In quest’ultimo mese è diventato virale un vecchio video in cui Marchionne attaccava le vacanze in agosto degli operai della Fiat. Per caso proprio quest’anno sono dovuto rimanere a Milano per scrivere un libro e preparare delle docenze. Voglio quindi elencare dei vantaggi che derivano dal lavoro estivo e che ho sperimentato sulla mia pelle.



Per prima cosa, visto che la città è quasi deserta, ci si sposta per fare le commissioni in un terzo del tempo e la città è più vivibile. Questo sopratutto fa comprendere ogni giorno quanto tempo si spreca nel traffico quotidiano. Il secondo aspetto è che il lavoro scorre più lentamente e questo permette alla mente e al corpo di abituarsi pian piano ai ritmi di settembre che invece saranno per tutti frenetici. Passare infatti da una spiaggia della Sardegna a una scrivania in ufficio genera evidentemente stress perché il corpo non è più allenato a un certo sforzo. Passare invece la parte finale delle vacanze a lavorare, seppur non a pieno regime, permette alla nostra mente di rimettersi in moto senza subire strappi inutili.



Un terzo aspetto fondamentale è quello di avere del tempo per fare strategia e ragionare su quali sono gli obiettivi su cui vogliamo focalizzarci. Questo aspetto l’ho affrontato in particolar modo con un cliente con cui inizierò un percorso di formazione one to one a settembre. Quando l’ho incontrato in una bella sala di un hotel di lusso a luglio mi sono trovato davanti un uomo sfasciato dalla stanchezza del lavoro. Mi ha detto che ogni giorno riceva tra le 400 e le 500 e-mail e non riusciva a seguire le duecentocinquanta persone della sua azienda. Stava soccombendo sotto la pressione lavorativa non vedendo l’ora di andare nella sua villa al mare a riposarsi. Quindi gli ho lasciato come compito di riflettere sulle seguenti domande: 1) se potessi curare un solo aspetto del tuo business quale seguiresti?; 2) a chi pensi di delegare una parte del tuo lavoro e come pensi di formarlo e seguirlo?; 3) quali obiettivi personali, familiari e aziendali ti prefissi per quest’anno?



Il mese di agosto è purtroppo l’unico momento in cui possiamo costruire l’agenda della nostra vita professionale. Se non lo si fa la conseguenza è sempre una: la decidono gli altri. Mi auguro quindi che sempre più venga sperimentata questa terza via di “lavoro soft” di agosto che non ceda nel sembrare delle mozzarelle spiaggiate col rischio di passare come su un’altalena da picchi di stress a poltrire e basta e neanche a un’idea insensata di stakanovismo che è fisiologicamente insostenibile. Come disse già Aristotele, probabilmente ad agosto, “In medio stat virtus”.