Lega ricorda che le contestazioni di questo tipo arriverebbero ex post e chiederebbe delle misure correttive minime in un secondo tempo. Qualcuno al Governo quindi potrebbe pensare di intraprendere questa strada.



I PROFESSIONISTI DANNEGGIATI DA LEGA E M5S

Secondo quanto riporta Il Giornale, la “rivoluzione” in tema di pensioni che in ha mente il Governo si articolerà in questo modo: “prima toccherà ai comuni cittadini che percepiscono un assegno pensionistico dall’Inps. Poi sarà la volta di coloro che hanno ricoperto ruoli negli organi di rilevanza costituzionale, come testimoniato dal taglio dei vitalizi alla Camera. E, infine, toccherà anche alle pensioni erogate dalle casse private”. Il riferimento non è alla riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100, ma alla proposta di legge di Lega e M5s per ricalcolare le pensioni sopra gli 80.000 euro l’anno, che riguarderà anche “gli assegni delle casse previdenziali private, cioè di medici, ingegneri e architetti, commercialisti e di altre categorie professionali (inclusi periti industriali, psicologi e giornalisti)”. Come viene spiegato, “a essere maggiormente penalizzati saranno coloro che si saranno ritirati dall’attività lavorativa prima dei 60 anni di età”.



LE RICHIESTE DELLA CISL

Dalla Cisl arriva una nuova richiesta al Governo di riaprire il confronto con i sindacati sulla riforma delle pensioni in vista della Legge di bilancio. Il sindacato fa sentire la sua voce attraverso il Segretario confederale Ignazio Ganga, che in una nota ricorda che è che è stato preparato anche un volantino in cui si riassumono i punti che si vogliono mettere al centro del confronto con l’esecutivo: nuove regole di accesso più flessibile al pensionamento; l’individuazione di ulteriori professioni che per loro gravosità dovranno prevedere deroghe alle norme sull’aspettativa di vita; la necessità di predisporre una formula a sostegno della previdenza dei più giovani; la valorizzazione del lavoro di cura; il riadeguamento al costo della vita delle pensioni in essere; la non salvaguardia per gli esodati; la proroga di Opzione donna. “La Cisl pone questi quesiti al Governo, fiduciosa che al più presto gli stessi possano essere portati al confronto tra le parti per trovare le giuste soluzioni condivise”, ha aggiunto Ganga.



QUOTA 100 COSTERÀ 4 O 7 MILIARDI?

In pieno agosto molti italiani si stanno godendo le ferie. Ma per Alessandra Servidori non si può certo dire “buone vacanze” agli italiani. L’ex Consigliera nazionale per la parità fa infatti notare che l’azione del Governo lascia poco tranquilli, specie per il periodo in cui bisognerà mettere a punto la Legge di bilancio, “che attaccherà alla giugulare il nostro sistema di debito a cominciare dalle clausole di salvaguardia per coprire le spese strutturali che ammontano per l’Iva a 12,5 miliardi,più 3,5 miliardi per le missioni internazionali, più 7 miliardi per arrivare a quota 100 sulle pensioni, più 17 miliardi per il reddito di cittadinanza e più 50 miliardi per la flat tax”. Servidori, su formiche.net, indica quindi una cifra piuttosto importante, rispetto alle previsioni fatte negli ultimi giorni, riguardanti la Quota 100. Quest’ultime, infatti, si fermavano a circa 4 miliardi di euro.

DI MAIO E LA “RISCOSSA” SU SALVINI

Secondo molti commentatori politici, finora Matteo Salvini è stato molto più abile del suo alleato Luigi Di Maio nell’accrescere il proprio consenso tra gli elettori. Augusto Minzolini ritiene però che sbaglia chi pensa che i pentastellati non siano capaci di fare presa sugli elettori. “Tutti si stanno accorgendo che il protagonismo che più colpisce gli italiani, nel bene e nel male, è fatalmente legato ai temi del lavoro, delle infrastrutture, delle pensioni, cioè quelli scelti da Di Maio. E, visto che lo strano equilibrio del governo si basa sulle sfere di competenza, appare chiaro il rischio per il vicepremier leghista di essere costretto a rincorrere d’ora in avanti il collega pentastellato”, scrive l’ex direttore del TG1 su Il Giornale. Dunque il tema della riforma delle pensioni potrebbe essere elettoralmente più utile a Di Maio che non a Salvini.

RIFORMA PENSIONI, CIDA CONTRO LA PROPOSTA LEGA-M5S

In attesa di novità sulla riforma delle pensioni, la notizia della proposta di legge Lega-M5s per un ricalcolo delle pensioni più elevate non è stata certo accolta con entusiasmo dalla Confederazione dei dirigenti e delle alte professionalità. “La soglia, infamante, del privilegio pensionistico è stata finalmente certificata: 80mila euro lordi l’anno, ed è stata inserita in un progetto di legge governativo”, ha detto il Presidente Giorgio Ambrogioni, evidenziando anche che la Cida “ha ripetutamente chiesto incontri ai rappresentanti di governo in tema di pensioni, ha inviato documenti, testi e proposte in materia previdenziale nelle sedi istituzionali competenti, certa di avere un riscontro, un segnale di disponibilità al dialogo, al confronto delle idee e delle posizioni. Nulla di tutto questo”.

Ambrogioni sottolinea quindi che Cida ha dovuto vedere cadere nel vuoto le proprie iniziative, senza avere avuto “risposte alle nostre argomentazioni tecniche su cosa sono le pensioni dei dirigenti, come sono state costruite e come sia sbagliato e ingiusto considerarle dei privilegi. Abbiamo anche dimostrato una certa disponibilità a discutere sulla possibilità che eventuali sacrifici, purché giustificati e inseriti in un disegno più vasto, potessero essere accettati dalle categorie professionali che rappresentiamo”. Il Presidente della Cida annuncia naturalmente l’opposizione della propria Confederazione al provvedimento, “in tutte le sedi e con tutti gli strumenti disponibili. Stiamo già lavorando alle iniziative più opportune per contrastarlo. Il governo dovrebbe saperlo: i manager non vanno in ferie ad agosto”.