QUOTA 100, EFFETTI DIMEZZATI NELLA SCUOLA

Il Governo continua a lavorare alla Legge di bilancio in cui potrebbe entrare anche la riforma delle pensioni, tramite il varo della cosiddetta Quota 100. Nel mondo della scuola si stimava che tale misura avrebbe consentito il pensionamento di circa 147.000 persone, di cui circa centomila docenti, come ricorda orizzontescuola.it. Tuttavia questa stima era stata fatta senza tener conto di eventuali limiti di età per l’utilizzo di Quota 100. “ItaliaOggi ha effettuato una nuova stima di quanti docenti e ATA andrebbero in pensione con quota 100 con almeno 64 anni d’età. La cifra suddetta si abbassa notevolmente, ossia del 50%, per cui non più 147.000 unità ma circa 73.000”, si legge sul portale specializzato sul mondo della scuola. Dunque, come si vede, effettivamente, come paventato da sindacati e da alcuni esponenti politici, il paletto a 64 anni di età potrebbe depotenziare di molto la Quota 100.



PENSIONAMENTO ANTICIPATO PER ALCUNE CATEGORIE

In attesa della riforma delle pensioni che dovrebbe entrare nella Legge di bilancio, qualcuno può già tirare un sospiro di sollievo in vista del 2019. “Dal prossimo anno maestre d’asilo, conduttori di gru, ferrovieri , facchini, spazzini e operai agricoli potranno andare prima in pensione”. Lo ricorda pensionioggi.it, evidenziando che “a tali categorie di lavoratori (e alle altre appartenenti ai cosiddetti ‘lavori gravosi’), infatti, non si applica il programmato aumento di cinque mesi del requisito d’età per la pensione (vecchiaia e/o anticipata), decorrente dal prossimo 1° gennaio 2019”. In buona sostanza l’aumento dei requisiti pensionistici dovuto all’incremento dell’aspettativa di vita non riguarderà tutti gli italiani: chi svolge “da almeno 7 anni, nell’ambito dei 10 anni precedenti il pensionamento” determinate professioni potrà essere esentato, se in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni, dai nuovi requisiti pensionistici.



LE PAROLE DI CONTE

Le ultime dichiarazioni di Giuseppe Conte non lasciano ben sperare quanti vorrebbero una riforma delle pensioni incisiva inserita nella Legge di bilancio. Il Premier, intervistato dal Corriere della Sera, ha infatti detto che l’esecutivo si prepara a varare importanti provvedimenti in autunno riguardante il sistema fiscale e il reddito di cittadinanza. Non viene fatto accenno a un superamento o una modifica della Legge Fornero. In generale il tema non viene più affrontato nemmeno da altri importanti esponenti governativi e questo porta molti italiani, interessati da una possibile modifica del sistema pensionistico, a dubitare del fatto che si potrà andare oltre a una Quota 100 con paletti piuttosto rigidi che potrebbe non essere utilizzata da molte persone per anticipare l’accesso alla quiescenza, che l’anno prossimo tra l’altro sarà spostato in avanti di 5 mesi.



LA STAFFETTA GENERAZIONALE PRONTA NELLA PA

Mentre lavora alla riforma delle pensioni da inserire nella Legge di bilancio, il Governo mette a punto anche una sorta di “grande staffetta generazionale”, come la definisce Il Messaggero, che avverrebbe nel pubblico impiego. “Il ministero della Pubblica amministrazione, guidato da Giulia Bongiorno, sta studiando un maxi piano di reclutamento – tramite concorso pubblico – che anticiperebbe al prossimo anno le assunzioni previste per il triennio 2019-2021 con lo sblocco totale del turnover. Una manovra che porterà, secondo le prime stime, circa 450 mila nuovi ingressi nei ranghi dello Stato”, si legge sul quotidiano romano. Resta il fatto che per parlare di “staffetta” ci dovrebbero essere altrettanto uscite, tramite pensionamento, sempre dalla Pubblica amministrazione. Dunque, nonostante l’innalzamento dei requisiti pensionistici in arrivo, ci saranno comunque molti pensionati tra gli attuali dipendenti pubblici.

LA PROPOSTA DI SALVINI PIACE ALL’ELBA

Ruggero Barbetti prende sul serio l’ipotesi lanciata da Matteo Salvini di creare delle zone speciali in Italia con un regime fiscale favorevole per i pensionati. Il Sindaco di Capoliveri, sulla sua pagina Facebook, ha scritto: “Propongo di candidare l’Elba e le isole minori italiane a zone senza tasse sulle pensioni”. Dal suo punto di vista non si tratterebbe di favorire i turisti, ma “persone che scelgono di vivere all’Elba affittando una casa tutto l’anno o comprandosela se ne hanno le possibilità economiche”. Il perché della proposta viene così spiegato: “Dobbiamo raggiungere almeno 60.000 persone residenti per tutto l’anno sulla nostra isola per aumentare i consumi e quindi i posti di lavoro”. Ora non resta che vedere se l’idea del vicepremier entrerà, insieme alla riforma delle pensioni, nella Legge di bilancio.

RIFORMA PENSIONI, GLI OSTACOLI PER QUOTA 100 E QUOTA 41

In una lunga intervista sul Corriere della Calabria, Antonino Mazza Laboccetta, affronta il tema caldo della riforma delle pensioni, chiedendosi se è possibile superare la Legge Fornero come le forze di governo vorrebbe fare, stando anche a quanto scritto nel contratto stipulato tra Lega e Movimento 5 Stelle. In particolare, il docente dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria si concentra su Quota 100 e Quota 41 e ricorda che “vi sono i dati dell’Inps, secondo cui il sistema di qui al 2035/2040 non reggerebbe all’urto di una controriforma che si lasci alle spalle l’aggancio automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita più elevata. Alla base di quest’analisi v’è, in sostanza, la considerazione che in un sistema a ripartizione, qual è il nostro, l’aumento del numero dei pensionati rispetto al numero degli occupati rende i contributi pagati da chi lavora insufficienti a finanziare la spesa per la pensione di chi va in quiescenza. Con il risultato di far esplodere il sistema”.

Dal suo punto di vista, il tema è difficile da affrontare “e non è di quelli che possano urlarsi e sbandierarsi nelle piazze. E darsi in pasto a chi fa del ‘rigetto’ della scienza una piattaforma di consenso. Oscurantista e suscettibile di pericolose derive”. Per Mazza Laboccetta, tuttavia, “una cosa è certa: è finito il tempo delle baby pensioni”, che ancora oggi pesano sulle nuove generazioni, aggravando il conflitto tra “vecchi tutelati” e “giovani in cerca di lavoro”, o “se lavoratori – precari o a tempo indeterminato che siano – senza la prospettiva della ‘certezza’ della pensione”.