Il parere dell’Avvocatura dello Stato che – secondo quanto aveva fatto intendere lo stesso ministro dello Sviluppo economico – era atteso per Ferragosto, non è ancora stato reso noto. Secondo indiscrezioni, azienda e sindacati dovrebbero ritrovarsi presso il Mise la prossima settimana (ovvero tra il 20 e il 24 agosto). Si può supporre che per quella data l’Avvocatura dello Stato si sarà pronunciata, tuttavia non sembra essere questo l’elemento che preoccupa le parti. È probabile che l’organo legale dello Stato si esprimerà in linea con l’Autorità Anticorruzione, rilevando criticità nella procedura di gara e ribadendo che se il Ministro (cioè lo Stato) vuole, può annullarla e rescindere l’accordo con Arcelor Mittal, esponendosi però a contenziosi e risarcimenti milionari.
Al di là della voce girata nelle ultime ore, dopo l’allusione di Di Maio a un “piano b”, di una possibile nuova cordata (Invitalia e Arvedi) tra l’altro smentita dallo stesso Mise, si registra un elemento nuovo che si configura come un passo avanti (silenzioso, perché ciò che fa rumore da diverso tempo sono le dichiarazioni dei protagonisti) verso l’accordo sindacale. Mittal ha fatto sapere di voler trovare un’intesa sui livelli occupazionali. Intesa che potrebbe essere raggiunta attorno all’assunzione immediata di 10.700 (dei 14.000) dipendenti e la garanzia a fine piano nel 2024 dell’impiego per tutti quelli che non hanno trovato una soluzione individuale o di incentivazione occupazionale.
Oltre le migliorie già condivise circa l’intervento di risanamento ambientale – su cui l’azienda andrà a investire quasi 2,5 miliardi di euro -, questo potrebbe essere l’elemento che mette d’accordo tutti: azienda e sindacati oltre allo stesso Di Maio che, in questo modo, potrà presentare un risultato migliore del suo predecessore (Carlo Calenda) e giustificare così a molti dei suoi (che sono per la chiusura dell’azienda) un’operazione di successo.
L’operazione è infatti di grande portata, sia per l’industria italiana che per la città di Taranto. La nostra siderurgia può tornare centrale nel mercato globale (anche per via della crisi di Thyssen-Krupp) e la regione di Taranto può riacquistare quella dignità ambientale violata. Serve però portarla a termine e trovare un accordo, ma riteniamo che siamo davvero all’ultimo miglio.
Twitter: @sabella_thinkin