LA SFIDA A DI MAIO SUI BABY PENSIONATI
Paolo Zangrillo, deputato di Forza Italia, sfida Luigi Di Maio a portare fino in fondo il ricalcolo delle pensioni previsto nella proposta di legge Lega-M5s. “Ricalcoli, per esempio, anche gli assegni per le migliaia di baby pensionati che sono costate circa 170miliardi agli italiani dal 1973 ad oggi, attualmente 10 miliardi all’anno. Si ricalcolino anche quelle pensioni, definite con una legislazione disgraziata che ha contribuito a gettare nel baratro i conti dell’Inps per pagare i consensi dei partiti della Prima Repubblica”, dice il deputato di Forza Italia secondo quanto riportato da torinoggi.it. “I diritti acquisiti non si toccano e non si alimenta l’odio e l’invidia sociale per il proprio tornaconto elettorale. Gli italiani hanno bisogno di certezza: la prima è costituita dal principio di irretroattività delle norme che disciplinano i diritti di noi cittadini”, aggiunge Zangrillo.
MAGISTRATI E PROFESSORI UNIVERSITARI SALVI DAL TAGLIO
La proposta di legge che mira a tagliare le cosiddette pensioni d’oro rischia di creare non pochi problemi al Governo. Repubblica ricorda infatti che magistrati e professori universitari potrebbero riuscire a evitare ogni penalizzazione visto che potendo restare al lavoro fino a 70 anni non rischiano di trovarsi tra coloro che hanno anticipato la pensione rispetto alle nuove età di uscita che verranno rideterminate. Del resto anche adesso i 70 anni sono oltre i 66 anni e 7 mesi indicati come età pensionabile. Altri lavoratori, però, si sono ritrovati costretti a lasciare il lavoro appena raggiunta l’allora età di pensionamento, come i dipendenti pubblici: e per loro non ci sarebbe scampo. Forse anche per questo, scrive Valentina Conte, tra Lega e M5s si sta cominciando a prendere distanze dal provvedimento, indicandolo come una mera bozza da valutare, nonostante sia stato presentati dai capigruppo alla Camera dei due partiti.
ELSA FORNERO: MEGLIO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ
Elsa Fornero non ha dubbi: il taglio delle pensioni d’oro concepito da Lega e Movimento 5 Stelle è “una misura confusa. Quando si tratterà di trasformarla in legge non mancheranno i problemi”. Dal suo punto di vista, “chiamarle pensioni d’oro mi pare un eccesso. Un modo per accentuare il risentimento popolare. Si tratta di un approccio pericoloso. Il Paese avrebbe bisogno di unità, non di ulteriori divisioni”. L’ex ministra del Lavoro, intervistata da Repubblica, ha quindi spiegato che nella proposta “non è chiaro ad esempio che cosa succederà a chi ha diverse pensioni. Si guarderà a ciascuna pensione per il ricalcolo o alla somma? Non è chiaro anche come verranno ricostruiti i contributi passati. È un pasticcio”. Per Elsa Fornero, quindi, “sarebbe stato molto più corretto un contributo di solidarietà, strada già percorsa negli ultimi anni”.
BRUNETTA CONTRO LEGA E M5S
Renato Brunetta critica aspramente la proposta di ricalcolo delle pensioni d’oro avanzata da Lega e Movimento 5 Stelle. “Chi stabilisce cos’è una pensione d’oro? Dicono: 4000 euro. Allora perché non 3000?”, spiega l’ex ministro in un’intervista a Repubblica, ricordando che “c’è ancora una Corte costituzionale in questo Paese. Ci penseranno i giudici delle leggi a bocciare una simile norma, poiché non conforme ai principi costituzionali. Inoltre badi bene, questo provvedimento andrebbe applicato a 20 milioni di pensioni e pensionati”. Questo perché sarebbero tantissime, anche quelle di importo basso, le pensioni non corrispondenti ai contributi versati. “Si rischia insomma un precedente pericolosissimo” secondo Brunetta, che comunque garantisce che la Consulta boccerà la legge che Lega e M5s vogliono far approvare.
LE RICHIESTE DI FEDERCONTRIBUENTI
“Vogliamo spronare questo governo a mantenere le promesse sostenibili fatte in campagna elettorale: attendiamo l’eliminazione delle accise sul carburante, l’innalzamento delle pensioni più basse, interventi concreti sul salario minimo e alla lotta al precariato. Riforma del sistema fiscale e bancario; riforma del SSN; sblocco dei fondi previsti per la ricostruzione post terremoto. Ammodernamento delle strade e degli edifici scolastici e della rete idrica che disperde il 37% delle acque e questo solo per iniziare a fare sul serio”. È quanto scrive Federcontribuenti in una nota, criticando anche la proposta di flat tax, visto che “allargherebbe ulteriormente la maglia tra ricchi e poveri riducendo quelle entrate fiscali che si potrebbero utilizzare per i progetti più urgenti”.
RIFORMA PENSIONI, LA FREGATURA PER LE DONNE
Repubblica prova a spiegare come funzionerà il taglio delle pensioni d’oro ipotizzato da Lega e Movimento 5 Stelle. “Le pensioni pubbliche e private, passate e future sopra gli 80 mila euro lordi all’anno subiranno una penalizzazione. La parte retributiva degli assegni sarà ridotta in relazione all’età in cui ci si è pensionati. Prima te ne sei andato o te ne andrai, più ti colpisco”, scrive Valentina Conte, spiegando che “l’età di uscita di riferimento non è quella vigente all’epoca in cui uno è andato in pensione. Ma una nuova età, ridefinita applicando in modo retroattivo la speranza di vita attuale indietro sino agli anni ‘70”.
La giornalista fa quindi due esempi, usando i calcoli di Stefano Patriarca, esperto di previdenza e fondatore di Tabula. “Nel 1995 l’età per andare in pensione di vecchiaia era di 62 per gli uomini e 57 per le donne. Quella ricalcolata dai gialloverdi è 64 anni. Ecco che scatta la penalizzazione, fortissima per le donne che però non potevano far altro che andare in pensione a 57 anni”: il taglio sarà di circa il 20%. Il secondo esempio riguarda il futuro: “Supponiamo che un alto ufficiale dell’Esercito, al lavoro da quando ha 19 anni, decida di andare in pensione nel 2019 a 62 anni, dopo 43 anni di servizio. Lo può fare. Ma se il suo assegno è sopra i 4 mila euro netti, allora sarà tagliato del 14,5% perché si trova a 5 anni da quota 67, l’età di vecchiaia prevista dalla legge”. “Vengono colpite le donne soprattutto, come pure militari e poliziotti che potevano andare in pensione prima”, è la sintesi di Patriarca.