L’Avvocatura generale dello Stato si è pronunciata sul caso Ilva circa i dubbi sollevati dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Come anticipato ieri da Il Messaggero, nella relazione dell’Avvocatura si dice – come avevamo più volte previsto su queste pagine – che “la gara non è annullabile, anche se ci sono effettivamente dei vizi”. In linea con quanto già disposto da Anac, l’Avvocatura generale dello Stato ha restituito così la palla al Mise. Perché le “possibili anomalie nel bando per l’assegnazione dell’Ilva – sulle quali Luigi Di Maio ha chiesto un chiarimento – ci sono, ma non si sostanziano in un interesse pubblico tale da procedere con l’annullamento di tutto l’iter”. Anche perché, sempre secondo quanto anticipato da Il Messaggero, “la cordata vincitrice guidata da ArcelorMittal ha agito in buona fede”.
In sintesi: se Di Maio vorrà annullare la gara, dovrà essere lui a deciderlo e soprattutto dovrà farlo presto perché il 15 di settembre prossimo la gestione dell’azienda dovrà passare dai commissari al management di Arcelor Mittal. Come nell’ultimo aggiornamento che abbiamo dato sulla vicenda, a questo punto manca soltanto l’intesa sui livelli occupazionali. Restano tre settimane di tempo, le condizioni per l’accordo ci sono. Lo vuole fortemente l’azienda – e questa certezza ha dato possibilità a Di Maio di agire off limits – e lo vogliono i sindacati.
Ma Di Maio cosa vuole? Ieri sera il Ministro ha convocato una conferenza stampa per questa mattina rilasciando una breve dichiarazione con un passaggio saliente: “L’Avvocatura evidenzia una possibile lesione del principio di concorrenza: lo spostamento del termine al 2023 per l’ultimazione degli interventi ambientali avrebbe dovuto suggerire una proroga del termine per la presentazione di ulteriori offerte. E in relazione alle tutele ambientali l’estrema importanza di ambiente e salute richiede altri necessari approfondimenti in materia”.
Fonti sindacali fanno sapere che hanno chiesto al Mise il testo del parere dell’Avvocatura. Il Mise avrebbe risposto “L’Avvocatura chiede che il testo non sia divulgato”. Già interpellata in precedenza dal Ministro Calenda, l’Avvocatura aveva permesso divulgazione parere. Ora il Mise dice che questo non è possibile. Forse è solo un po’ di melina in vista di questa conferenza stampa, oggi certamente ne sapremo di più. Nell’auspicio che non vi siano colpi di scena…
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